pgt piano di governo del territorio - Comune di Colorina (SO)
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Colorina</strong><br />
Parco <strong>del</strong>le Orobie Valtellinesi<br />
PGT<br />
Piano <strong>di</strong> Governo <strong>del</strong> <strong>territorio</strong><br />
Rigogliosi boschi <strong>di</strong> latifoglie alle quote inferiori, e <strong>di</strong> conifere più in alto, crescono favoriti<br />
dall'esposizione settentrionale <strong>del</strong> versante e dalle abbondanti precipitazioni. L'abete rosso è l'albero<br />
più <strong>di</strong>ffuso <strong>del</strong> parco, sostituito dall'abete bianco in associazione al faggio, nel settore occidentale, e<br />
dal larice o dal pino cembro, alle quote più elevate. Rododendri, ontani e ginepri segnano il passaggio<br />
dalla foresta alla prateria alpina che nei mesi estivi si colora con vistose fioriture. Gli ambienti rupestri<br />
e quelli periglaciali, caratterizzati da con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita estreme, ospitano vegetazioni specializzate, con<br />
specie appariscenti e alcune autentiche rarità botaniche. Molti animali tipici <strong>del</strong>le Alpi trovano sulle<br />
Orobie il proprio habitat. Qui è possibile imbattersi in caprioli, camosci, stambecchi, questi ultimi<br />
recentemente reintrodotti. Anche il raro gallo cedrone, <strong>di</strong>ventato l'emblema <strong>del</strong> Parco, trova luoghi<br />
adatti alla riproduzione. Preziosa è la presenza, nei boschi <strong>di</strong> conifere, <strong>del</strong> picchio nero e <strong>del</strong>le due<br />
civette, nana e capogrosso. Alcune pareti rocciose ospitato il nido <strong>del</strong>l'aquila reale, mentre la<br />
marmotta, una <strong>del</strong>le sue prede favorite, è facilmente osservabile nelle praterie d'alta quota. Con un<br />
po' <strong>di</strong> fortuna e tanta pazienza si può avvistare un ermellino che spunta tra le rocce o una pernice<br />
bianca ben mimetizzata sulla neve.Non meno importante è il patrimonio storico e antropologico che<br />
si conserva fra queste montagne. Molti segni testimoniano quanto le Orobie fossero importanti nel<br />
passato, sia per le attività agro-silvo-pastorali, sia per i transiti commerciali. Alcuni fra questi sono<br />
stati raccolti presso il Museo <strong>del</strong>l'Homo Salvadego. L'e<strong>di</strong>ficio che lo ospita è situato in contrada<br />
Piron<strong>di</strong>ni, a Sacco, in Val Gerola, ed è caratterizzato da una straor<strong>di</strong>naria ricchezza <strong>di</strong> affreschi. Il più<br />
curioso e interessante è proprio la raffigurazione <strong>del</strong>l'Homo Salvadego. In parecchie località, poi, è<br />
possibile imbattersi nei resti degli antichi forni per la fusione <strong>del</strong> ferro, minerale <strong>di</strong> cui queste<br />
montagne erano particolarmente ricche, o nelle tracce <strong>del</strong>le miniere poste ad alta quota.<br />
DOCUMENTO DI PIANO RELAZIONE ILLUSTRATIVA<br />
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