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L'albergo dei poveri - Larici

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associazione culturale <strong>Larici</strong><br />

www.larici.it<br />

Gesù Cristo, Dio di bontà, prenditi l’anima della tua serva Anna, e dalle<br />

pace presso di te...<br />

PEPEL (sottovoce). È morta? (Arretra commosso e guarda senza osare<br />

avvicinarsi al letto).<br />

LUKA (a bassa voce). Il suo tribolare è finito! E dov’è suo marito?<br />

PEPEL. All’osteria certamente...<br />

LUKA. Bisogna avvertirlo....<br />

PEPEL (con un brivido). Io non amo i morti.<br />

LUKA. (va verso la porta). Perchè si dovrebbero amare anche i morti? I vivi<br />

bisogna amare... i vivi!...<br />

PEPEL. Io vengo con te...<br />

LUKA. Hai paura?<br />

PEPEL. Non mi piacciono... (se ne va in fretta con Luka).<br />

COMICO (rimane sulla soglia, senza chiuderla e urla, mentre si sostiene con le<br />

braccia alla maniglia della porta). Vecchietto! Luka! Olà, dove ti<br />

nascondi? Ora mi è venuto!... senti (avanza barcollante, si mette in posa<br />

e declama):<br />

Se il sole un dì tacesse, e il suo raggio giocondo<br />

non potesse discendere a fecondare il mondo,<br />

l’orbata umanità potrìa, ne’ sogni d’oro<br />

del folle, una scintilla trovar, per suo ristoro.<br />

NATACHA (compare sulla porta dietro al Comico).<br />

COMICO (continuando). Vecchio!... senti ancora!<br />

Se il mondo deviasse, dal securo sentiero<br />

che l’umanità adduce ne’ dominî del vero,<br />

saprebbe allor del folle la veggente follia<br />

agli erranti mortali mostra la retta via.<br />

Natacha (ride). Guarda un po’ lo spaventapasseri! S’è ubriacato un’altra volta!<br />

COMICO (si volge verso di lei). Ah... sei tu? E dov’è il nostro vecchio? Il nostro<br />

amato e buon vecchietto? Sembra che in casa non ci sia nessuno!<br />

Natacha, addio!... Addio... si...<br />

NATACHA (avvicinandosi). Non m’hai ancora salutato e già prendi congedo?<br />

COMICO (le attraversa la strada). Io me ne vò di qua... io parto.... Appena la<br />

primavera scende sulla campagna... io me ne vò...<br />

NATACHA. Lasciami andare... Dove andrai?<br />

COMICO. Voglio andare a cercare una città... mi voglio curare. Anche tu và via<br />

da qui... Ofelia... và a farti monaca!... C’è precisamente... capisci, un<br />

sanatorio per gli organismi; per i così detti alcoolizzati... un magnifico<br />

sanatorio... tutto marmo... luce, pulizia, vitto... tutto a uffo. E piantiti di<br />

marmo, sicuro... Io la troverò questa città; mi farò curare e... comincerò<br />

una nuova esistenza... Io sono sulla via di rinascere.... come diceva il re<br />

Lear... lo sai anche tu, Natacha, qual’è il mio nome di teatro?<br />

Schwertschkov-Sawolschski mi chiamo... Nessuno lo sa qui... Nessuno...<br />

qui io non ho nome... Capisci tu, quando si è malati? Perdere anche il<br />

proprio nome!... Persino i cani hanno un nome...<br />

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