n. 4 - Primavera 2008 - Le montagne divertenti
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EDITORIALE<br />
Beno<br />
Un editoriale, una poesia o il testo di una canzone nascono in<br />
momenti speciali.<br />
Non puoi mai sapere quando.<br />
Una situazione, un suono, un paesaggio risvegliano il ricordo di un sogno o di<br />
qualcosa di magico che hai vissuto.<br />
L’emozione e l’empatia ti colgono di sorpresa.<br />
Questi attimi si sciolgono come neve al sole, e devi sforzarti di segnarteli nel cuore.<br />
Quando la bellezza della vita si palesa, io vinco il mio imbarazzo nell’ammettere l’amore<br />
che ne nasce, ma poi torno al quotidiano e credo che un fiore così bello e indifeso vada nascosto<br />
talmente bene da dimenticarsi dove lo si è messo.<br />
A volte provo ribrezzo per ciò che mi circonda, per l’avidità e l’insensibilità di molti uomini, per<br />
l’attaccamento al denaro, per la vocazione dei più a volere affermare la loro superiorità sugli altri<br />
inventandosi le regole del gioco.<br />
Come ci si può sentire realizzati nel possedere più banconote di un altro?<br />
Tutti si credono Dio e Dio li lascia fare.<br />
Così la mia bocca si impasta, le parole si accavallano caotiche come i sassi in una ganda; perdono<br />
ogni coerenza e tornano a rintanarsi nel profondo dello stomaco.<br />
I pensieri più profondi mi accompagnano quando sono in montagna, quando sto scalando,<br />
quando sono ore e ore che vago alla ricerca della mia meta.<br />
So che chi non mi capisce è perchè non ha mai vissuto veramente la montagna.<br />
Ed è anche per lui che scriviamo queste pagine.<br />
Coi miei compagni d’avventura attraversiamo ore di silenzio<br />
quando siamo in compagnia. Il senso delle cose diventa l’ammirare<br />
la bellezza della natura, l’assaporarne la vicinanza, sentirsi<br />
onorati d’esser lì.<br />
Tutto il resto? Superfluo. Il freddo, i precipizi, la stanchezza<br />
diventano amici.<br />
Talvolta mi emoziono, mi scappa qualche lacrima che<br />
nessuno vede e che il vento asciuga premuroso.<br />
Non ci guardiamo gli uni con gli altri quando siamo<br />
in silenzio. Il rumore dei nostri passi, i nostri respiri o il<br />
tintinnio le piccozze che sbattono contro i ramponi di chi<br />
prepara lo zaino alla rinfusa mi assicurano che nessuno si è<br />
perso.<br />
Il senso di tutto sta in quella pace, nel farsi piccoli<br />
piccoli e pregare che quell’attimo diventi eterno.<br />
Poi i rumori svaniscono per qualche metro...<br />
“Beno ti è caduta la piccozza, te l’ho recuperata<br />
io...”.<br />
“Beviamo un po’ di te’?”<br />
“Ma sì... prendiamo il mio che è ancora<br />
caldo”.