psicodermatologia - Rivista Nuove Prospettive in Psicologia
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vista ai nostri lettori alcuni utili spunti di riflessione e teorici e pratici. Di ciò<br />
tutta la redazione di “<strong>Prospettive</strong> <strong>in</strong> <strong>Psicologia</strong>” r<strong>in</strong>grazia il prof. JERVIS.<br />
Roma, Aprile 1989<br />
MINERVINO: In l<strong>in</strong>ea con lo stile delle nostre <strong>in</strong>terviste, ci <strong>in</strong>teresserebbe conoscere<br />
qual è stato il suo percorso di formazione e quali sono <strong>in</strong> questo percorso le<br />
tappe che lei considera più significative.<br />
JERVIS: Mi sono laureato <strong>in</strong> medic<strong>in</strong>a nel 1957 e poi mi sono specializzato<br />
<strong>in</strong> neurologia e psichiatria. In quegli anni e f<strong>in</strong>o al ’66 mi sono occupato prevalentemente<br />
di psicologia e psichiatria sociale e fra l’altro ho collaborato con<br />
Ernesto De Mart<strong>in</strong>o <strong>in</strong> alcune ricerche di etnopsichiatria, nel Sud Italia. Poi dal<br />
’66 al ’69 ho lavorato a Gorizia con Franco Basaglia e dal ’69 al ’76 sono stato<br />
responsabile dei Servizi Psichiatrici della prov<strong>in</strong>cia di Reggio Emilia. Dal ’76<br />
sono tornato a Roma e da allora mi occupo prevalentemente di psicoterapia e<br />
psicoanalisi.<br />
MINERVINO: In questo suo percorso quali sono le tappe che reputa più significative?<br />
JERVIS: Le più significative sono certamente state quando ho scelto di<br />
lavorare nella psichiatria pubblica, dal 1966 per dieci anni, e poi quando<br />
sono ritornato nel ’76 a Roma, e ho lasciato la psichiatria pubblica per riprendere<br />
più o meno un lavoro di <strong>in</strong>tellettuale e di <strong>in</strong>segnate universitario.<br />
MINERVINO: Il problema della formazione mi sembra essere molto sentito e<br />
dibattuto. Psicologi, psichiatri, psicoterapeuti, assistenti sociali, tutti quegli operatori<br />
<strong>in</strong>somma che hanno a che fare con il disagio psichico si trovano a dovere affrontare il<br />
grosso problema della formazione. Qual è dal suo punto di vista e per la sua esperienza<br />
il ruolo attuale della università?<br />
JERVIS: A mio parere bisogna dist<strong>in</strong>guere tra i vari tipi di corsi di laurea.<br />
Ho la sensazione che <strong>in</strong> generale l’Università possa dare un discreto livello<br />
culturale nel campo specifico che può essere della psichiatria, della<br />
psicologia, ma non sempre dà una buona formazione. Io dist<strong>in</strong>guerei tra cultura<br />
e professionalità. Credo che nell’<strong>in</strong>sieme i problemi di formazione professionale<br />
siano problemi che l’Università non affronta sufficientemente.<br />
L’università affronta prevalentemente una formazione di tipo teorico.<br />
MINERVINO: Che ruolo hanno <strong>in</strong> Italia le cosiddette scuole private, che sono<br />
tornate tra l’altro di grande attualità dopo la legge sull’albo degli psicologi?<br />
JERVIS: Non sono al corrente su come funzion<strong>in</strong>o le scuole private,<br />
ma ho la sensazione che si trov<strong>in</strong>o a supplire a carenze dell’università. Però<br />
vorrei anche sottol<strong>in</strong>eare una cosa, che ci terrei a dire, e cioè non credo che<br />
il problema possa essere risolto rendendo i corsi universitari più orientati<br />
alla pratica. Qui il rischio è di abbassare il livello culturale del proprio <strong>in</strong>segnamento.<br />
Credo però che l’Università dovrebbe farsi carico con molto più<br />
coraggio di corsi di formazione post-universitari, mentre adesso questi corsi<br />
di formazione post-laurea sono chiaramente <strong>in</strong>sufficienti.<br />
MINERVINO: Posso chiederle cosa ne pensa della legge Ossic<strong>in</strong>i sull’ord<strong>in</strong>amento<br />
degli psicologi?