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Pubblicazione "Acqua azzurra acqua chiara" - Regione Piemonte

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1d<br />

stessa e dalle proprietà degli atomi che la compongono (da quella che pittorescamente<br />

viene detta la loro “avidità di elettroni” e che è caratterizzata da una grandezza chiamata<br />

in chimica elettronegatività). Questo fa sì che vi siano delle zone con maggior presenza di<br />

cariche negative (elettroni) e altre con maggior presenza di cariche positive (mancanza<br />

di elettroni). In una situazione come quella appena descritta non è più un mistero come<br />

possa nascere una forza elettrica attrattiva fra una zona carica positivamente di una<br />

molecola e quella carica negativamente di una molecola vicina. Grazie a queste forze<br />

di attrazione le gocce osservate con tanta attenzione dai bambini si attraggono fino a<br />

riunirsi, “come se ci fosse una calamita”, e basta avvicinarle un pochino perché l’<strong>acqua</strong><br />

“rotta” si “riaggiusti” immediatamente. Le gocce si attaccano fra loro fino a formare il<br />

mare, ma si attaccano anche alle dita e poi passano dalle dita al fazzoletto, lasciando<br />

asciutte le dita e bagnando il fazzoletto, che poi le lascerà sparire nell’aria.<br />

i passaggi di stato<br />

L’<strong>acqua</strong> è l’esempio classico ed emblematico che si utilizza sia teoricamente sia<br />

praticamente nel tentativo di spiegare i passaggi di stato.<br />

È curioso però notare che ciò avviene nonostante l’<strong>acqua</strong> mostri in entrambe le<br />

transizioni (congelamento-fusione ed evaporazione-condensazione) alcune peculiarità<br />

davvero notevoli rispetto a quanto accade nei passaggi di stato degli altri liquidi.<br />

Per esempio, l’analogia della stanza affollata che abbiamo usato con disinvoltura in<br />

precedenza, in particolare nel momento in cui la si utilizzi ingenuamente per provare a<br />

spiegare il fenomeno del congelamento. Parrebbe infatti ovvio concludere che possano<br />

entrare molte più persone (ovvero molecole) in un locale chiuso se queste sono disposte<br />

ferme in maniera ordinata piuttosto che se circolano e si muovono disordinatamente. E<br />

questo è proprio quello che succede nel caso della maggior parte dei liquidi, per i quali<br />

il raggiungimento dello stato solido, all’abbassarsi della temperatura, coincide con la<br />

possibilità di sistemare un maggior numero di particelle (atomi o molecole, dipende dal<br />

tipo di liquido) nello stesso volume di partenza, e si traduce quindi in un aumento di<br />

quella quantità fisica chiamata densità di cui abbiamo appena parlato. Nell’<strong>acqua</strong> invece,<br />

a differenza di quasi ogni altro liquido, accade esattamente il contrario: al momento del<br />

congelamento essa si espande e lo stesso numero di molecole occupa uno spazio più<br />

grande; tornando alla nostra immagine, ciò significa che nella stanza riusciremo a far<br />

entrare solo un minor numero di persone.<br />

Un secondo aspetto che, sempre riferendoci ai passaggi di stato, è fuori dal comune e<br />

rappresenta un’anomalia importantissima per gli esseri viventi, riguarda la temperatura di<br />

ebollizione abnormemente alta (cosi come quella di fusione). Se infatti dovessimo dedurre<br />

il comportamento delle molecole d’<strong>acqua</strong> basandoci sull’osservazione e il confronto<br />

con altre molecole apparentemente simili (per esempio il solfuro di idrogeno H 2 S, la<br />

cui molecola è molto simile a quella dell’<strong>acqua</strong> sia per numero di atomi sia per la forma<br />

angolare), ci aspetteremmo di trovare il punto di ebollizione sotto gli 0 °C.<br />

Lavorando in classe e presentando riflessioni e modelli sui “classici” passaggi di stato,<br />

è bene aspettarsi alcune difficoltà. Per esempio nei disegni e nelle spiegazioni i bambini<br />

ricorrono di solito all’idea di una materia fatta di particelle, ma nel rappresentare le<br />

particelle che compongono ghiaccio <strong>acqua</strong> e vapore danno a quelle del ghiaccio forme<br />

diverse rispetto a quelle dell’<strong>acqua</strong> che a loro volta hanno altre forme rispetto alle<br />

particelle di vapore.Così le particelle di <strong>acqua</strong> liquida saranno poco pesanti, ondeggianti,<br />

mobili, facili da staccare; le particelle di <strong>acqua</strong> solida saranno dure, ferme, vicinissime<br />

più pesanti; le particelle di vapore saranno fragilissime, leggerissime, con pochi legami,<br />

slegate… Del resto se le sostanza sono talmente diverse da chiamarsi con nomi diversi,<br />

perché non dovrebbero essere diverse le loro particelle? Passare dall’idea di una<br />

differenza tra particelle a quella di una differenza fra stato di aggregazione di particelle<br />

uguali non è per niente facile. A prescindere dalle affascinanti idee dei bambini sui<br />

diversi tipi di particelle che si trasformano le une nelle altre al momento dei passaggi<br />

di stato, l’<strong>acqua</strong> si comporta in un modo che risulta “ostinatamente” inadeguato alla<br />

schematizzazione generale valida per gli altri liquidi. Come sono possibili queste e altre<br />

apparenti stranezze? Il segreto sta nella forma dell’<strong>acqua</strong> e nella particolare intensità delle<br />

interazioni attrattive che si creano tra le molecole.<br />

l’<strong>acqua</strong> è un passepartout | 11

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