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Bollettino Diocesano 2010_Testo.pdf - Webdiocesi

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<strong>Bollettino</strong> <strong>Diocesano</strong> Anno <strong>2010</strong> ___________________________________________________<br />

presidio e il suo baluardo. Lo rammento ancora come «l’orecchio della<br />

Misericordia Divina», quando faceva della Riconciliazione un luogo e un tempo da<br />

dove elargire, insieme con la Grazia, anche la tenerezza umana, che era poi il tratto<br />

specifico della sua personalità. Fiorito a seconda giovinezza nella nostra diocesi, a<br />

metà anni Novanta era riuscito a resuscitare e motivare la fraternità francescana<br />

secolare di San Miniato, da tempo ridotta allo stato catacombale. Attorno a lui,<br />

come attorno a un patriarca della fede, si era di nuovo radunata una nutrita<br />

confraternita di vecchi e giovani.<br />

Negli ultimi anni aveva poi svolto un delicato servizio di sostegno e consiglio verso<br />

i sacerdoti diocesani. Esperto nelle cose di Dio, era stato per molto tempo anche il<br />

riferimento spirituale per le sorelle povere di Santa Chiara nel convento di San<br />

Paolo in San Miniato.<br />

Adesso è tornato alla sua vera casa, quella verso la quale ha sempre conservato una<br />

nostalgia indicibile.<br />

Con la retorica epigrafica di un tempo si sarebbe scritto qualcosa del tipo:<br />

«l’Ordine francescano ha acquistato un nuovo figlio in cielo, la Diocesi un patrono<br />

speciale». Per quanto mi riguarda, non temo smentite nel dire che, chi lo ha<br />

conosciuto, sa di avere in lui un amico che ha aperto un varco di Luce, lasciando<br />

una scia per chi vorrà seguirla. Per tutti resta un esempio di vita cristiana. E io, che<br />

lo conobbi poco più che ventenne, ricordo un testimone dalla fede robusta come la<br />

roccia di montagna e un maestro autentico di speranza. Un uomo che l’amore non<br />

l’aveva solo nella testa e nel cuore ma anche nelle mani.<br />

Risfogliando in questi giorni il suo volume sul Poverello di Assisi, mi sono<br />

imbattuto in una frase che Bernardino riportava da Jacques Maritain, applicandola<br />

a Francesco: «Forse sono un mendicante del cielo travestito da uomo del nostro<br />

secolo, una specie di agente segreto del Re dei re nei territori del principe di questo<br />

mondo. Forse sono anche una specie di rabdomante con l’orecchio incollato sulla<br />

terra per captare il mormorio delle sorgenti nascoste, l’impercettibile fruscio delle<br />

germinazioni invisibili». Mi piace pensare al suo delicato sorriso, se mi permetto di<br />

specchiare in queste parole il suo profilo esile di frate minore.<br />

«Laudato si’ mi Signore per sora nostra morte corporale«, ma ancora più sia lode a Dio per<br />

averci donato come compagno di viaggio un tal «mendicante del cielo».<br />

Padre Bernardino prega per noi.<br />

31 dicembre 2009<br />

DON ALVARO GORI È TORNATO ALLA CASA DEL PADRE<br />

di Mons. Idilio Lazzeri<br />

L’ultimo giorno del 2009 ha segnato anche il termine della vita nel tempo di don<br />

Alvaro, all’età di 78 anni. Ha cessato di vivere a Lari, dove era nato l’8 maggio 1931.<br />

Nel seminario di S. Miniato, dal 1945 al 1956, ha percorso le tappe dei suoi studi e<br />

della sua formazione. Noi, suoi amici, che abbiamo fatto insieme un lungo<br />

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