31.05.2013 Views

Oberto famiglie di fatto.pdf - Persona e Danno

Oberto famiglie di fatto.pdf - Persona e Danno

Oberto famiglie di fatto.pdf - Persona e Danno

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Potrà qui aggiungersi ancora che l’abbandono, da parte della Cassazione a partire dagli anni<br />

sessanta dello scorso secolo, della tesi della donazione rimuneratoria era stata da tempo auspicata in<br />

dottrina, come conforme ad una concezione più moderna del rapporto <strong>di</strong> convivenza ( 9 ). In realtà,<br />

come sovente capita per tante sban<strong>di</strong>erate «novità» giuri<strong>di</strong>che, la soluzione poteva <strong>di</strong>rsi acquisita da<br />

secoli alla nostra tra<strong>di</strong>zione. In effetti, il ricorso alla categoria delle obbligazioni naturali per salvare<br />

le attribuzioni tra conviventi era già stato proposto, nel XIV secolo, da un celebre consilium <strong>di</strong><br />

Pietro d’Ancarano in relazione ad una donazione effettuata da un ecclesiastico (categoria per la<br />

quale le donazioni alle concubine erano ritenute – contrariamente rispetto alla regola generale –<br />

vietate) alla donna con la quale il medesimo aveva per anni convissuto ( 10<br />

).<br />

( 9 ) Cfr. DE CUPIS, Il concubinato nel <strong>di</strong>ritto privato, in Foro pad., 1961, III, c. 78, secondo cui «se il concubinato ha<br />

carattere <strong>di</strong> stabilità, e ancor più se è integrato da un costume <strong>di</strong> vita coniugale (more uxorio), il dovere morale non si<br />

esaurisce in quello della riparazione a favore della donna: vi è anche un più esteso dovere <strong>di</strong> reciproca assistenza,<br />

corrispondente, sul piano morale, all’obbligo giuri<strong>di</strong>co dell’assistenza, esistente tra i coniugi (art. 143)». Sull’esistenza<br />

<strong>di</strong> un dovere morale <strong>di</strong> «prestare i mezzi <strong>di</strong> sussistenza alla convivente» cfr. inoltre OPPO, Adempimento e liberalità,<br />

Padova, 1947, p. 264; ID., Sulla definizione <strong>di</strong> donazione rimuneratoria, in Giur. it., 1955, I, 1, c. 872 ss.; BALBI,<br />

Liberalità e donazione, in Riv. <strong>di</strong>r. comm., 1948, I, p. 181; GANGI, Le obbligazioni, Milano, 1951, p. 98; BRUSCO, nota<br />

a Cass., 15 gennaio 1969, n. 60, in Foro it., 1969, I, c. 1512; PROVERA, Degli alimenti, nel Commentario del co<strong>di</strong>ce<br />

civile Scialoja-Branca, Bologna-Roma, 1972, p. 35 s. (che accomuna – sulla scia <strong>di</strong> App. Torino, 20 marzo 1944, in<br />

Giur. tor., 1945, p. 87 – tale obbligazione naturale a quella del patrigno <strong>di</strong> corrispondere gli alimenti alla figliastra da<br />

quello ricevuta in casa e sempre considerata alla stregua <strong>di</strong> una figlia); PIRET, Le ménage de fait en droit civil belge, in<br />

AA. VV., Les situations de fait, Travaux de l’Association Henri Capitant pour la culture juri<strong>di</strong>que française, vol. XI,<br />

Paris, 1960, p. 76 ss., 80. Contra, nel senso dell’inesistenza, a carico dei conviventi, <strong>di</strong> doveri morali <strong>di</strong> assistenza e<br />

mantenimento cfr. CARRESI, L’obbligazione naturale nella più recente letteratura giuri<strong>di</strong>ca italiana, in Riv. trim. <strong>di</strong>r.<br />

proc. civ., 1948, p. 555 s.; RODIÈRE, Le ménage de fait devant la loi française, in Les situations de fait, cit., p. 72;<br />

TORRENTE, La donazione, Milano, 1956, p. 199; G. STELLA RICHTER, Aspetti civilistici del concubinato, in Riv. trim.<br />

<strong>di</strong>r. proc. civ., 1965, p. 1123 s. BARASSI, La famiglia legittima, Milano, 1947, p. 25, ammette l’esistenza <strong>di</strong><br />

un’obbligazione naturale soltanto tra conviventi legati da matrimonio canonico non trascritto.<br />

Sulla dottrina più recente circa l’applicazione dell’art. 2034 c.c. alla famiglia <strong>di</strong> <strong>fatto</strong> cfr. OBERTO, I regimi<br />

patrimoniali della famiglia <strong>di</strong> <strong>fatto</strong>, cit., p. 83 ss.; BALESTRA, Obbligazioni naturali e donazione, loc. cit.; SPADAFORA,<br />

L’obbligazione naturale tra conviventi ed il problema della sua trasformazione in obbligazione civile attraverso lo<br />

strumento negoziale, cit., p. 157 ss.; SESTA, Diritto <strong>di</strong> famiglia, cit., p. 404.<br />

