moda le proprie opere. Le sue performances hanno c<strong>on</strong>quistato l’attenzi<strong>on</strong>e dei critici ma hanno sempre lasciato uno strascico di polemiche per il suo uso spregiudicato di tematiche sociali e di ambienti metropolitani L’Italia, paese in cui l’artista viene per la prima volta, n<strong>on</strong> sembra fare eccezi<strong>on</strong>e. Serpica naro si ispira al total design che tratteggia artisticamente n<strong>on</strong> solo abiti, accessori ed ambienti ma stili di vita e di prospettive sociali. [...] Nelle sue parole “we are not the high class, we are not the low class, we are the new class” c’e’ tutta la sua ambizi<strong>on</strong>e ma è proprio dai suoi spregiudicati atteggiamenti che nasce il c<strong>on</strong>trasto c<strong>on</strong> i giovani attivisti gay di Milano ” Questo è l’inizio della presentazi<strong>on</strong>e di Serpica Naro sul sito della settimana della moda [29], evento di interesse internazi<strong>on</strong>ale, attorno al quale girano ogni anno decine di migliaia di euro. Ma la giovane e attesissima stilista, incaricata di chiudere la settimana della moda di quest’anno, si è rivelata essere soltanto l’anagramma di San Precario, patr<strong>on</strong>o e simbolo dei lavoratori precari milanesi. Davanti agli occhi increduli di stilisti, vip e giornalisti, i lavoratori precari hanno sfilato sulla passerella, mostrando abiti come pancere nasc<strong>on</strong>di-gravidanza, adatte a lavoratrici precarie che n<strong>on</strong> vogliano perdere il proprio posto di lavoro, g<strong>on</strong>ne anti-mano morta piene di trappole per topi, minig<strong>on</strong>ne sexy per fare carriera più in fretta, abiti da sposa per d<strong>on</strong>ne senza cittadinanza italiana, tute da lavoro c<strong>on</strong> pigiama, per essere sempre pr<strong>on</strong>ti a lavorare notte e giorno. La beffa, in cui la Camera Nazi<strong>on</strong>ale della moda è caduta senza nessun sospetto, è stata preparata in tre settimane di lavoro ben coordinato di circa duecento pers<strong>on</strong>e, che hanno appr<strong>on</strong>tato un look book di grande qualità, un sito internet dedicato alla stilista [30], diversi altri siti falsi creati ad arte che parlavano di lei e rassegne stampa fasulle. A rendere tutto più reale è stato anche un passato scabroso inventato per la stilista, che si sarebbe finta attivista gay per c<strong>on</strong>vincere alcuni modelli omosessuali giapp<strong>on</strong>esi a posare per una rivista alternativa e avrebbe poi sfruttato le loro immagini per la propria pubblicità; la divulgazi<strong>on</strong>e di questa notizia nelle mailing list gay italiane aveva suscitato una polemica intorno alla stilista. Importante è stata anche la collaborazi<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> una rete di pers<strong>on</strong>e all’estero, che ha dotato Serpica Naro di un ufficio stampa a Tokyo e uno a L<strong>on</strong>dra, oltre a quello italiano. Oltre ad avere attirato l’attenzi<strong>on</strong>e dei media sul tema assai caro della propria c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>e di lavoro, i lavoratori precari del m<strong>on</strong>do della moda milanese hanno anche creato e pubblicizzato un nuovo meta-marchio, come l’hanno definito, per la rete di autoproduzi<strong>on</strong>i a livello europeo c<strong>on</strong> cui s<strong>on</strong>o in c<strong>on</strong>tatto. Il marchio di Serpica Naro è infatti già stato registrato, perchè diventi “un l(u)ogo di reti di autoproduzi<strong>on</strong>i tessili, di c<strong>on</strong>divisi<strong>on</strong>e dei saperi, di creatività e immaginario di c<strong>on</strong>trapposizi<strong>on</strong>e alla moda [31]. I materiali saranno tutti raccolti nel laboratorio/sito ufficiale della finta stilista, a c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>e di essere “open source”. Tutti quelli che si ric<strong>on</strong>osceranno in questo metabrand potranno firmarsi Serpica Naro. Elementi come la fantasia, un abile uso delle tecnologie, la valorizzazi<strong>on</strong>e 31
delle proprie competenze in un modo originale e lo sbeffeggiamento di un m<strong>on</strong>do basato sull’apparenza e sul denaro come quello della moda, fanno di questa una tipica azi<strong>on</strong>e hacker, mostrando come l’etica hacker sia pervasiva e si stia diff<strong>on</strong>dendo in ambiti che vanno al di là dello sviluppo di hardware e software. Le abilità tecniche richieste per questa azi<strong>on</strong>e, in particolare, n<strong>on</strong> erano legate tanto al livello del software (e ancora meno dell’hardware), ma a quello che può essere definito infoware[32]. 32