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tuna e delle sciagure, delle radici e del dolore, della figlia, del nipote, della<br />

nipot<strong>in</strong>a, del nipote e del mare, del mare e dei suoi anni da mar<strong>in</strong>aio, delle<br />

nazioni e dei popoli, dell’Adriatico, del Mediterraneo, della stella rossa e<br />

delle bandiere, delle dogane, delle guardie, della terra, del mare: so mare,<br />

mi mare. So mare e le storie che. So mare, mia nonna. So mare.<br />

Ritroverai la freschezza. La lucidità, la determ<strong>in</strong>azione, la chiarezza: ricorderai<br />

per cosa e per chi e per quanto tempo. E per quanto tempo ancora,<br />

e a quel punto per cosa e per chi, e tornerai: letteratura.<br />

Come? Come? No. No. No. Non si potrà, non si dovrà, non si andrà. Perché<br />

non... perché no, punto. E d’altra parte, vedrai. Vedrai, f<strong>in</strong>irà. Tutto,<br />

proprio. F<strong>in</strong>irà e... ricorderai. Ricorderai, sì, ricorderai. Ricorderai tutto<br />

quanto, proprio come... sì, proprio così.<br />

Scenderai nel mare – e nel mare nuoterai. Nuoterai e giocherai con i delf<strong>in</strong>i.<br />

Nuoterai e penserai al tuo tatuaggio. Il tuo tatuaggio, delf<strong>in</strong>o. Nuoterai<br />

e andrai f<strong>in</strong>o alla scogliera. Ti siederai sulla scogliera. Penserai al mare.<br />

Al tuo mare, a to mare. Penserai alla tua città. A Trieste, tua storia, tuo dest<strong>in</strong>o.<br />

Penserai al castello. Alla grandezza, ai sogni, all’amore. E poi andrai<br />

oltre. Guarderai il cielo. E guardando il cielo penserai che prima di, dovrai,<br />

proprio come Byron, tu dovrai... e così lascerai la scogliera, e penserai a<br />

ciò che troverai dall’altra parte, là dove tuo nonno. E così, ti dedicherai per<br />

un giorno <strong>in</strong>tero a una cosa soltanto: al nuoto. E nuoterai, verso Piran, con<br />

una vocale <strong>in</strong> mano.<br />

E quando ti sentirai stanco, disperato o <strong>in</strong> difficoltà, <strong>in</strong>vocherai la protezione<br />

del mare, to mare, e ritroverai le forze, la speranza, la semplicità – e<br />

nuoterai, bamb<strong>in</strong>o, perché la letteratura, perché Byron, perché la storia,<br />

perché la fantasia. Perché il mare. To mare. Perché tutta questa nostalgia.<br />

Perché questa eterna mal<strong>in</strong>conia.<br />

E poi – che fortuna – t’apparirà qualcosa che non. Un’isola. Un’isoletta<br />

nuovissima, nel fondo dell’Adriatico, tra Trieste e Pirano. quell’isoletta<br />

nuovissima sarà il tuo rifugio ultimo, il tuo riparo sicuro. quell’isoletta nasconderà<br />

una casa. In quella casa ritroverai tua moglie. In quella casa riabbraccerai<br />

il tuo cane. Non penserai più a nulla – avrai tua moglie, avrai il<br />

tuo cane, avrai il tuo mare tutto <strong>in</strong>torno. Naufragherai felice nel tuo microcosmo<br />

<strong>in</strong>aspettato – nella tua isola che, e <strong>in</strong>tanto il tuo mare. E guarderai<br />

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