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Gennaio/Febbraio 2011 - Associazione Nazionale Carabinieri

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porto: è imbarazzante spesso l’inadeguatezza<br />

e la carenza di ricettività. Gli interventi<br />

sono stati sempre circoscritti alla sola<br />

tutela, intervenendo nella conservazione<br />

ma disattendendo alla utilizzazione per fini<br />

turistici. Una corrente di pensiero che ritengo<br />

“immobile” nel senso che non propone<br />

soluzioni d’uso alternative e diverse<br />

dal “tradizionale percorso museale” sia in<br />

spazi all’aperto che in spazi chiusi, considera<br />

contrario alla conservazione del bene<br />

un uso “turistico” dello stesso. È vero che<br />

talvolta, l’eccessiva presenza di turisti causa<br />

sovraffollamento con conseguenti problematiche<br />

nella godibilità e nella tutela del<br />

sito, sia protetto sia aperto. In questi casi si<br />

ovvia facilmente al problema contrapponendo<br />

normative che limitano il numero dei<br />

visitatori predisponendo una adeguata e ri-<br />

le Fiamme d’Argento<br />

gorosa vigile osservazione, anche con validi<br />

mezzi tecnico informatici, d'altronde molti<br />

già in uso. Il moderno turismo culturale è<br />

un’importante fenomeno che si pone all’interno<br />

dell'industria turistica e si riscontra<br />

sempre una maggiore domanda che va soddisfatta,<br />

in particolare nel nostro Paese,<br />

ricco di molteplici aspetti culturali. Questa<br />

domanda deve essere incoraggiata e supportata<br />

per l’importanza e l’ampiezza il nostro<br />

patrimonio, unico nel mondo, dovrebbe<br />

essere rispettato al pari di altre attività<br />

produttive nazionali, non a caso ho detto “industria<br />

turistica”. Il turismo in Italia è strettamente<br />

legato ai beni storico-artistici, qualora<br />

questi venissero compromessi nel<br />

senso di non completa godibilità o di degrado<br />

è come se nei paesi arabi si degradassero<br />

i giacimenti petrolifici per scarsa<br />

manutenzione, facendo a mancare la principale<br />

fonte di reddito e di occupazione.<br />

Non è attualmente questo il nostro caso e<br />

il paragone è un po’ forzato. Si può sempre<br />

migliorare la capacità produttiva del nostro<br />

bene naturale ottimizzandone lo “sfruttamento”<br />

attraverso la creazione di nuove figure<br />

professionali, arricchendo con un speciale<br />

piano nazionale l’attuale politica<br />

turistica. Il riuso intelligente, per esempio,<br />

dei numerosissimi centri storici italiani in<br />

stato di degrado piccoli o grandi che siano,<br />

veri e propri musei all’aperto, potrebbe essere<br />

l’occasione per ravviare tutte le attività indotte<br />

ora poco operanti. Il vantaggio economico<br />

perso dal dopoguerra ad oggi per non aver<br />

curato questo aspetto produttivo è enorme:<br />

forse vale la pena di curare con migliore intelligenza<br />

questo nostro patrimonio. ■<br />

gennaio - febbraio <strong>2011</strong> / 15

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