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psicodermatologia - Rivista Nuove Prospettive in Psicologia

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- 36 -<br />

LE EPISTEMOLOGIE E LE ATTITUDINI<br />

PREVALENTI IN ALCUNI MODELLI TERAPEUTICI *<br />

(Parte prima)<br />

Edoardo Giusti°, Giovanni M<strong>in</strong>onne°°<br />

a. Alcune differenze tra Freud e Jung<br />

Freud, <strong>in</strong> un primo tempo, utilizzò l’<strong>in</strong>terpretazione per facilitare<br />

l’emergere dei contenuti repressi nell’<strong>in</strong>conscio. Successivamente, considerò<br />

centrale l’analisi della relazione di transfert, e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e ritenne primaria l’<strong>in</strong>terpretazione<br />

della resistenza (Freud S., 1980). Nonostante questi profondi<br />

cambiamenti nella tecnica <strong>in</strong>terpretativa, egli ha sempre ritenuto che l’analista<br />

descrive la realtà psichica del paziente. C. G. Jung (1968), <strong>in</strong>vece, sostiene<br />

che l’<strong>in</strong>terpretazione è solo un oggetto della sfera mentale, e non va confusa<br />

con l’oggetto <strong>in</strong> sé. Tra rappresentazione e oggetto vi è una differenza<br />

<strong>in</strong>superabile, come tra il fenomeno e la cosa <strong>in</strong> sé kantiana. La natura dell’<strong>in</strong>terpretazione<br />

è fondamentalmente proiettiva, e qu<strong>in</strong>di soggettiva. Il conflitto<br />

tra <strong>in</strong>terpretanti, l’assenza di consenso, è una diretta conseguenza del<br />

carattere ipotetico dell’<strong>in</strong>terpretazione. Il materiale psichico non è concepito,<br />

da C. G. Jung, come irrazionalità da ricondurre alla ragione, ma come<br />

complessità carica di significati (complesso). Egli <strong>in</strong>dividua due tipi di <strong>in</strong>terpretazioni:<br />

l’<strong>in</strong>terpretazione riduttiva e quella prospettica, o costruttiva, che<br />

si completano reciprocamente. Nell’<strong>in</strong>terpretazione riduttiva il senso si ricava<br />

riconducendo il materiale prodotto dal paziente a qualcosa di noto, ad<br />

esempio alla teoria pulsionale freudiana o al modello archetipico junghiano.<br />

Essa corrisponde all’<strong>in</strong>terpretazione dottr<strong>in</strong>ale, cioè alla “riduzione” dei contenuti<br />

ai modelli teorici di riferimento. A differenza del riduzionismo<br />

freudiano, quello junghiano, però, non ritiene di scoprire la realtà psichica<br />

del paziente. Inoltre, mentre S. Freud concepisce la causalità secondo una<br />

prospettiva l<strong>in</strong>eare, C. G. Jung la <strong>in</strong>tende come processo circolare, e sostiene<br />

che i fattori psichici <strong>in</strong>consci sono attivati <strong>in</strong> funzione del grado di attualità<br />

<strong>in</strong>formativa-significativa del processo psicod<strong>in</strong>amico complessivo. Circolarmente,<br />

le <strong>in</strong>terpretazioni e l’autoesplorazione sollecitano l’attivazione dei fattori<br />

d<strong>in</strong>amici <strong>in</strong>consci, come tale attivazione sollecita l’esplorazione e il lavoro<br />

<strong>in</strong>terpretativo. L’<strong>in</strong>terpretazione non scopre la causa (archetipo) del materiale<br />

<strong>in</strong>conscio, ma solo una sua immag<strong>in</strong>e. Come tecnica terapeutica C. G.<br />

Jung non utilizza tanto il metodo delle libere associazioni, quanto l’amplificazione<br />

dei materiali psichici attraverso simbolismi r<strong>in</strong>tracciabili nell’ambito<br />

della cultura antropologica. Qu<strong>in</strong>di, per C. G. Jung la produzione del significato<br />

r<strong>in</strong>via ai processi dell’<strong>in</strong>conscio collettivo (cultura) e ai contributi soggettivi<br />

del terapeuta. Perciò spesso la terapia corre il rischio di trasformarsi <strong>in</strong><br />

suggestione, o trasmissione di saperi. In C. G. Jung sono presenti più modi<br />

di <strong>in</strong>terpretare il sogno (Jung C. G., 1974). Nell’<strong>in</strong>terpretazione al soggetto<br />

le immag<strong>in</strong>i oniriche sono assunte come motivi del mondo <strong>in</strong>terno del sognatore,<br />

come proiezioni di frammenti del Sé più o meno riconosciuti come<br />

propri. Nell’<strong>in</strong>terpretazione all’oggetto, <strong>in</strong>vece, le figure sono considerate<br />

per ciò che significano nella vita quotidiana del sognatore, e qu<strong>in</strong>di come

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