n. 4 - Primavera 2008 - Le montagne divertenti
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24 - LE MONTAGNE DIVERTENTI<br />
A L P I N I S M O<br />
Dal poggio pochi metri a NE della vetta del Corno di Braccia si ammirano tutte le cime della Valmalenco e anche le vicine Orobie. Da sx spiccano Roseg,<br />
Bernina, Cresta Guzza, Argento, Zupò e Palù. Al centro il passo di Campagneda, quindi a dx il gruppo Scalino - Painale e, oltre la Corna Mara, le vette<br />
orobiche. Quota nebbia: m 2400.<br />
Il Corno di Braccia è da collocarsi<br />
fra le vette dimenticate, nella<br />
sezione “inspiegabilmente dimenticate”.<br />
Non si nasconde certo alla vista di<br />
chi alza il naso dalle quote più basse.<br />
Da San Giuseppe la sua imponenza<br />
è addirittura imbarazzante. Sebbene<br />
manchi un sentiero segnalato, non è<br />
difficile da raggiungere, nè d’estate,<br />
nè d’inverno e offre una delle prospettive<br />
migliori sull’intera Valmaleco.<br />
E’ contornato da stupendi laghi e<br />
pietraie variopinte...<br />
Ma ciò non è bastato: il non aver<br />
valorizzato degnamente questa montagna<br />
l’ha fatta dimenticare.<br />
Una panoramica a 360° dalla vetta del Corno di Braccia.<br />
Lasciamo Primolo alle 7:30<br />
del mattino alla volta di Pradaccio. Il<br />
sentiero si snoda placido fra valgelli,<br />
larici e abeti. E’ facile e ben segnalato.<br />
Dopo esserci spostati verso S, ci<br />
alziamo in direzione SO.<br />
Questa settimana sembrava fosse<br />
nevicato, ma di neve ne rimane ben<br />
poca. In cambio per terra c’è parecchio<br />
e fastidioso ghiaccio. Ma questo<br />
caldo lo traformerà in aghi di pino.<br />
Dopo il casèl de l’acqua, poca<br />
strada ci separa dai prati di Pradaccio,<br />
dove, di rito, andiamo ad occupare<br />
l’artistico tavolo in legno e<br />
pietra vicino alla baita dell’amico<br />
Davide (m 1725, ore 1).<br />
Messe le ciaspole e con le<br />
bocche ancora fumeggianti per il tè<br />
caldo, seguiamo il sentiero estivo e<br />
raggiungiamo la base del possente<br />
costolone roccioso che orla a dx la<br />
valle di Sassersa (O). Un masso con<br />
scritto “Forza!” sancisce l’inizio del<br />
ripido.<br />
<strong>Le</strong> prime curve sono strette e<br />
immerse fra i pini mughi, quindi<br />
il tracciato si fa più arido entro<br />
un’enorme ganda rossastra. A circa<br />
a un terzo del pendio, il sentiero si<br />
sposta sul versante orografico dx e<br />
prosegue sulla sponda meridionale<br />
della valle. D’inverno, quando non<br />
si ha il problema di aggirare le gande<br />
<strong>Primavera</strong> <strong>2008</strong><br />
perchè gli interstizi fra i massi sono<br />
messi in sicurezza dalla neve, si sale<br />
direttamente la linea di massima<br />
pendenza lungo il greto del torrente.<br />
Un primo tratto ripido introduce in<br />
una gola più dolce che culmina con<br />
un imbuto: il sipario all’inferiore dei<br />
laghi di Sassersa (m 2368, ore 2).<br />
I laghetti di Sassersa sono tre. Il<br />
più grande è l’intermedio (m 2391),<br />
spostato a SE dell’inferiore. A m<br />
2400 si trova il terzo. Cupo e incassato,<br />
è spesso gelato fino a stagione<br />
inoltrata. Giace oltre una fascia di<br />
rocce verdastre dove vi sono i resti di<br />
una miniera di rame. Quindi, non visibile<br />
dal tracciato dell’Alta Via della<br />
La prima ascensione alpinistica al Corno di Braccia porta i nomi di Bruno Galli-Valrio e Graglia, 19<br />
agosto 1906.<br />
L’ultimo tratto dell’ascesa al Corno di Braccia. In primo piano il costolone roccioso che segna il<br />
punto di curvature della cresta S del Corno di Braccia.<br />
LE MONTAGNE DIVERTENTI CORNO DI BRACCIA - 25