n. 4 - Primavera 2008 - Le montagne divertenti
n. 4 - Primavera 2008 - Le montagne divertenti
n. 4 - Primavera 2008 - Le montagne divertenti
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
La chiesetta di San Quirico a Scermendone. Foto Beno.<br />
L’ALPE SCERMENDONE<br />
L’ alpe Scermendone è una delle più ampie, belle e luminose del versante retico mediovaltellinese. Il suo valore panoramico<br />
è splendido.<br />
Diverse sono le ipotesi sull’origine del nome: forse è da ricercarsi in un nome personale o soprannome, cui è premesso<br />
“Scer” da “ser” o “scior”, cioè “signore”. Alcuni ipotizzano, invece, una derivazione etrusca da “cer”, “cerro”, o dal germanico<br />
“schirm”, che significa ricovero per il bestiame. Non è da escludere, infine, la voce del dialetto bergamasco “scérem”, che significa<br />
“soccida”, un particolare contratto fra il proprietario di alpeggi ed un prestatore d’opera che vi conduceva anche alcuni<br />
capi di bestiame propri.<br />
Anche oggi l’alpe è caricata, anche se non si raggiunge più il considerevole numero dei 200 capi che venivano censiti fino<br />
a qualche decennio fa.<br />
Molti sono gli escursionisti che passano di qui, poiché rappresenta un importante crocevia escursionistico, con un importante<br />
punto di appoggio rappresentato dalla solitaria baita riadattata a bivacco, sul suo limite NE, presso la chiesetta di San<br />
Quirico.<br />
All’alpe Scermendone si vedono anche i biker: uno splendido anello di alpin-bike, infatti, che sale sulla direttrice Ardenno-<br />
Cataeggio-Valbiore-Preda Rossa-Scermendone basso, raggiunge qui il suo punto culminante, prima di iniziare la lunga discesa<br />
che riporta ad Ardenno passando per Granda ed Erbolo.<br />
Perla dell’alpe è la chiesetta di San Quirico. Forse anticamente essa fungeva anche da xenodochio, cioè da ricovero di viandanti,<br />
mercanti o pellegrini, che, percorsa poi l’intera Val Terzana, valicavano il passo di Scermendone, attraversavano l’alta<br />
valle di Postalesio e, per il passo di Caldenno, scendevano in Val Torreggio e di qui in Valmalenco.<br />
Oggi la campanella chiama a raccolta un affezionato pubblico di escursionisti o semplicemente di innamorati di questi<br />
luoghi che salgono qui a metà di luglio, nella festa dedicata al santo. Data la natura dei luoghi, vien fatto di pensare al santo<br />
come ad un vegliardo dalla lunga ed austera barba.<br />
Pochi sanno, invece, che si tratta di uno dei più<br />
giovani martiri cristiani, un bambino ucciso in<br />
tenera età insieme alla madre (15 luglio del 304 o<br />
305). Una versione della morte del piccolo e della<br />
madre narra che furono entrambi arsi vivi, ma le<br />
fiamme non alterarono i loro corpi che furono<br />
ritrovati miracolosamente intatti: una storia che<br />
conferma il misterioso legame di questi luoghi con<br />
il fuoco, il flagello dal quale scampano solo coloro<br />
che conservano una fede autentica.<br />
Perla dell’alpe è il microlaghetto che si trova<br />
poco distante, più ad O, nei pressi di una baita solitaria:<br />
quando le sue acque non sono increspate dal<br />
vento, imprigionano l’immagine del monte Disgrazia<br />
e dei Corni Bruciati.<br />
48 - LE MONTAGNE DIVERTENTI<br />
<strong>Primavera</strong> <strong>2008</strong><br />
porta che collega, come ci indica un<br />
cartello, gli alpeggi della Val Terzana<br />
a quelli del versante retico sopra Berbenno<br />
(alpe Baric, alpe Vignone e<br />
Prato Maslino).<br />
Un fuori-programma di circa<br />
un’ora ci consentirebbe di raggiungere<br />
l’arrotondata cima erbosa del<br />
Monte Vignone (m 2608) e di godere<br />
dello splendido panorama che essa ci<br />
offre.<br />
A SO si apre davanti a noi un larghissimo<br />
corridoio erboso, proprio<br />
a S (sx) delle roccette della cima<br />
quotata 2395 metri; sul suo limite<br />
V ERSANTE RETICO<br />
Il monte Disgrazia visto dall'alpe Scermendone.<br />
L’alpe Scermendone e sullo sfondo le cime del Masino.<br />
Foto M. Dei Cas.<br />
C’è qualcosa di mistico in questi luoghi, di unico ....<br />
basso c’è un grande ometto, posto<br />
nei pressi della Croce dell’Olmo. È<br />
davvero un piacere impagabile scendere<br />
sul dolce declivio erboso, protetti<br />
quasi maternamente dall’abbraccio<br />
di questo alveo che ci nasconde da<br />
più ampi orizzonti, restituendoci alle<br />
più antiche sicurezze di un’infanzia<br />
remota.<br />
Inattesa si rivela una pozza nella<br />
quale si riflettono la cima del Desenigo<br />
ed il monte Spluga, le cime<br />
della Merdarola e l’arrotondato pizzo<br />
Ligoncio. Guardata dal lato opposto<br />
la pozza regala, invece, il riflesso del<br />
tripudio dorato del crinale, coronato<br />
dalla dolce cima di Vignone. Nasce<br />
un raro senso di raccoglimento e di<br />
imperturbata quiete.<br />
C’è qualcosa di mistico in questi<br />
luoghi, di unico. La vicina Croce<br />
dell’Olmo corona questa sensazione.<br />
La raggiungiamo in pochi minuti,<br />
scendendo per un breve tratto<br />
verso sx. È posta, a 2342 metri, a<br />
pochi metri dal grande ometto che<br />
abbiamo scorto dalla sella, su uno<br />
speroncino di roccette nel punto<br />
culminante dell’ampio Dosso del<br />
Termén, confine fra i comuni di<br />
8/10/2005: le cime della Valmasino riflesse in una delle tante pozze lungo l’anello dell’Olmo. Ma cosa indica “Olmo”? Nel suo nome nasconde un mistero (il<br />
riferimento diretto all’albero, data la quota, è da escludersi; c’entra, forse, un riferimento indiretto, in quanto l’olmo era rappresentato nello stemma della famiglia<br />
degli Olmo, che venne dalla bergamasca in Valtellina nei secoli scorsi, ed alla quale si riconduce anche il paesino di Olmo, in Valchiavenna). Foto R. Moiola.<br />
LE MONTAGNE DIVERTENTI L'ANELLO DELL'OLMO - 49