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Piero Gobetti<br />
62<br />
Davis Bonfatti<br />
Ebbi a trovarmi, ancora giovanotto, in una serata d’autunno umida e fredda del 1924 in una<br />
via centrale della mia città quando dalle finestre di uno studio notarile venivano gettati<br />
mobili, carte, libri in un rogo che si andava allargando rapidamente. Nello spingi spingi mi<br />
capita tra le mani un libretto. Faccio per gettarlo alle fiamme ma d’istinto mi trattengo.<br />
Metto il libretto in tasca e me ne vado. D’attorno a baraonda si urla e si canta “chi se ne<br />
frega della galera… “.<br />
A casa guardo il libretto: s’intitola “Risorgimento senza eroi”. E’ stato stampato da un certo<br />
Cappelli di Rocca San Casciano che non ho idea dove si trovi.<br />
Quattro capitoli compongono il testo che con crudo realismo dicono cose finora a me<br />
sconosciute aprendomi a molteplici interrogativi.<br />
Questo il mio primo “incontro” con Piero Gobetti.<br />
§ § §<br />
E’ passato qualche anno e mi trovo intruppato in una fumosa vettura ferroviaria di terza<br />
classe di un treno che “corre” verso il nord. Attorno ad un giovane pallido, magro, vestito in<br />
modo indefinibile, un gruppetto chiacchiera. Talvolta animatamente. Fra le mani di qualcuno<br />
circola una specie di quaderno. Allungo gli occhi e leggo: “Rivoluzione Liberale”. Domando<br />
chi è il “lui” che tiene la discussione. Mi risponde il “lui” stesso: “sono Piero Gobetti”.<br />
L’episodio del rogo, del libretto sottratto alle fiamme, gli interrogativi che dalla sua lettura<br />
mi vennero, tutto in breve mi è davanti. Nel discorrere che continua, molti termini come<br />
“socialismo liberale”, “capitalismo industriale e lavoratori”, oppure “democrazia e riforma<br />
agraria” entrano lentamente nella mia mente, ma mi attirano. Così è stato il secondo ed<br />
ultimo e unico mio fortuito (o fortunato) incontro con Piero Gobetti.<br />
§ § §<br />
C’è ancora un episodio che mi porta a Gobetti. Coinvolto in certi ludi di regime chiamati<br />
“Litorali della cultura” mi trovo ad argomentare con altri giovani su questo o quel tema,<br />
di futuro e di “vittoriose certezze”. Si facevano anche dei nomi ed io butto il mio: “Piero<br />
Gli "Invadenti" - Piero Gobetti