Edilizia vescovile nella Diocesi di Luni. - Portale di Archeologia ...
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Daniele Ferdani<br />
socioeconomico del territorio in cui viene concepita e ogni suo elemento riflette una volontà<br />
generatrice forgiata dal sostrato culturale locale.<br />
L’analisi archeologica si proporrà dunque <strong>di</strong> indagare e classificare tutte le strutture superstiti,<br />
attribuibili ad un arco cronologico compreso fra XII e XV secolo, espressione della presenza e<br />
del controllo, nel territorio <strong>di</strong>ocesano, dei vescovi <strong>di</strong> luni. Nella scelta delle strutture verranno<br />
prese in considerazione tutte quelle che a causa del precoce abbandono hanno mantenuto gran<br />
parte delle forme originali garantendo così l’integrità del dato e quelle che nonostante le<br />
trasformazioni, dovute alla continuità inse<strong>di</strong>ativa, permetteranno una buona lettura delle<br />
superfici murarie.<br />
Le metodologie e tecniche che verranno utilizzare nel corso della mia ricerca intendono<br />
rispondere all’esigenza <strong>di</strong> analizzare il dato archeologico in tutte le sue forme attraverso<br />
moderni strumenti d’analisi, in modo da cogliere ogni sfumatura informativa. Il lavoro verrà<br />
dunque organizzato su tre livelli operativi, partendo dunque da una prima ricognizione <strong>di</strong><br />
dettaglio dei siti oggetto <strong>di</strong> indagine e dalla raccolta <strong>di</strong> tutto il materiale bibliografico, si<br />
passerà all’analisi <strong>di</strong>retta e alla raccolta delle informazioni attraverso documentazioni<br />
grafiche, rilievi delle planimetrie e dei prospetti sulle evidenze architettoniche, ad effettuare<br />
stu<strong>di</strong> stratigrafici, esami delle tecnologie e dei materiali costruttivi, per giungere infine alla<br />
rielaborazione e classificazione dei dati raccolti e all’implementazione <strong>di</strong> questi all’interno <strong>di</strong><br />
un sistema informativo archeologico su base territoriale.<br />
Importante punto nell’interpretazione dei dati sarà il confronto fra il campione indagato e<br />
altre realtà architettoniche realizzate nell’ambito <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> potere <strong>di</strong>fferenti, come quella dei<br />
Malaspina, importante famiglia del territorio lunigianese protagonista <strong>di</strong> numerosi scontri con<br />
i vescovi per il controllo del territorio, o <strong>di</strong> Genova, già presente dal XII secolo in alcuni<br />
castelli e chiese dell’area spezzina. Tale confronto permetterà <strong>di</strong> comprendere se a forme <strong>di</strong><br />
potere <strong>di</strong>verse ma geograficamente vicine e accomunate da intenti politici comuni,<br />
corrispondano scelte costruttive identiche o <strong>di</strong>fferenti e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare eventuali influenze e<br />
contaminazioni. Un ulteriore punto <strong>di</strong> riferimento, sarà poi rappresentato anche da altre aree<br />
della Toscana, in particolare quelle pisane, livornesi e grossetane, in buona parte analizzate<br />
dal laboratorio LAAUM 14 dell’Università <strong>di</strong> Siena, che negli ultimi vent’anni ha registrato<br />
una grande attività nello stu<strong>di</strong>o dei monumenti me<strong>di</strong>evali con tecniche dell’archeologia<br />
dell’architettura.<br />
14 Il Laboratorio <strong>di</strong> Archeologica dell’Architettura e dell’Urbanistica Me<strong>di</strong>evale dell’Università <strong>di</strong> Siena,<br />
costituito nel 2003, ha sede a Grosseto ed è <strong>di</strong>retto dalla Prof.ssa Giovanna Bianchi.<br />
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