n. 4 - Primavera 2008 - Le montagne divertenti
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Non fotografi? Dormi?”<br />
Ero li così con la macchina foto<br />
in mano che guardavo questa cosa<br />
sotto di me, ma a un certo punto<br />
non la guardavo più perchè ne<br />
facevo parte e per me era una cosa<br />
meravigliosa.<br />
Hai presente il poeta che<br />
dice “dell’orrenda bellezza”?<br />
Io ero immerso in quella cosa orripilante,<br />
brutta.<br />
Tragedia e catastrofe, ma per me<br />
era una cosa meravigliosa.<br />
Quando lo specialista di volo<br />
m’ha chiamato è stato come tornare<br />
indietro, come ripiombare nella<br />
realtà, e mi ha scioccato perchè a me<br />
non interessava più aver a che fare<br />
con gli altri o far foto.<br />
<strong>Le</strong> gigantesche idrovore con cui si prosciugò il lago della Val Pola già pochi mesi dopo la sua formazione. Foto A.Urbani.<br />
A fianco un’emblematica immagine dei lavori successivi alla frana. A pag 19 i faraonici lavori per la costruzione delle briglie al piede della diga naturale creata<br />
dalla frana. Foto Jacopo Merizzi.<br />
16 - LE MONTAGNE DIVERTENTI<br />
Poi la mente ha ripreso il<br />
sopravvento, ho cominciato a fotografare,<br />
ma proprio nel momento<br />
successivo alla visione io mi sentivo<br />
in pace col mondo, con l’ambiente.<br />
Starò esagerando? Forse.<br />
Se tu non capisci, non capisci;<br />
certe cose o si capiscono o no.<br />
Per due/tre minuti la vita d’una<br />
persona è cambiata, quest’episodio<br />
l’ha cambiata.<br />
E chissà quanti hanno avuto<br />
incidentalmente questa visione, che<br />
un buddista, un taoista può raggiungere<br />
forse dopo anni di meditazione.<br />
Una cosa del genere ti può<br />
anche succedere per un’avventura<br />
in montagna, una catastrofe, un incidente<br />
automobilistico o la frana di<br />
Val Pola; eppure queste esperienze<br />
vengono poi gettate nel dimenticatoio<br />
per cui non si sviluppano.<br />
Io so solo questo: dopo la frana<br />
di Val Pola ho saputo di far parte<br />
della Natura.<br />
Più in là, né le parole sue, né<br />
tanto meno le mie, possono portarti,<br />
caro lettore.<br />
<strong>Primavera</strong> <strong>2008</strong><br />
Come un tarlo indiscreto che<br />
vaga nel cervello, tutte le volte che<br />
transito ai piedi della grande frana<br />
della Val Pola, mi nasce la domanda:<br />
come sarebbe oggi questo tratto di<br />
valle senza l’intervento dell’uomo?<br />
Senza gli studi dei geologi e i<br />
piani d’intervento dei politecnici,<br />
se non ci fosse stata la legge Valtellina<br />
e la seguente valanga di denaro,<br />
come sarebbe oggi questa distesa di<br />
detriti?<br />
Se la frana fosse scesa un secolo<br />
prima, prima degli escavatori, dei<br />
camion, delle pompe idrauliche,<br />
al tempo in cui l’uomo poteva solo<br />
prendere atto del radicale cambiamento<br />
della morfologia del paesaggio<br />
e lì fermarsi al puro aspetto contemplativo?<br />
Voi che ne pensate? Ci sarebbe<br />
un placido lago come quello di Poschiavo,<br />
oppure un vaso di Pandora,<br />
padre di catastrofiche ondate d’acqua<br />
e fango?<br />
La rabbia per lo scempio del<br />
nostro fondovalle spesso mi fa fantasticare<br />
sulla seconda ipotesi. Sarebbe<br />
stato divertente se, ogniqualvolta gli<br />
Spett. Sig. Speculatori fossero riusciti<br />
a lottizzare un terreno per edificarvi<br />
un inutile capannone o un gruppo di<br />
villette da vendere, il dispettoso laghetto<br />
della Val Pola avesse fatto un<br />
ruttino e glieli avesse spazzati via!?!<br />
Ovviamente sto scherzando.<br />
Tornando alla frana della Val Pola<br />
credo si debbano distinguere due<br />
momenti principali nell’analizzare<br />
quello che è accaduto dall’87 a oggi:<br />
l’emergenza che ha seguito il distacco<br />
frana, emergenza in cui regnava l’in-<br />
V AL POLA<br />
SULLE RIVE DEL LAGO<br />
un<br />
meteorite<br />
dallo spazio<br />
colpirà il lago<br />
della Val Pola<br />
certezza su ciò che stava accadendo,<br />
e i periodi seguenti, cioè da quando<br />
si è stati in grado di valutare con più<br />
raziocinio e informazioni la situazione<br />
frana/lago.<br />
La frana di Val Pola si è staccata<br />
prendendo una grande velocità e<br />
scorrendo su un piano inclinato di<br />
roccia compatta. La frana ha ostruito<br />
la valle formando un lago di dimensioni<br />
considerevoli e nessuno nell’87<br />
poteva garantire che non sarebbe<br />
caduto altro materiale o che l’argine<br />
del lago avrebbe tenuto. Lo spettro<br />
del Vajont incombeva allora anche<br />
sulla Valtellina, per cui è stato necessario<br />
adottare tutte le misure di sicurezza<br />
che potessero scongiurare tale<br />
pericolo. Così il lago fu prima fatto<br />
tracimare aumentando il rilascio<br />
idrico dei bacini artificiali a monte<br />
dello stesso, poi fu prosciugato con<br />
gigantesche idrovore. Nel mentre<br />
non accadde nulla di catastrofico,<br />
ma va evidenziato che si fu costretti<br />
alla verifica empirica della tracimazione<br />
per testare la solidità dell’argine<br />
naturale. Lo stare con le mani in<br />
mano in quell’incertezza equivaleva<br />
a mettere a repentaglio l’intera Valle.<br />
Poi si iniziò ad alzare lo sguardo:<br />
il “nuovo” versante venuto alla luce<br />
sul Monte Zandila era caratterizzato<br />
LE MONTAGNE DIVERTENTI IL LAGO DELLA VAL POLA - 17<br />
Beno