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Gennaio/Febbraio 2011 - Associazione Nazionale Carabinieri

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Anno 1861<br />

150 ANNI FA<br />

I <strong>Carabinieri</strong> diventano arm<br />

Uno storico riordinamento che risale al 24 gennaio 1861<br />

di Nicolò Mirenna<br />

Tanti avvenimenti importanti sono<br />

successi nel 1861 proprio 150<br />

anni fa. Il 18 febbraio fu inaugurato<br />

il primo Parlamento italiano; la<br />

legge del 17 marzo 1861 sancì la<br />

nascita del Regno d’Italia; poco dopo il<br />

governo presentò un disegno di legge col<br />

quale Vittorio Emanuele assumeva per sé e<br />

per i suoi successori il titolo di Re d’Italia.<br />

Sono appena avviate le programmate celebrazioni<br />

dei 150 anni dell’unità italiana<br />

alle quali l’Arma dei <strong>Carabinieri</strong> oggi partecipa<br />

come uno dei protagonisti di quegli avvenimenti<br />

che portarono alla conclusione di<br />

un faticoso processo di unificazione. Ma c’è<br />

da richiamare alla memoria degli Italiani<br />

anche un’altra ricorrenza di notevole importanza<br />

storica, particolarmente significativa:<br />

i <strong>Carabinieri</strong> giusto 150 anni fa, con il Regio<br />

Decreto del 24 gennaio 1861, nell’ambito<br />

di una radicale riorganizzazione dell’antica<br />

“Armata Sarda” che assunse così la<br />

denominazione di “Regio Esercito Italiano”,<br />

si dettero un nuovo ordinamento profondamente<br />

innovativo. In tale quadro l‘allora<br />

Reale Corpo dei <strong>Carabinieri</strong> fu denominato<br />

“Arma”ed estese progressivamente il proprio<br />

intervento ai territori di recente acquisizione.<br />

Da allora, i <strong>Carabinieri</strong> sono diven-<br />

tati l’Arma per antonomasia, l’Arma degli<br />

Italiani, l’Arma in tutto il mondo. All’inizio<br />

dell’anno 1861 l’unità d’Italia poteva considerarsi<br />

un dato di fatto ancorché non<br />

fosse stata ancora completata. Si rivelò<br />

ben presto necessario, mano a mano che<br />

venivano annessi i territori dei singoli Stati<br />

italiani, procedere all’adeguamento delle<br />

strutture statuali alle nuove, più vaste realtà<br />

territoriali. I provvedimenti legislativi adot-<br />

tati in quell’anno, non si limitarono a semplici<br />

ritocchi formali. Lo stesso Ministro<br />

della Guerra, Gen. Manfredo Fanti, riconobbe<br />

(nel 1860) che “Precipuo dovere<br />

del Governo verso i popoli novellamente annessi<br />

allo Stato è senza dubbio quello di<br />

provvedere alla sicurezza pubblica ed a<br />

questo uopo fu una delle sue prime sollecitudini<br />

quella di applicare a questi Stati<br />

l’istituzione dell’Arma dei <strong>Carabinieri</strong> che ha<br />

reso nelle province subalpine, per tanti<br />

anni, servizi eminenti. Senonché l’azione di<br />

quest’arma dovendo essere avvalorata da<br />

provvedimenti legislativi che ne sanciscano<br />

le attribuzioni, i doveri ed i diritti occorrerebbe<br />

di provvedervi o col pubblicare anche<br />

nelle nuove province la legge costitutiva<br />

del Corpo 16 ott. 1822 ovvero con altre<br />

leggi equivalenti.” Si provvide pertanto con<br />

il Decreto del 24 gennaio ad innescare un<br />

intenso e difficile processo di assorbimento<br />

delle gendarmerie dei vari Stati italiani<br />

mano a mano annessi al nuovo Regno<br />

d’Italia”, con nuovi organici e nuove strutture<br />

di adeguamento funzionale e delle diverse<br />

culture alle nascenti realtà sociali.<br />

Nacque così il Comitato dell’Arma (che sostituì<br />

il Comando Generale del Corpo) composto<br />

di :<br />

- Un Presidente col grado di Luogotenente<br />

Generale (Lgt. Gen. Federico Costanzo Lovera<br />

di Maria che era stato Comandante<br />

8 / gennaio - febbraio <strong>2011</strong> le Fiamme d’Argento

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