22 Vignanello - Vallerano IL NEGOZIO DI MIO PADRE Il negozio di mio padre, stava in fondo alla discesa che dal “Poggiolo” porta alla piazza principale di Vallerano, la piazza è posta appena al di fuori dell’ antico centro racchiuso di Emilio Annesi dalle mura, ed è un punto di raccordo con le altri parti del paese, dalla bottega si poteva scorgere, un po’ spostato sulla destra il torrione sede del vecchio Comune, l’ arco di accesso al borgo subito li attaccato, e poco più in alto la facciata della Chiesa di Sant’ Andrea, dall’ altra parte della strada c’era e c’è tuttora il chiosco di frutta e verdura “dell’ Assunta” , che durante i giorni di festa, si trasforma in rivendita di porchetta e frittura, che insieme all’ anguilla marinata, sono forse le specialità principali del paese. Fuori l’uscio del negozio un gradino in pietra che, nato per una strada in discesa, aumentava gradatamente la sua alzata, da uno stipite all’altro della porta, per compensare il profilo della via, e proprio dalla parte verso la piazza, dove il gradino era più alto da terra, amavo sedermi per osservare quello che accadeva intorno. Capitava spesso di vedere i muli che tornavano dal lavoro dei boschi, erano legati tra loro in fila indiana, guidati da un cavallo con un grosso campanaccio al collo; con il loro camminare ritmico, sul selciato attiravano l’attenzione di tutti, ed il rumore che aumentava progressivamente al loro avvicinarsi, si poteva udire ancora per un po’, sempre più fievole anche dopo la loro scompar- L’Angolo misterioso Nella foto sopra è riprodotta una via di Civita Castellana. I primi tre che la identificheranno e ne daranno comunicazione in redazione, avranno diritto a ricevere un premio offerto dalla Vinicola Mancini Via M.Masci,19 Civita Castellana (VT) T.0761.513182 Ab.T.0761.517601 <strong>Campo</strong> de’ fiori sa. Durante il periodo delle elezioni, i Valleranesi che per indole eccedono sempre in tutto quello che fanno, contrariamente a noi Vignanellesi, notoriamente più parsimoniosi, erano soliti organizzare, (almeno i militanti di una certa parte politica), delle vere e proprie sfilate di automobili, che erano aperte da un signore di una certa età, che, con il sigaro perennemente in bocca, guidava sicuro e fiero di se, una Bianchina che forse già allora, si poteva considerare d’ epoca. Ma la cosa che mi attirava di più, era quella di ascoltare, infatti, seduti fuori della porta in estate, o all’ interno vicino ad una stufa a gas in inverno, un gruppetto di pensionati che stazionavano quasi in pianta stabile ed insieme a mio padre, anche lui già di una certa età, si raccontavano vicendevolmente, gli aneddoti di una vita. I racconti della guerra prendevano inevitabilmente il sopravento. Tra di loro ricordo in maniera piuttosto viva, tre o quattro persone, l’ Avvocato Poscia, che non credo però avesse mai esercitato la professione forense, “Giggetto il moretto” che indossava curiosamente un solo guanto in pelle marrone, credo pensandoci oggi, perché avesse semplicemente un arto artificiale, Augusto della Porta ed un altro paio di persone, di cui però non ricordo il nome. Era una specie di circolo culturale, in cui si parlava degli argomenti più disparati ed in cui chiunque passava, poteva dire la sua. Di tanto in tanto entrava qualcuno, che quasi con senso di vergogna, chiedeva a mio padre di compilare un bollettino di conto corrente, o addirittura di scrivere una lettera e forse quelli che entravano per comprare qualche taglio di tessuto, alla fine, erano la minoranza. Pillole di sapienza popolare Da cosa deriva… “fare il portoghese”? Agli inizi del settecento parallelamente alla crescita economica, si sviluppò anche una rinascita letteraria, soprattutto in Italia. I più grandi scrittori che quel secolo conobbe, furono italiani. I potenti di tutto il mondo amavano circondarsi di cultura e si recavano nei salotti italici per poter apprendere l’arte dello scriver bene. In quegli anni, motivato da una gran voglia di scambi economici e culturali, giunse nella penisola un ambasciatore Portoghese. Al suo arrivo, il nostro paese ospitale, decise di organizzare una delle feste più memorabili per il rappresentante di quella terra che aveva, parecchi decenni prima, reso possibile le imprese di Cristoforo Colombo. A quel banchetto erano invitati tutti. I portoghesi avevano libero accesso, mentre gli altri dovevano pagare una quota….fu così che si generò una grande confusione. Chiunque passava da quelle parti, per non spendere i sudati soldi, si spacciava per portoghese. Il risultato fu che nessuno pagò per partecipare a quella festa dalla quale l’Ambasciatore e lo Stato italiano contavano di trarre guadagni. Erminio Quadraroli
<strong>Campo</strong> de’ fiori 23 Cari amici la storia di Noel si arricchisce sempre più di nuove avventure. Conservate gli inserti e... buona lettura dai vostri Cecilia e Federico ...continua sul prossimo numero