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Davis Bonfatti<br />
Stato liberale, garantendo il buon governo e difendendo l’iniziativa privata. Frutto di un<br />
liberalismo nuovo come iniziativa popolare, impegno creativo delle masse, adesione alla<br />
lotta politica contro le classi ottusamente conservatrici.<br />
Ed è sintomatica, a questo proposito, la polemica sia pure garbata che egli conduce in questo<br />
periodo con i nazional-liberali, una nuova formazione della Destra moderata promossa di<br />
Luigi Einaudi, Giovanni Gentile, Gioacchino Volpe, Widar Cesarini Sforza ed altri.<br />
Su un punto sembra continuamente insistere il Gobetti liberale: “ …il problema non è<br />
quello di sostituire la democrazia capitalistica e borghese con un sistema collettivistico,<br />
ma quello di farla vivere, forte, moderna, compiuta nella nuova coscienza operaia, ansiosa<br />
non di sovvertire ma di partecipare, di farsi nazione e Stato.”<br />
Passano gli anni e Gobetti con il massimo della buonafede continua a muoversi entro un<br />
gratificante schema ideologico che procede dal basso con capacità di offrire una forma di<br />
coesistenza e di collaborazione di tutti gli elementi produttivi quale unico rimedio contro<br />
i trust e contro i rapaci sindacati operai istituiti burocraticamente, così com’egli diceva<br />
parlando della rivoluzione sovietica.<br />
Oggi, alle soglie del duemila, quali risposte possono dare i partiti ed i politologi alle attese<br />
di giustizia e verità che animano l’uomo?<br />
Gli "Invadenti" - Piero Gobetti<br />
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