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Delitti e castighi<br />
(nell’ottava città più ambita al mondo)<br />
Periodicamente gli organi di stampa<br />
lusingano o deprimono i romani,<br />
riferendo di un nuovo studio che<br />
colloca la città in cima o in fondo<br />
a classifiche di merito circa la sua<br />
vivibilità. Apprendiamo così che qui<br />
si pagano le case più care d’Italia, e<br />
tra le più care del mondo, o che c’è<br />
una tra le più alte concentrazioni di<br />
auto, che in proporzione abbiamo una<br />
rete di metropolitane tra le più scarse<br />
dell’occidente, oppure, novità del<br />
mese in corso, che nel mondo Roma<br />
viene ritenuta l’ottava città più ambita<br />
per viverci. In sostanza se si chiede<br />
a un tongano o a un newyorkese, a<br />
un eschimese o a un gaucho della<br />
Pampa, in quale città vorrebbe vivere,<br />
nella rosa dei sogni, ad un lusinghiero<br />
ottavo posto, c‘è Roma. I motivi? I<br />
soliti: clima, cibo, cultura, carattere dei<br />
romani. Noi che ci abitiamo sappiamo<br />
però che la vita cittadina è avvelenata<br />
da problemi, disservizi, pericoli vari.<br />
Un’estate come al solito densa di casi<br />
di cronaca spinge politici, intellettuali,<br />
associazioni di categoria e comitati<br />
cittadini a esprimere giudizi e critiche<br />
su malasanità e traffico, chiusure<br />
del centro e campi nomadi, edilizia<br />
selvaggia e sporcizia nelle strade.<br />
In una grande città l’attualità porta<br />
sempre alla ribalta casi, spesso<br />
criminosi, che giustificano questi<br />
interventi, alimentando le diatribe tra<br />
fazioni politiche o, come succede<br />
da qualche anno, tra residenti e<br />
commercianti a proposito della<br />
convivenza tra chi vive in centro<br />
e chi vende merci e divertimento.<br />
Per il ripetersi di incidenti stradali e<br />
violenze sulle donne, risse notturne ed<br />
emergenze rifiuti, spesso si mettono<br />
sullo stesso piano le responsabilità<br />
morali di un reato con quelle materiali di<br />
chi lo ha commesso: per uno stupro in<br />
periferia si polemizza sulla mancanza<br />
di illuminazione e sorveglianza; per<br />
una notte di schiamazzi in Campo<br />
de’ Fiori si individua nel consumo<br />
di alcol l’origine di tutti i mali. Se da<br />
una parte questo discutere consente<br />
l’approfondimento di un fenomeno,<br />
dall’altra rischia di sollevare il comune<br />
di Giuliano Giulianini<br />
cittadino da una responsabilità<br />
individuale che dovrebbe sentire<br />
come primo dovere verso la città.<br />
Sarà banale ma occorre ribadire<br />
che in alcuni casi le colpe individuali<br />
superano le responsabilità collettive,<br />
in altri casi avviene il contrario, meno<br />
spesso possono equivalersi. Per<br />
quanto si vieti la vendita di alcolici e<br />
bottiglie di vetro nei locali del centro<br />
la colpa delle risse nei vicoli e nelle<br />
piazze della movida e del sudiciume<br />
del giorno dopo sarà sempre,<br />
principalmente, di chi beve troppo<br />
e non usa cassonetti e gabinetti;<br />
mancheranno lampioni e pattuglie di<br />
polizia ma un’aggressione sessuale<br />
sarà sempre colpa di criminali efferati;<br />
l’Ama avrà delle responsabilità nella<br />
carente raccolta rifiuti, ma le cartacce<br />
buttate in terra e i sanitari abbandonati<br />
in parcheggi e giardini sono “delitti” che<br />
vanno in carico agli incivili; le consolari<br />
saranno anche strette e troppo veloci,<br />
ma chi si mette alla guida ubriaco o<br />
sceglie di guidare a velocità eccessiva<br />
dovrebbe perdere il diritto alla patente,<br />
possibilmente prima di far danno a<br />
se stesso e agli altri. Al contrario non<br />
si può fare la voce grossa con chi<br />
occupa appartamenti se il diritto alla<br />
casa è negato a tanti mentre i prezzi<br />
e gli affitti dei più improbabili tuguri<br />
di periferia (magari abusivi) valgono<br />
dimore di pregio in altre città; non si<br />
possono perseguitare fino al carcere<br />
immigrati clandestini e ambulanti se<br />
poi si scopre che su di loro si basa il<br />
lavoro nei cantieri, nei campi agricoli, e<br />
la merce nei borsoni viene dalle stesse<br />
fabbriche delle griffe che riforniscono<br />
i negozi. Qualche volta colpe e<br />
responsabilità si equivalgono, come<br />
quando un autobus che non dispone<br />
di corsie preferenziali è bloccato in<br />
un ingorgo causato dalla doppia<br />
fila di chi fa shopping. La ricetta per<br />
risolvere queste situazioni dovrebbe<br />
comprendere certamente soluzioni<br />
politiche a monte e pianificazioni di<br />
largo respiro, ma secondo noi non si<br />
fa ancora abbastanza per punire in<br />
maniera esemplare chi si disinteressa<br />
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