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Edilizia vescovile nella Diocesi di Luni. - Portale di Archeologia ...

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Daniele Ferdani<br />

Da una mia preliminare indagine nei siti nati dalla volontà Vescovile ritengo che i quelli sui<br />

quale eseguire un’analisi estensiva, sia a motivo della loro maggior rappresentatività, stato <strong>di</strong><br />

conservazione e complessità stratigrafica, sia per il fatto che alcuni <strong>di</strong> essi sono pressoché<br />

privi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> archeologici e la loro bibliografia, limitata ad un indagine storico-architettonica,<br />

è piuttosto datata, siano i seguenti:<br />

Castello Vescovile <strong>di</strong> Castelnuovo Magra:<br />

Come testimonia il “Co<strong>di</strong>ce Pelavicino” Il castello venne e<strong>di</strong>ficato nel XIII secolo per volere<br />

<strong>di</strong> Enrico da Fucecchio Vescovo <strong>di</strong> <strong>Luni</strong> e fece parte <strong>di</strong> un grande progetto <strong>di</strong> rinnovamento<br />

delle strutture fortificate atto a rilanciare l’autorità della curia nel territorio minacciato da altre<br />

forme <strong>di</strong> potere rappresentate dalla città <strong>di</strong> Genova e dai Marchesi Malaspina. Esso sostituì<br />

probabilmente le funzioni <strong>di</strong> un più antico castello detto <strong>di</strong> “Santa Maria”, oggi scomparso,<br />

fondato dal vescovo Gualtierio per il controllo stradale <strong>di</strong> fondovalle ed attorno al quale si<br />

sviluppò il primitivo borgo. Il “Castro Novo” venne costruito sulla testa settentrionale del<br />

promontorio con funzione <strong>di</strong>fensiva e <strong>di</strong> controllo. Delle strutture fortificate duecentesche<br />

rimangono la "Turris Magna", un mastio <strong>di</strong> forma quadrangolare <strong>di</strong> imponenti <strong>di</strong>mensioni,<br />

alcuni tratti <strong>di</strong> mura perimetrali e del palazzo castrense nelle cui murature si riconoscono<br />

alcuni elementi marmorei <strong>di</strong> reimpiego saccheggiati <strong>nella</strong> ormai decaduta città <strong>di</strong> <strong>Luni</strong>. Queste<br />

strutture denotano una interessante opera muraria costituita da bozze elementi litici <strong>di</strong> natura<br />

<strong>di</strong>versa, arenaria, marmo e calcare marnoso che si alternano lungo i filari ben or<strong>di</strong>nati 20 . Le<br />

altre strutture, che fanno impiego <strong>di</strong> una tecnica mista <strong>di</strong> laterizi e pietra, sono <strong>di</strong> epoca più<br />

tarda probabilmente XIV e XV secolo e <strong>di</strong> evidente influenza fiorentina e poi genovese nel<br />

cui sito realizzarono un fortilizio <strong>di</strong> presi<strong>di</strong>o. Il castello è famoso perché ospitò la famosa<br />

“pace <strong>di</strong> Dante” fra il Vescovo Antonio da Camilla ed il marchese Malaspina <strong>di</strong> Mulazzo che<br />

<strong>di</strong> fatto sancì così il declino del potere ecclesiastico in <strong>Luni</strong>giana 21 .<br />

Complesso Castellano <strong>di</strong> Caprigliola:<br />

Caprigliola fu un importate sito posto lungo una variante della Francigena passante per il<br />

borgo <strong>di</strong> Bibola e <strong>di</strong> un ponte per l’attraversamento del fiume Magra oggi crollato e <strong>di</strong> cui<br />

rimangono alcune significative tracce materiali. La Prima menzione nei documenti appartiene<br />

al 1055 dove viene in<strong>di</strong>cato come possesso <strong>vescovile</strong>. Un’ulteriore menzione è del 1185 dove<br />

Caprigliola viene concessa in feudo al vescovo <strong>di</strong> <strong>Luni</strong> “cum curte et pertinentiis et<br />

20 FERDANI, 2008b<br />

21 FERRARI, 1998, BERTIN 2005, MAINERI 1969 e ROSSINI 1990.<br />

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