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qui - Chiara Cantoni

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Davis Bonfatti<br />

§ § §<br />

Tony Bragadin - padano ma di ceppo veneto - non ho mai capito come e perché fosse<br />

ricordato come mio sia pur lontano parente. Nella sua vita – dicevano – fece un solo mestiere:<br />

l’imbroglione.<br />

È vero che per le strade non assalì mai nessuno con il mitra di quei tempi ma imbrogli sì, e<br />

tanti e scaltri per chiunque – credulo al suo dire – gli fosse passato a tiro. Imbrogliò perfino<br />

la Cesira, vedova del “Marangon”, che dopo avergli sfornato un paio di gemelli in cambio di<br />

una fantomatica parola d’amore, la lasciò lì a rodersi perché lui, insalutato, il Po ad Ostiglia<br />

lo aveva ormai passato per ridonarsi alle sue antiche contrade venete. Anche se poi si era<br />

fermato alle prime rampe del bellunese in quel di Fonzaso perché – disse - “Le strade che<br />

vanno in salita sono dure”.<br />

Anche Tony Bragadin, di professione imbroglione, un giorno morì come succede a tanti e<br />

quasi subito si trovò, mentre soltanto un frate accompagnava le sue spoglie a cristiana<br />

sepoltura, intruppato in una moltitudine di altra gente in una grande radura senz’alberi.<br />

Una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazionalità, razza, colore,<br />

lingua, età, sesso. Tutti in piedi a comporre una lunga fila che pian piano avanzava verso un<br />

grande quadro luminoso troneggiante sopra tre piccole porte bianche dove, or in una ora in<br />

altra, gli inquadrati entravano dopo aver pronunciato, ben chiaro e forte, il loro cognome<br />

e nome.<br />

Con l’avvicinarsi a quel traguardo fu facile a Tony il capire che l’interessato di turno, dopo<br />

aver gridato le proprie generalità, vedeva di lì a poco comparire sul gran quadro la propria<br />

destinazione per l’eternità: Paradiso, Inferno, Purgatorio a seconda delle vicende vissute.<br />

Un affare da niente insomma. Facile e sbrigativo. Ma proprio <strong>qui</strong>, la sua collaudata scaltrezza<br />

gli suggerì l’ultima prova.<br />

Ad un vecchio che gli era a fianco, Bragadin chiese:<br />

“Chi sono quelli vestiti di bianco che stanno ai lati delle porte?”<br />

“Sono l’esempio dei giusti - rispose il vegliardo - cioè coloro che sono passati attraverso<br />

la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue<br />

dell’Agnello”.<br />

Ma di tutto questo discorso Tony Bragadin non capì niente (o quasi) perso ormai dietro a un<br />

ben altro pensiero.<br />

“Se io dico il mio nome e cognome certamente non ho scampo - si trovò a riflettere il Tony -<br />

ma se dico che ad esempio mi chiamo Giopin Zavata che è un sant’uomo, forse chissà …”<br />

E così, senza tanti preamboli eccolo, ormai davanti al grande quadro, gridare risoluto e<br />

Gli "Invadenti" - Un flash per una vita<br />

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