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I TIPI FORESTALI DELLA LIGURIA

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ORNO-OSTRIETI (OS)<br />

114<br />

• adottare il criterio della matricinatura per gruppi, ovvero non distribuire uniformemente<br />

sull’intera superficie della tagliata la totalità delle riserve, ma creare dei gruppi attorno ai<br />

soggetti di maggiori dimensioni o nei punti ove sono già presenti. I gruppi, che devono<br />

avere preferibilmente una composizione mista, possono essere creati attorno ai soggetti di<br />

maggiori dimensioni, oppure sfruttando quelli già presenti. Occorre infine mantenere un<br />

congruo numero di soggetti di grandi dimensioni (indicativamente almeno il 20-30% con<br />

diametro superiore a 20 cm), con chioma ampia e ramosa, sia per ragioni paesaggistiche<br />

sia perché questi soggetti svolgono un’importante ruolo strutturale di grandi alberi<br />

portaseme, soprattutto in popolamenti ove il diametro medio è compreso fra 8 e 10 cm.<br />

In stazioni fertili occorre indirizzare la gestione verso l’allungamento dei turni, fino a 35-40 anni,<br />

per meglio valorizzarne le potenzialità produttive.<br />

In funzione della fertilità stazionale si prospettano quindi due possibilità:<br />

a. cedui a turno consuetudinario: in boschi di medio-bassa fertilità si potrà procedere<br />

all’utilizzazione del ceduo entro i 20 anni, con particolare attenzione al numero e<br />

disposizione delle riserve, tenendo in considerazione che sia il castagno sia le specie ad<br />

esso normalmente consociate, hanno un temperamento eliofilo.<br />

b. Cedui a turno allungato: nei popolamenti più promettenti (Ostrieto mesoxerofilo), di<br />

media e alta fertilità, a regime in particolare in quelli misti con castagno o con querce si<br />

potrà puntare verso un soprassuolo misto per gruppi in cui il carpino nero e l’orniello (con<br />

capacità pollonifera limitata) sono rinnovati agamicamente con turni di 20-25 anni; mentre<br />

per il castagno e le querce si posticiperà l’utilizzazione attraverso uno o più interventi<br />

intercalari di diradamento, per giungere al taglio finale all’età di 38-40 anni. Il<br />

proseguimento del governo a ceduo può essere una valida forma di gestione nel caso di<br />

soprassuoli con funzione di protezione diretta, ove è necessario non appesantire<br />

eccessivamente il versante. In generale i turni possono variare fra 20-25, secondariamente<br />

25-30 (ceduo a turno lungo), che può essere una buona soluzione per i cedui già<br />

invecchiati o per quelli mesoxerofili di ottima fertilità, ove è possibile valorizzare<br />

latifoglie mesofile di pregio (ciliegio, aceri).<br />

Turni inferiori a 15 sono possibili nel caso di boschi con funzione di protezione, ove è necessario<br />

mantenere un soprassuolo giovane e leggero. Nelle stazioni meno fertili, invece, l’allungamento<br />

dei turni non porta a dei benefici, bensì il regresso della cenosi ed un suo impoverimento.<br />

2. Conversione. La realizzazione di interventi di conversione a fustaia, auspicabile solo per i<br />

soprassuoli invecchiati o all’interno di Aree protette, deve essere valutata molto attentamente,<br />

in funzione della fertilità e dell’accessibilità; in tutti i casi prerogativa fondamentale è la<br />

presenza di non meno del 25% di specie diverse da carpino nero e orniello. Ad esclusione di<br />

soprassuoli lasciati alla libera evoluzione, la migliore tecnica di conversione nei cedui<br />

invecchiati è quella del taglio di avviamento con diradamento libero, a selezione massale dei<br />

polloni, con il rilascio di 1-2 soggetti per ceppaia, oltre che di tutte le specie sporadiche e degli<br />

arbusti. Nei cedui ricchi di specie tipiche di boschi più maturi e caratterizzati da riserve con<br />

elevata area d’insidenza (var. con faggio o con querce varie), si potrà sin da subito procedere<br />

agli interventi di avviamento all’alto fusto. Nei casi in cui la percentuale delle specie tipiche<br />

dei boschi stabili è ridotta o queste specie non sono ancora riuscite a superare il piano arboreo<br />

del carpino, è opportuno attendere ancora l’invecchiamento del soprassuolo. In tutti i casi, la<br />

conversione a fustaia di un popolamento a prevalenza di carpino nero ed orniello rappresenta di<br />

fatto la trasformazione verso strutture e cenosi più stabili; ciò è di fondamentale importanza in<br />

caso di versanti soggetti a frane o erosione.<br />

3. Evoluzione controllata e libera. Per i popolamenti a prevalente funzione protettiva, oppure<br />

per i popolamenti pionieri (Orno-ostrieto pioniero) non si prevede nel prossimo quindicennio

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