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qui - Chiara Cantoni

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Davis Bonfatti<br />

§ § §<br />

Qui andiamo molto avanti negli anni perché è un ricordo di guerra - di quella che viene<br />

chiamata ultima, per intenderci, che cominciò nel 1939-40 - dove il protagonista vero è<br />

un cane. Un bastardo bianco di pelo raso, frutto di amori incerti tra il lupo e il pastore.<br />

Intelligente e ladro capitò al mio reparto in zona d’operazioni non ricordo come.<br />

Visto che neanche a calci riuscimmo a mandarlo via l’animale fu dapprima tollerato, poi<br />

assistito, coccolato e ammaestrato. State a sentire.<br />

Ci trovavamo - come ho detto - in “zona operativa”, diciamo fuori dai confini del nostro<br />

paese, un poco come occupanti tollerati per forza di guerra e un poco accettati dai civili<br />

come “male minore” date le circostanze.<br />

Vigilanze, ispezioni, pattugliamenti, appostamenti, accomodamenti vari di vertenze con gli<br />

ospitanti ed altre diavolerie del genere erano i nostri compiti in quel territorio. Incombenze<br />

talora delicate, disagevoli, anche faticose allorché il clima si faceva inclemente e la<br />

montagna metteva paura.<br />

Ma era il minimo che il reparto, autonomo per i compiti che deve assolvere, doveva<br />

affrontare. Poi veniva tutto il resto che con questa storia non c’entra.<br />

“Boby”, così chiamato con scarsa fantasia, divenne in breve parte integrante del reparto<br />

e preso in forza ad ogni effetto, compresa la razione di viveri, mediante apposita proposta<br />

al “Superiore Comando di Zona”, firmata ed inoltrata con palesi quanto disinvolti imbrogli<br />

di termini tutti da dimenticare. Il Boby però fu anche ammaestrato da quel gran figlio di<br />

mamma sua che era un certo Scattolin da Mestre che da civile passava la vita appiccicato<br />

a un circo.<br />

Da <strong>qui</strong>, l’addestramento del Boby a fare il “pattugliere”. E garantisco che l’idea – per certi<br />

aspetti innovativa – non la copiammo da nessuno. Tanto meno dagli americani o dai russi.<br />

§ § §<br />

Pattugliare – lo dico per gli obiettori d’armi – significa far fare al reparto un quasi sempre<br />

maledetto determinato percorso con appostamenti mimetizzati e vigilanze particolari<br />

per “sorprendere l’avversario” che, per suo conto, fa altrettanto per fregarti. Significa<br />

in parole povere procedere con avanguardia e retroguardia, e ali superiori ed inferiori<br />

per il fiancheggiamento. Poi mandare vedette in certe quote ed altre diavolerie tutte da<br />

ridere quando la guerra non c’è. Cose massacranti se poi l’e<strong>qui</strong>paggiamento è quello da<br />

combattimento e nevica o c’è il sole che brucia.<br />

E allora chi più e meglio del Boby poteva assolvere con gran correre a destra e a sinistra, su<br />

e giù per i calanchi, avanti e indietro dall’avanguardia al fiancheggiamento per “fiutare “ le<br />

Gli "Invadenti" - Un flash per una vita<br />

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