I TIPI FORESTALI DELLA LIGURIA

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PINETE COSTIERE E MEDITERRANEE (PC) 94 rinnovazione delle latifoglie autoctone e della direzione prevalente dei venti. Le tagliate di dimensioni maggiori sono il tipo di intervento più semplice, che può essere applicato in stazioni dove non vi siano particolari rischi di erosioni e dissesti, ma soprattutto per favorire al meglio i nuclei di rinnovazione. Sulle tagliate può anche essere eseguita la rinnovazione artificiale con specie autoctone (roverella, cerro, faggio ed abete bianco) in funzione dei piani altitudinali. Gli interventi su piccole superfici (0,5-1 ettaro) sono utili nel caso in cui si voglia mantenere la composizione a prevalenza di pino nero, soprattutto in stazioni fertili, facilmente accessibili, ove la specie ha già dato buoni risultati. Si sconsiglia l’uso del taglio raso, ad esclusione di particolari casi per specie fuori stazione o per problemi fitosanitari. • Diradamento-conversione. Per le strutture miste con latifoglie trattate a ceduo (pinete miste con castagno o con roverella), il proseguimento della ceduazione sembra una pratica poco proponibile, sia per la ridotta fertilità e vitalità dei cedui sia per evitare la periodica eliminazione della copertura arborea e ridurre i problemi di erosione superficiali. Tale pratica può essere realizzata per le cenosi miste con leccio per evitare l’eccessiva chiusura che le chiome di tale specie creano, riducendo le zone ecotonali ove le specie tipiche della macchia mediterranea si sviluppano. • Sgombero. Questi tagli possono essere realizzati nel caso di soprassuoli colpiti da incendi o da attacchi da Matsucoccus feytudi, connessi con impianto di latifoglie arbustive o arboree pioniere, realizzati preferibilmente per gruppi. • Ceduazione. Oltre che per ragioni naturalistiche la ceduazione può essere realizzata anche nei boschi misti con castagno e con carpino nero, adottando un sistema misto per gruppi in cui queste due specie possono essere rinnovate sia da seme che per via agamica. Nella maggior parte dei casi queste pinete possono essere lasciate all’evoluzione controllata, monitorandone l’evoluzione e valutando di volta in volta l’opportunità di realizzare interventi attivi. Per ridurre il pericoli di incendi sono inoltre necessari interventi drastici come l’apertura di viali taglia fuoco o la riduzione della copertura degli arbusti. In futuro la gestione dei nuclei di queste conifere in mosaico con popolamenti di latifoglie dovrà essere il taglio raso, nell’ottica di una gestione assimilabile al taglio a scelta per gruppi. Interventi da evitare: in tutti i casi sono da evitare gli interventi andanti su vaste superfici, ma occorre avere come unità fondamentale di lavoro in gruppo. Inoltre occorre evitare la totale eliminazione delle conifere, ma occorre rilasciare piccoli gruppi o singoli individui che garantiscono la ricostituzione della cenosi in caso di incendi; d’altra parte in questi azzerare il rischio di incendi non è auspicabile ed inoltre entrambi sono habitat d’interesse comunitario. Raccomandazioni per la biodiversità: 1) mantenere o ricreare un adeguato livello di mescolanza fra le specie spontanee 3) in caso di rinfoltimenti occorre utilizzare le provenienze locali
PINETA COSTIERA DI PINO D'ALEPPO TIPO FORESTALE CORINE NATURA 2000 PC10X - 9540 Descrizione Popolamenti con diverso sviluppo e densità, con variabile presenza di uno strato inferiore a leccio e/o macchia mediterranea e/o gariga, in forma di fustaia o fustaia sopra ceduo, presenti nella fascia costiera mesomediterranea, in genere xerofili e calcifili. Classificazione fitosociologica ord:. Pistacio lentisci- Rhamnetalia alaterni Rivas-Martinez 1975 p.p., nella var. con leccio fitocenosi del Quercion ilicis Br. Bl. 1936. ass.: Junipero oxycedri – Pinetum halepensis Vagge 2000 p.p., nella var. con leccio iburno tini – Quercetum ilicis (Br. Bl ex Mol. 1934) Rivas-Martinez 1975 subass. pinetosum halepensis. Distribuzione Diffuso in modo particolare nell’imperiese e nello spezzino (in particolare tra Lerici e Montemarcello), altrove presente in modo relittuale (ad esempio sui promontori del savonese tra Vado e Capo Mele) a causa degli incendi Cartogramma di distribuzione 95 PINETE COSTIERE E MEDITERRANEE (PC)
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Lavoro realizzato da Corso Casale,
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Inventario multirisorse A partire d
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