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Edilizia vescovile nella Diocesi di Luni. - Portale di Archeologia ...

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Daniele Ferdani<br />

abitazioni resti <strong>di</strong> murature romaniche, la porta <strong>di</strong> S. Giorgio che conserva ancora intatto<br />

l’arco <strong>di</strong> matrice gotica forse attribuibile al XIII secolo e la Pieve <strong>di</strong> San Prospero costituita da<br />

due navate e documentata dal XII secolo in una Bolla <strong>di</strong> Eugenio III. Delle sue forme<br />

originarie restano <strong>di</strong>versi brani nelle murature perimetrali le quali vennero sfruttate fino a<br />

tempi recenti da alcuni e<strong>di</strong>fici rurali. Delle strutture fortificate infine, oltre al castello<br />

me<strong>di</strong>evale, ampiamente rimaneggiato, si notano due torri che mantengono invece i loro<br />

caratteri nativi. Una, pentagonale, si trova nel borgo inferiore, in prossimità del castello, al<br />

quale era probabilmente collegata con funzione <strong>di</strong> rivellino, l’altra, a pianta quadrata, è<br />

collocata nel borgo inferiore e rivestì mansioni <strong>di</strong> avvistamento. Entrambe le strutture<br />

denotano un’eccellente tecnica costruttiva in conci regolari e abbondanti giunti <strong>di</strong> malta e<br />

presentano ingresso rialzato e aperture <strong>di</strong> modeste <strong>di</strong>mensioni secondo uno standard presente<br />

in molte altre torri lunigianesi 36 .<br />

Castello <strong>di</strong> Ameglia<br />

Il “Co<strong>di</strong>ce Pelavicino” ricorda il sito <strong>di</strong> Amelia come Castrum dal 963 all'epoca <strong>di</strong> Ottone I,<br />

che con un <strong>di</strong>ploma lo elenca tra i posse<strong>di</strong>menti vescovili <strong>di</strong> <strong>Luni</strong>. Il Castello appare anche nei<br />

<strong>di</strong>plomi <strong>di</strong> Federico I e Enrico VI nei quali viene ne confermato il possesso alla curia assieme<br />

ad un porto fluviale su cui veniva commerciato sale, carne e frumento. Tra il 1020 e il 1292,<br />

a seguito della decadenza <strong>di</strong> <strong>Luni</strong>, a causa dell’impaludamento del porto e delle aree<br />

circostanti, ospitò per breve tempo la sede <strong>vescovile</strong>. Nel corso del 1283, il sito venne<br />

occupato della Repubblica <strong>di</strong> Genova che intendeva espandere i propri posse<strong>di</strong>menti verso<br />

Bocca <strong>di</strong> Magra e Sarzana e rientrò in possesso del vescovo Enrico da Fucecchio solo nel<br />

1285 a seguito dell’esborso <strong>di</strong> mille libbre imperiali. Ameglia rimase possesso <strong>vescovile</strong> fine<br />

1321, da questa data il sito cominciò a gravitare negli interessi <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse potenze tra cui<br />

Milano e Genova che se lo contesero per lungo tempo fino a che XVI secolo <strong>di</strong>venne<br />

definitivo possesso <strong>di</strong> quest’ultima 37 .<br />

Dell'antico castello restano parte della cinta muraria trapezoidale che corre lungo il colle<br />

seguendo l’andamento del terreno una torre circolare <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa e un grande palacium a pianta<br />

rettangolare che denota un’interessante muratura a conci squadrati organizzati a filaretto 38 .<br />

36 FORMENTINI et al., 1970, GUIDONI 1964, pp. 74-78.<br />

37 PAVONI 1992-1994, pp. 9-170.<br />

38 BUGLI 1992-1994, pp. 183-194.<br />

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