Etica Hacker: L'imperativo `e hands-on.
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4.6 I computer poss<strong>on</strong>o cambiare la vita in meglio<br />
L’idea che le macchine si sarebbero sostituite al lavoro umano, almeno nei compiti<br />
più pesanti e noiosi, ha sempre accompagnato lo sviluppo delle nuove tecnologie,<br />
dando luogo a una sorta di utopia, quella della “fine del lavoro” per usare<br />
le parole di Jeremy Rifkin[35]. Quasi un ritorno alla fase dell’Eden, quando<br />
l’uomo n<strong>on</strong> aveva bisogno di lavorare; una nuova epoca storica in cui il tempo<br />
da dedicare al lavoro sia sempre meno, e resti più spazio per l’“ozio” e per coltivare<br />
i propri interessi; in cui anche il lavoro, quello che rimane, sia stimolante,<br />
intellettuale, fatto di interazi<strong>on</strong>e fra le pers<strong>on</strong>e.<br />
Questa resta purtroppo un’utopia, tanto più distante dalla realtà in quanto<br />
la ricchezza prodotta dalle macchine n<strong>on</strong> viene redistribuita e gli squilibri sociali<br />
aumentano. L’accentramento dei saperi sottoforma di brevetti n<strong>on</strong> fa che<br />
aumentare i profitti di poche aziende lasciando un numero sempre crescente di<br />
pers<strong>on</strong>e nella miseria.<br />
Nella cultura hacker è forte la c<strong>on</strong>sapevolezza di questi meccanismi di accentramento<br />
di potere e di esclusi<strong>on</strong>e sociale, che passano ormai spesso dall’esclusi<strong>on</strong>e<br />
all’accesso alle tecnologie e alle informazi<strong>on</strong>i [36]; ma altrettanto forte<br />
è anche la c<strong>on</strong>sapevolezza delle potenzialità che le tecnologie poss<strong>on</strong>o offrire per<br />
migliorare la nostra vita.<br />
Accanto alle battaglie politiche, sociali e culturali portate avanti instancabilmente<br />
dalla comunità hacker perchè i benefici portati dalle nuove tecnologie<br />
possano ricadere su tutti, vi è la c<strong>on</strong>vinzi<strong>on</strong>e di essere dei privilegiati. Per gli<br />
hacker l’utopia della “fine del lavoro” è più vicina di quanto possa sembrare,<br />
se pensiamo che il loro lavoro, quello che viene lasciato dalle macchine, ovvero<br />
di programmarle, assomiglia di più a un gioco che al lavoro tradizi<strong>on</strong>ale. La<br />
cultura hacker porta c<strong>on</strong> sè una nuova etica del lavoro, come ha mostrato Pekka<br />
Himanem nel suo libro “L’etica hacker e lo spirito dell’età dell’informazi<strong>on</strong>e”<br />
[22], dove la motivazi<strong>on</strong>e al lavoro n<strong>on</strong> è data dal denaro ma in primo luogo<br />
dalla passi<strong>on</strong>e per quello che si fa: “c’è una certa differenza tra l’essere permanentemente<br />
tristi e l’aver trovato una passi<strong>on</strong>e nella vita, per la cui realizzazi<strong>on</strong>e<br />
ci si può anche impegnare nelle parti meno divertenti ma comunque necessarie”.<br />
4.6.1 Wikipedia: un enciclopedia redatta collaborativamente<br />
Il progetto Wikipedia [19] è nato nel 2001 c<strong>on</strong> l’intento di costruire un’enciclopedia<br />
libera, aperta e multilingue. L’enciclopedia è libera, perchè è coperta dalla<br />
GNU Free Documentati<strong>on</strong> License, ma questo n<strong>on</strong> è il suo aspetto più innovativo.<br />
La novità più grande sta nel fatto che i redattori s<strong>on</strong>o i lettori stessi, cioè<br />
potenzialmente tutti gli abitanti del nostro pianeta. L’encicolpedia è un tentativo<br />
azzardato di dare la parola a tutti, di raccogliere quel pezzetto di sapere<br />
che ciascuno possiede e vuole mettere a disposizi<strong>on</strong>e degli altri, e ricomporre il<br />
c<strong>on</strong>tributo di tutti come in un puzzle.<br />
Grazie all’uso del wiki 8 , ovvero di un tipo di pagina che può essere modifica-<br />
8 wiki: parola hawaiiana che significa “veloce”<br />
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