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Gennaio/Febbraio 2011 - Associazione Nazionale Carabinieri

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<strong>Carabinieri</strong>tà<br />

di N. M.<br />

RICORDI, NON RIMPIANTI<br />

Fiducia nel futuro<br />

Il pensiero e la speranza non hanno limiti<br />

Appena concluse le festività natalizie<br />

ed esaurita la carica di buonismo<br />

che tra Natale e Capodanno<br />

ci pervade un po’ tutti,<br />

riprendiamo le consuete attività,<br />

affrontando il normale impegno che ci fa<br />

sentire vivi ed attivi.<br />

Talvolta il ritorno<br />

alla cosiddetta quotidianità<br />

ci deprime,<br />

ci induce a meditazioni<br />

ed al confronto<br />

con i problemi<br />

della vita, a<br />

considerazioni<br />

quasi banali sul<br />

tempo che passa<br />

inesorabile, sui ricordi,<br />

sulle inevitabili<br />

delusioni che la<br />

vita a volte ci riserva.<br />

In proposito mi<br />

scrive una lettera<br />

lunga ed appassionata<br />

un “mio” vecchio<br />

Maresciallo,<br />

antico e capace<br />

collaboratore, appartenente<br />

alla categoria<br />

di coloro<br />

alla cui esperienza<br />

e maturità intere<br />

generazioni di ufficiali<br />

abbiamo attinto<br />

per assolvere<br />

al meglio le nostre<br />

funzioni di comando<br />

e di gestione<br />

del servizio<br />

nell’Arma. Il mio<br />

prezioso amico<br />

deve essere vittima proprio di una siffatta<br />

sindrome depressiva se scrive: ”Da quando<br />

sono in pensione sono assalito dai ricordi,<br />

dai rimpianti, dallo scoraggiamento. Mi appaiono<br />

inutili tutti i sacrifici fatti in tanti anni<br />

di servizio, che forse nessuno ha veramente<br />

apprezzato. Sono stanco perché ho perduto<br />

la speranza, perché non ho più voglia<br />

di fare, perché non trovo interesse alle cose<br />

che prima mi appassionavano. Lei è stato<br />

mio superiore diretto, mio punto di riferimento:<br />

mi dica qualcosa, per favore, qualcosa<br />

di valido per me e per tutti coloro che<br />

soffrono come me la solitudine più disperante<br />

”.<br />

Mi sento in dovere di rispondere così, semplicemente,<br />

come si parla ad un Amico, col<br />

quale si sono condivisi sacrifici e fatiche e,<br />

soprattutto, si è condivisa la fede nella nostra<br />

grande Arma e nella Patria.<br />

È bello coltivare i ricordi, le gioie della nostra<br />

vita trascorsa al servizio dei cittadini, i<br />

sacrifici ad essa connessi; è giusto avere<br />

compiuto i doveri del proprio stato “non per<br />

timore di pena o speranza di ricompensa”.<br />

Ma non è utile né opportuno vivere solo di<br />

ricordi e di rimpianti. Bisogna avere il coraggio<br />

della speranza e non certo per un otti-<br />

mismo di facciata; un Carabiniere, quando<br />

è andato avanti negli anni, deve trovare valide<br />

radici della sua fiducia nel futuro, nell’Istituzione<br />

che gli ha chiesto, per accettarne<br />

il servizio, un giuramento di fedeltà,<br />

che gli ha imposto per tutta l’estensione<br />

temporale della sua attività ed oltre, una<br />

vita responsabile ed una moralità non sempre<br />

presente nella<br />

società. Solo così<br />

possiamo attivare<br />

energie altrimenti<br />

sprecate e trascurate.<br />

È giusto compilare<br />

un bilancio<br />

degli obiettivi conseguiti<br />

e delle cose<br />

omesse. Ma non<br />

possiamo rinunciare<br />

a fare progetti,<br />

a coltivare la speranza,<br />

ad avere almeno<br />

un sogno:<br />

quello di una società<br />

meno ingiusta,<br />

più rispettosa<br />

dei diritti della persona,<br />

speranza costruita<br />

col nostro<br />

contributo di pensiero<br />

e di azione,<br />

resa migliore e concreta<br />

dalla solidarietà<br />

verso gli altri.<br />

E non è vero che<br />

nessuno ha apprezzato<br />

i suoi esemplaricomportamenti.<br />

I suoi<br />

sacrifici, Amico, li<br />

abbiamo ben valutati<br />

e graditi in<br />

molti: il suo lavoro,<br />

onesto e silenzioso<br />

come quello di una innumerevole schiera di<br />

nostri colleghi, è servito a tutti noi per rendere<br />

un più efficace servizio alla Patria che<br />

ci ha chiesto devozione efficienza e fedeltà.<br />

Deve esserne fiero. Forse non Le ho detto<br />

tutto quello che si aspettava da me. Ma l’ho<br />

detto col cuore, con sentimenti di amicizia,<br />

con l’intento di rinsaldare la fiducia e la<br />

speranza nel cuore di un Amico Carabiniere.<br />

■<br />

10 / gennaio - febbraio <strong>2011</strong> le Fiamme d’Argento

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