Per quanto attiene, poi, alla successiva evoluzione giurisprudenziale va detto che, almeno in un caso, la Corte <strong>di</strong><br />

cassazione sembra essere andata ad<strong>di</strong>rittura al <strong>di</strong> là della posizione <strong>di</strong> cui s’è dato conto sopra, affermando la presenza<br />

<strong>di</strong> un’obbligazione naturale anche tra due persone legate da una semplice «relazione sentimentale» (cfr. Cass., 20<br />

gennaio 1989, n. 285, in Arch. civ., 1989, p. 498: «Nella dazione <strong>di</strong> una somma <strong>di</strong> danaro da parte dell’uomo alla donna<br />

in occasione della cessazione della loro relazione sentimentale può ravvisarsi l’adempimento <strong>di</strong> una obbligazione<br />

naturale, con la conseguenza che la suddetta somma non può essere chiesta in restituzione, né dedotta in compensazione<br />

da parte del solvens»). Peraltro, neppure la lettura della motivazione consente <strong>di</strong> comprendere se a tale relazione<br />

affettiva si fosse accompagnata o meno una convivenza more uxorio (il richiamo della motivazione alla precedente<br />

pronunzia n. 60 del 1969 – concernente un caso <strong>di</strong> sicura convivenza more uxorio – farebbe propendere per<br />

l’affermativa; resta però il <strong>fatto</strong> che il principio è enunciato in termini assolutamente generali). Successivamente,<br />

invece, la Corte Suprema sembra essersi puramente e semplicemente… scordata dell’esistenza stessa dell’obbligazione<br />

naturale tra conviventi, risolvendo un caso <strong>di</strong> attribuzioni patrimoniali <strong>di</strong> gioielli alla stregua dei soli principi in tema <strong>di</strong><br />

donazione (cfr. Cass., 24 novembre 1998, n. 11894, in Guida al <strong>di</strong>r., 1998, n. 48, p. 32, con nota <strong>di</strong> M. FINOCCHIARO;<br />

Riv. notar., 1999, II, p. 1607; Vita notar., 1999, I, p. 1216, con nota <strong>di</strong> MEMMO; Giust. civ., 1999, I, p. 686; Corr. giur.,<br />

1999, p. 54, con nota <strong>di</strong> V. CARBONE). Analoghe conclusioni possono trarsi in relazione ad alcune decisioni della<br />

giurisprudenza <strong>di</strong> merito (cfr. Trib. Palermo, 3 settembre 1999, in Fam. <strong>di</strong>r., 2000, p. 284, con nota <strong>di</strong> FERRANDO; Trib.<br />

Bolzano, 20 gennaio 2000, in Giur. merito, 2000, I, p. 818). È da notare che, in tutti i cennati casi, proprio il richiamo al<br />

concetto <strong>di</strong> obbligazione naturale, così come elaborato dalla pronunzia del 1975, avrebbe consentito <strong>di</strong> escludere da tale<br />

nozione quelle attribuzioni patrimoniali «sproporzionate» rispetto alle «capacità <strong>di</strong> lavoro, sia professionale che<br />

casalingo» del convivente. Per la giurisprudenza ulteriormente successiva e contemporanea v. il § seguente.<br />

( 10 ) D’ANCARANO, Consilia sive iuris responsa Petri Ancharani, apud Nicolaum Bevilaquam, 1568, f. 131: «<strong>di</strong>co<br />

breviter quod si merita per <strong>di</strong>ctam dominam probarentur credo <strong>di</strong>ctam donationem tenere; licet enim inter personas<br />

prohibitas simplex donatio non sit valida tamen donatio ob causam non reprobatur, quia aliam et <strong>di</strong>versam naturam<br />

habet a simplici (…). Non enim <strong>di</strong>ci potest proprie donatio ob causam sed cuiusdam debiti naturalis rest[ituti]o: quia ex<br />

collatis servitiis obligatur ille cui conferuntur naturaliter conferenti (…) et <strong>di</strong>citur talis obligatio ad antidora». Cfr.<br />

inoltre la ad<strong>di</strong>tio in margine a C. 5. 16. 2., in BAUDOZA, Co<strong>di</strong>cis D.N. Iustiniani Sacratiss. Principis PP. Aug. Repetitae<br />

Praelectionis Libri XII. Diligenter recogniti (…) opera et stu<strong>di</strong>o Petri ab Area Baudoza Cestii I.C., Lugduni, 1593, c.<br />

928; v. poi anche Co<strong>di</strong>cis Iustiniani libri IX priores, cum lectionum varietatibus, Venetiis, 1592, c. 1344 s. Per due<br />

applicazioni giurisprudenziali del principio in oggetto, nel XVI secolo, cfr. rispettivamente la decisione del Senato<br />

Piemontese risalente al 1575, <strong>di</strong> cui riferisce THESAURUS, Novae decisiones Sacri Senatus Pedemontani, Augustae<br />

Taurinorum, 1626, f. 90, nonchè la precedente sentenza del Concilium Neapolitanum (<strong>di</strong> cui non si riferisce la data),<br />

30

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!