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I TIPI FORESTALI DELLA LIGURIA

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QUERCETI DI ROVERE E DI ROVERELLA (QU)<br />

Caratteristiche dendrometriche – composizione e struttura<br />

La Categoria comprende soprassuoli a prevalenza di rovere o roverella, sia in purezza sia misti,<br />

con la presenza di numerosi ibridi fra le due specie. A livello di composizione prevale la roverella,<br />

che costituisce il 47% del numero ed il 55% del volume; la rovere invece rappresenta il 12 e 13%,<br />

rispettivamente del numero e del volume. Questa situazione trova spiegazione nel fatto che la<br />

rovere si localizza esclusivamente su substrati acidi, mentre la roverella è abbastanza indifferente<br />

al substrato; inoltre la quasi totalità dei boschi di rovere sono stati sostituiti con il castagno.<br />

Tra le specie più abbondanti, presenti diffusamente in tutti i tipi, vi sono carpino nero, orniello e<br />

castagno, la cui presenza varia fra il 6 e 7% del numero, mentre in termini di volume prevale il<br />

castagno, che da solo rappresenta l’8%. Occorre per altro precisare che la mescolanza con queste<br />

specie è sempre molto localizzata ai punti di contatto, rispettivamente con Orno-ostrieti e con<br />

Castagneti, molto più raramente queste specie entrano diffusamente a far parte della struttura di<br />

questi boschi. Il castagno, in particolare, si trova al limite delle su esigenze idriche, sia per<br />

l’eccessiva termofila delle stazioni sia per la scarsa ritenuta idrica dei suoli; in queste condizioni,<br />

l’interruzione delle ceduazioni, si traduce nela scomparsa della specie.<br />

Mentre il carpino nero è presente quasi soprattutto nei querceti neutro-calcifili di roverella,<br />

l’orniello è più diffuso in tutti i Tipi forestali, in particolare nelle stazioni più aride e degradate,<br />

spesso con individui molto filati, talora serpeggianti alla ricerca della luce. Esulano da tale contesto<br />

i Querceti neutro-calcifili di roverella dove carpino nero ed orniello rappresentano una componente<br />

strutturale significativa. Estesi popolamenti misti di roverella, carpino nero ed orniello si trovano<br />

fra le Valli Trebbia e Aveto.<br />

Tra le altre querce il cerro si trova generalmente in posizione subordinata, molto spesso come<br />

riserva nei cedui e più raramente in piccoli nuclei. Significativi arricchimenti con cerro si<br />

riscontrano in stazioni con suoli ricchi di argilla (variante con cerro o in popolamenti di transizione<br />

con la vegetazione mesofila submontana, ove la roverella è meno competitiva.<br />

Come in altre Categorie il gruppo misto delle “altre latifoglie e conifere” è sempre molto<br />

consistente; fra le specie che vi sono incluse da segnalare l’abbondante presenza di sorbo montano,<br />

nocciolo ed arbusti vari, mentre molto rare sono le latifoglie mesofile (ciliegio, aceri, tigli, ecc..).<br />

La prima è molto abbondante nei Querceti di rovere, la seconda in quelli neutro-calcifili di<br />

roverella, in particolare in stazioni di transizione con Ostrieti mesoxerofili.<br />

Ai limiti inferiori o in stazioni semirupicole su substarti calcari, alla roverella di mescolano specie<br />

termofile mediterranee come leccio, scotano, talune della macchia e conifere quali pino d’Aleppo e<br />

marittimo.<br />

All’opposto, ai limiti superiori dell’orizzonte montano (Querceto di rovere a Physospermum<br />

cornubiense) si trova il faggio, spesso in nuclei più o meno puri, con individui di grandi<br />

dimensioni, in mosaico con cedui invecchiati di rovere; si tratta, quindi di una variante data dalla<br />

mescolanza per gruppi e non per piede d’albero. In alcuni bassi versanti o in stazioni pi mesofile si<br />

assiste attualmente all’ingresso del faggio in querceti di rovere, preludio della ricostituzione del<br />

bosco misto.<br />

Fra le conifere prevale il pino silvestre, secondariamente quello marittimo, mentre il pino d’Aleppo<br />

si trova esclusivamente nel sottotipo termofilo del Querceto neutro-calcifilo di roverella.<br />

Nell’insieme queste conifere rappresentano il 5% del numero ed 9% del volume; nella maggio<br />

parte dei casi si tratta di riserve in cedui degradati di rovere o roverella, spesso percorsi dal fuoco,<br />

dove le conifere si sono affermate negli spazi lasciati dalle ceppaie delle latifoglie. Questa<br />

situazione prevale nei punti di contatto con rimboschimenti o con cedui di castagno degradati ed<br />

abbandonati, matricinati con conifere (Valle Erro, Valle Bormida, ecc.)<br />

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