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I TIPI FORESTALI DELLA LIGURIA

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FORMAZIONI RIPARIE (FR)<br />

Caratteristiche dendrometriche – composizione e struttura<br />

La categoria comprende popolamenti assai eterogenei, spesso in mosaico fra loro o con Tipi riferiti<br />

ad altre Categorie, a seconda delle condizioni stazionali e delle potenzialità evolutive.<br />

La variabilità dei boschi ripari, articolata prevalentemente su base fisionomica, ha permesso di<br />

individuare quattro Tipi forestali: Pioppeto ripario, Saliceto arbustivo ripario, Alneto di ontano<br />

nero e di ontano bianco in funzione delle specie fisionomicamente dominanti.<br />

La composizione a livello regionale, per altro poco significativa per l’eterogeneità della Categoria,<br />

vede prevalere l’ontano nero (35%), l’ontano bianco (16%), secondariamente il gruppo misto delle<br />

altre conifere/latifoglie (16%) ed il castagno (11%).<br />

I pioppi ed i salici rappresentano il 7% del numero e del volume ad indicare la rarità delle specie a<br />

la loro localizzazione esclusiva nei pressi degli alvei fluviali.<br />

I popolamenti, che si trovano lungo i corsi d’acqua principali o impluvi secondari di versante,<br />

presentano per lo più una netta dominanza di salice bianco, talora con Salix eleagnos e Salix<br />

purpurea; il pioppo bianco predilige i depositi alluvionali fini, con ristagno idrico stagionale,<br />

mentre il pioppo nero (spesso di origine antropica), con caratteristiche mesoxerofile, si insedia<br />

sulle alluvioni ciottolose e rialzate rispetto al letto principale.<br />

In questi ambiti, specie come carpino nero, orniello, querce non trovano molte possibilità di<br />

affermazione; solitamente sono sporadiche, localizzate nelle aree meno coinvolte dalle dinamiche<br />

fluviali, con possibili evoluzioni verso strutture stabili. Molto più facilmente, invece, le formazioni<br />

riparie sono infiltrate dalla robinia e da altre specie esotiche; ciò è frequente per alcuni pioppeti<br />

ripari di “pioppo nero” quali residui di impianti artificiali abbandonati. Ad esempio le fustaia con<br />

età maggiore di 30 anni rappresentano circa il 25% delle cenosi riparie, come evidenzia la<br />

significativa presenza di individui con diametro maggiore di 25 cm nel grafico della distribuzione<br />

diametrica.<br />

136<br />

Frequenza (piante/ha)<br />

200<br />

180<br />

160<br />

140<br />

120<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65<br />

Classi diametriche (cm)<br />

La vegetazione riparia nella fascia prossima ai corsi d’acqua e regolarmente sommersa durante le<br />

piene, è costituita da formazioni con struttura alto-arbustiva di salici (S. eleagnos, S. purpurea, S.<br />

apennina, S. triandra) e specie erbacee igrofile e nitrofile. Come nei boschi misti di pioppo e salice<br />

bianco dei greti ciottolosi rialzati, questi salici risultano infiltrati da arbusti mesoxerofili, quali<br />

ginepro comune, ginestra di Spagna, prugnolo, biacospino, ecc. Si tratta di cenosi aperte e<br />

territorialmente discontinue che, causa i fattori ecologici limitanti derivanti dalle dinamiche<br />

fluviali, raramente evolvono verso forme più mature.<br />

L’abbondante presenza di ontano nero, di castagno e di altre latifoglie (tiglio cordato, aceri,<br />

frassino maggiore, carpino bianco, faggio, ecc) indica come questa cenosi non sia solo diffusa nei<br />

pressi della rete idrografica principale o secondaria, ma anche bassi versanti o piccoli ripiani in<br />

presenza di risorgive o zone con ristagni idrici stagionali; in alcuni casi infatti l’ontano nero è

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