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pgt piano di governo del territorio - Comune di Colorina (SO)

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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Colorina</strong><br />

PGT<br />

Piano <strong>di</strong> Governo <strong>del</strong> <strong>territorio</strong><br />

su quali siano state le tecniche costruttive, come si siano mo<strong>di</strong>ficati i tracciati e le tipologie nel corso<br />

dei secoli: da sentieri che congiungono piccole contrade a strade che evitano i borghi.<br />

Nella zona tra Valtellina, Valchiavenna e Grigioni gli assi <strong>di</strong> percorrenza più antichi, a tutt'oggi<br />

ricostruibili attraverso il ritrovamento <strong>di</strong> reperti, assai vari per tipologia e consistenza, sono:<br />

-l'asse <strong>di</strong> crinale dal Passo <strong>di</strong> San Jorio allo Spluga;<br />

-l'asse Valcamonica - Passo Gavia - Bormio - Val Monastero e la zona <strong>del</strong> Passo <strong>del</strong> Forno;<br />

-l'asse Valcamonica - passo Mortirolo - Valtellina (con le deviazioni verso Grosio e verso Teglio) -<br />

-passo <strong>del</strong> Bernina - Enga<strong>di</strong>na;<br />

-la bassa Enga<strong>di</strong>na verso l'Alto A<strong>di</strong>ge;<br />

-la zona intorno a Sondrio all'imbocco <strong>del</strong>la Val Malenco.<br />

Epoca preistorica<br />

Di rilevante interesse per la Valtellina può essere anche la questione sull'origine romana o meno <strong>del</strong>la<br />

unica via che trasversalmente collegava il Lario con l'Alta valle: la via Valeriana.<br />

La via Valeriana aveva inizio a Olonio, percorreva la Valtellina sulla riva destra <strong>del</strong>l'Adda fino a<br />

Stazzona, da lì passava sulla riva sinistra. Raggiunto Bormio si poteva proseguire verso nord attraverso<br />

i passi <strong>di</strong> Fraele, <strong>del</strong> Gallo, <strong>del</strong>la Val Mora o attraverso l'Umbrail e raggiungere Santa Maria in Val<br />

Monastero.<br />

Il percorso dapprima sulle rive <strong>del</strong> fiume, tra Colico e Campovico, corre poi a mezza costa, per evitare<br />

i rischi <strong>di</strong> alluvioni, toccando Dazio, Ardenno, Pedemonte, Berbenno, Postalesio, Castione, Triangia o<br />

forse Triasso, la località Sassella, Sondrio, Pendolasco, Tresivio, Ponte, Chiuro, poi scende a San<br />

Giacomo, Tresenda, Villa <strong>di</strong> Tirano, da qui, attraversata l'Adda, tocca Stazzona, Lovero, Tovo, Mazzo,<br />

Grosio, Grosotto, Bolladore, Bormio.<br />

Essa, larga circa due metri, era sicuramente utilizzata nel Me<strong>di</strong>oevo come si rileva da numerose<br />

testimonianze, ma si può ipotizzare una sua origina romana.<br />

I pareri degli stu<strong>di</strong>osi al riguardo sono <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>: non abbiamo testimonianze o documenti attestanti in<br />

modo definitivo la sua origine. Probabilmente era utilizzata fin dai tempi più antichi, anche per brevi<br />

tragitti, dalle popolazioni che qui vivevano prima <strong>del</strong>la conquista romana.<br />

Non bisogna <strong>di</strong>menticare che gli spostamenti importanti per gli scambi avvenivano prevalentemente<br />

sulle <strong>di</strong>rettrici nord-sud, e viceversa, piuttosto che sulla linea est-ovest quale è quella su cui si stende<br />

la Valtellina.<br />

La conquista <strong>del</strong>la zona retica cisalpina al centro <strong>del</strong>le Alpi non comportò nessuna <strong>del</strong>le <strong>di</strong>fficoltà che i<br />

romani incontrarono per esempio contro la popolazione dei Salassi appena più a ovest, nella Val<br />

d'Aosta, che venne completamente <strong>di</strong>strutta; gli attraversamenti perciò non avevano carattere<br />

militare ma dovevano per lo più sod<strong>di</strong>sfare esigenze <strong>di</strong> traffici locali.<br />

I Romani, quando non appariva loro necessario costruire vie veloci per il trasferimento <strong>di</strong> eserciti e<br />

attrezzature militari, spesso utilizzarono per i loro spostamenti, dopo averli sistemati e razionalizzati,<br />

percorsi antichi.<br />

Tutti gli stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> filologia, da Pio Rajna, che in un <strong>di</strong>scorso <strong>del</strong> 1926 si <strong>di</strong>sse persuaso <strong>del</strong>l'origine<br />

romana <strong>del</strong>la via, ad Alberto Grilli nei suoi recenti scritti23, sono a favore <strong>del</strong>la romanità e ricordano<br />

che le leggi linguistiche non permettono che un nome proprio si corrompa passando da un significato<br />

noto <strong>di</strong> etimologia popolare (Vallesana) a uno <strong>di</strong> origine ignota o <strong>di</strong> cui si è persa memoria (nel nostro<br />

caso Valeriana, nome ora in uso). Ciò attesta in modo inequivocabile che il nome <strong>del</strong>la via non<br />

significhi solamente "via <strong>di</strong> valle" o "Vallesana", ma risalga al nome proprio <strong>di</strong><br />

Valeriano, come per la via che risale il lago d'Iseo da Brescia al Tonale.<br />

DOCUMENTO DI PIANO RELAZIONE ILLUSTRATIVA<br />

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