Gennaio/Febbraio 2011 - Associazione Nazionale Carabinieri
Gennaio/Febbraio 2011 - Associazione Nazionale Carabinieri
Gennaio/Febbraio 2011 - Associazione Nazionale Carabinieri
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Naja<br />
ABOLITA O SOSPESA, SI VEDRÀ<br />
Quando c’era la Leva<br />
Considerazioni di uno che si é fatto 18 mesi con la penna nera<br />
di Franco Piccinelli<br />
Passano così veloci gli anni che ti<br />
sfugge quello in cui venne abolita<br />
(o davvero sospesa?) la leva<br />
militare obbligatoria. Per gli adolescenti<br />
converrà precisare che<br />
l’arruolamento avveniva con la spedizione<br />
della cartolina precetto e con i bandi larghi<br />
come lenzuola affissi negli albi pretori di<br />
ciascun comune: ma anche affissi ovunque<br />
ci fosse uno spazio in bellavista, ideali le<br />
cortecce degli ippocastani che alberavano<br />
viali solenni o maestosi ristavano in solitudine.<br />
Lì, su quelle lenzuola c’erano infiniti<br />
articoli, commi, codicilli, indicazioni, e fra<br />
tutte le nozioni quella imperante del distretto<br />
militare. Il primo anno in cui i diciottenni<br />
la fecero franca, restarono a casa<br />
cioè, si fece baldoria: un po’ come a ven-<br />
■ Dal libro di Bruno Riosa “Disegni di un Alpino”, Editrice Silvana<br />
le Fiamme d’Argento<br />
tun anni si partiva per le caserme del servizio<br />
e tutto sembrava festoso, persino l’addio<br />
alla morosa.<br />
A ben rifletterci, le due forme di commiato<br />
da qualcuno o da qualcosa erano un prologo<br />
a quelle che sarebbero state, finita la<br />
ferma,le nozze con il relativo cerimoniale di<br />
canti e brindisi: ma anche l’anticipazione<br />
delle sempre più frequenti ricorrenze del divorzio,<br />
che libera dagli eventuali errori e ne<br />
anticipa di nuovi.<br />
Fecero baldoria, insomma, i diciottenni a<br />
mano a mano susseguitisi nelle anagrafi<br />
comunali, per festeggiare sì la maggiore<br />
età ma soprattutto quello che poteva considerarsi<br />
uno scampato pericolo: i diciotto,<br />
dodici, dieci mesi di naja. E non sapevano,<br />
quei ragazzi, di far l’inchino a un danno che<br />
gli si approssimava. Vita di caserma significava<br />
o poteva essere socializzazione, cameratismo,confronto<br />
di idee sul<br />
presente e sul<br />
dopo, caduta di<br />
pregiudizi nel nome<br />
dell’esperienza diretta<br />
che fa giustizia<br />
di tanti luoghi comuni.<br />
Significava<br />
inoltre, la vita di caserma,adeguamento<br />
alla virtù<br />
della pazienza, rispetto<br />
delle regole<br />
prima che delle<br />
leggi, onor di gerarchia<br />
a partire dall’ironico<br />
“anzian fa<br />
grado”con il cui ritornello<br />
si giochicchiava<br />
ai ruoli<br />
adulti. Significava,<br />
ancora, saper cavarsela<br />
da solo<br />
senza chiedere soccorsi<br />
che meglio venivano<br />
dirottati altrove,<br />
conoscere per<br />
intero il sentimento<br />
della dignità assieme<br />
a quello<br />
della carità che fa<br />
allungare la mano<br />
al sodale cui qual-<br />
cosa è girato per storto. Persino, in caserma,<br />
da una situazione debellata e da un<br />
caso vinto s’imparava a conoscersi fisicamente<br />
e spiritualmente, a prendere cognizione<br />
del proprio corpo rispettandolo nel<br />
preservarsi dagli strapazzi. Ci si faceva anche<br />
ragione quando la si aveva e si era<br />
compassionati se non si riusciva a farla valere.<br />
Malanni insospettabili o non registrati<br />
nella vita borghese venivano scoperti e curati<br />
tempestivamente prima e dentro la vita<br />
di caserma.<br />
Ci si sentiva a perfetto agio indossando<br />
l’uniforme alla libera uscita e sembrava<br />
che le ragazze ammiccassero o comunque<br />
ammirassero: si capisce a patto d’essere<br />
dei campioni di virilità,sennò lo sguardo<br />
proseguiva oltre, amorfo.<br />
A piccoli passi si raggiungevano piccoli traguardi<br />
dai quali tuttavia cresceva la stima<br />
in se stessi. Insomma, la naja sembrava ed<br />
era un grande corso preparatorio alla vita<br />
alla quale ci si presentava infine da uomini<br />
fatti, sull’esempio di quanti in famiglia avevano<br />
respirato il medesimo odore di casermaggio,<br />
di letti con il cubo tirato alla lignola,<br />
di prontezza nell’agire ma anche di<br />
cautela se bisognava. All’età del’ingresso<br />
per naja in caserma, a quella stessa età<br />
molti giovani d’oggi s’interrogano su se<br />
stessi, sul significato del vivere, e qualche<br />
volta, per non arrendersi,si fanno violenti,<br />
per lo meno ineducati, nella sfrontatezza<br />
credendo di trovare la propria forza. Interrogati,<br />
lamentano di non avere tradizioni a<br />
sostenerli, quasi ci si fosse scordati di loro.<br />
Ormai è tardi, difficile, per ridistribuire le razioni<br />
esistenziali che fanno la spina dorsale.<br />
La naja era una delle razioni. Bellissima.<br />
Utilissima nel dopo. Ma non c’è più. E c’è<br />
malinconia nel celebrarne l’estinzione. ■<br />
gennaio - febbraio <strong>2011</strong> / 11