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I TIPI FORESTALI DELLA LIGURIA

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Caratteristiche dendrometriche – composizione e struttura<br />

A livello tipologico sono stati individuati 6 Tipi forestali, che si caratterizzano per la prevalenza<br />

di una o più specie arboree, unitamente a parametri quali l’altezza, le potenzialità e la dinamica<br />

evolutiva. In tutti i casi si tratta di cenosi a prevalenza di specie sempreverdi mediterranee, adatte<br />

a vegetare in condizioni stazionali fra le più povere della zona mediterranea. I fattori limitanti<br />

sono legati alla scarsità degli apporti di acqua e alla limitata capacità di ritenuta idrica del suolo,<br />

al caldo alla presenza costante del vento. Più le condizioni sono avverse minore è l’altezza delle<br />

specie, ma anche la composizione subisce delle modifiche.<br />

Il più semplice in termini di composizione è la macchia con erica e corbezzoli, che è costituita da<br />

cenosi miste di erica arborea e scoparia e corbezzolo, localmente in mescolanza con fillirea,<br />

calicontone, lentisco e leccio; le altezze raggiunte possono superare i 2 metri, in particolare nelle<br />

zone non più interessante da fuoco da lungo tempo. Gli ericeti non occupano le stazioni nelle<br />

immediate vicinanze del mare, più spesso i primi rilievi, fra 200 e 1000 m, spesso come<br />

degradazione di pinete di pino marittimo o d’Aleppo percorse dal fuoco. Talora questa cenosi è in<br />

mosaico con popolamenti a calicotone spinosa.<br />

Di altezza ridotta, talora rada, è la macchia termomediterranea, che occupa i versante prospicienti<br />

la costa, spesso in stazioni rupicole.<br />

Molti autori considerano la macchia come una degradazione a causa degli incendi e del pascolo<br />

della lecceta; nella realtà ligure, in talune situazioni, queste cenosi sono stabili ed in una<br />

condizione paraclimacica. La lecceta, infatti, si colloca in posizione più interna rispetto alla<br />

macchia, ove le migliori condizioni stazionali favoriscono lo sviluppo delle specie arboree. Infatti,<br />

in molti ericeti, è prevedibile un progressivo reingresso di conifere e delle latifoglie.<br />

Da un punto di vista della composizione, per la porzione oggetto di cavallettamento, è interessante<br />

osservare come il 80% del numero è costituito da pini (pino d’Aleppo e marittimo) e da ulivo,<br />

testimoni dell’origine di queste cenosi: rimboschimenti di conifere degradati o distrutti e coltivi.<br />

La restante parte è costituita da specie di latifoglie tipiche di cenosi stabili, quali leccio e<br />

roverella; queste specie, inoltre, rappresentano meno del 7% della massa, ad indicare che si stratta<br />

di individui di piccole dimensioni, sia per la giovane età sia per le difficili condizioni stazionali<br />

che riducono la fertilità.<br />

10%<br />

37%<br />

9% 3% OLEU<br />

3% 5% PINI<br />

PIHA<br />

33%<br />

QUIL<br />

FROR<br />

QUPU<br />

ALCO<br />

Grafico 38 Ripartizione della composizione specifica degli Arbusteti e Macchie mediterranee<br />

(porzione cavallettata)<br />

335<br />

ARBUSTETI E MACCHIE MEDITERRANEE (MM)

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