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Pubblicazione "Acqua azzurra acqua chiara" - Regione Piemonte

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5b<br />

Lo stagno della Scuola “rio crosio”<br />

Giampiero Monaca, insegnante<br />

«Vedi, questo spazio non lo usa nessuno, il giardino lo usiamo troppo poco, le classi si<br />

muovono poco», mi dice la prof.ssa Sardo che mi accoglie alla mia prima assegnazione in<br />

ruolo (2006).<br />

La scuola sorge in una zona ricca d’<strong>acqua</strong> tra un torrente e un rio. Un tempo era tutta<br />

una zona umida potrebbe essere interessante ricostruire un ambiente che testimoni le<br />

condizioni precedenti alla sua urbanizzazione. Mi colpisce subito uno spazio del tutto<br />

incolto: una selva, qualche ortensia. La scuola è sorta intorno a questo spazio verde<br />

circondandolo e inglobandolo e tutti i corridoi si affacciano con ampie vetrate su di esso.<br />

In ogni momento quel che succede là sotto è immediatamente osservabile da tutti.<br />

Insegnavo storia e scienze in terza elementare. Dovevo trovare un modo per far<br />

comprendere come la vita abbia avuto origine dall’<strong>acqua</strong> e in quell’ambiente si siano<br />

sviluppate con facilità le prime forme di vita. Via, allora, facciamo uno stagno nella scuola.<br />

Non saprei dire quante discipline si sono intersecate nella realizzazione dell’opera.<br />

Italiano per raccontare, tecnologia per zappare, scienze per gli esperimenti e nelle<br />

osservazioni, storia per tutti i paralleli con la vita preistorica, educazione all’immagine<br />

per tutti i disegni e rilievi, ginnastica per zappa, pala e sollevamento pesi, musica perché...<br />

cantando il lavoro è più leggero, matematica nelle varie misurazioni delle variazioni dei<br />

livelli dell’<strong>acqua</strong> nelle stagioni… e infine, ma non per ultima, educazione alla convivenza<br />

civile. Lavorare insieme in questo modo ha reso tutti molto più cooperativi.<br />

Le attività di scavo sono durate da ottobre a febbraio. In tutto abbiamo spostato a mano<br />

e con i secchielli circa 2 m 3 di terra, aiutati anche da un genitore della Scuola materna;<br />

durante le attività, man mano che si scendeva, si potevano osservare le stratificazioni.<br />

Molto emozionante e utile è stato il ritrovamento di un cardine arrugginito a quota -40<br />

cm, relitto di un passato, magari non tanto remoto, ma che fa comprendere che ogni<br />

cultura si appoggia a quella precedente e ne è anche sostenuta.<br />

Molti lombrichi sono stati traslocati dopo attenta osservazione, proprio mentre il<br />

programma di scienze ci chiedeva di studiare gli anellidi: perfetto!<br />

Allo stesso tempo, in classe, in alcuni barattoli pieni d’<strong>acqua</strong> avevamo messo alcune<br />

sostanze, foglie, sassi, farina, palline di plastica... abbiamo così osservato in quali di esse si<br />

sviluppassero microorganismi.<br />

Quando lo stagno è stato pronto abbiamo steso il telo impermeabile (un telo in pvc come<br />

quelli dei teloni da camion) e siamo andati a raccogliere un po’ di <strong>acqua</strong> e fango dal vicino<br />

Rio Crosio.<br />

In una giornata di febbraio un po’ uggiosa ogni bambino ha vuotato la sua bottiglietta<br />

contenente <strong>acqua</strong> presa dal rio nel catino dello stagno, poi abbiamo riversato anche i<br />

vasetti degli esperimenti in classe che contenevano i nostri amici microorganismi.<br />

Nei mesi successivi abbiamo potuto assistere alla lenta ma costante colonizzazione della<br />

vita. Quello che era un cortile fangoso con una buca di 10/20 cm di <strong>acqua</strong> sul fondo, pian<br />

piano è diventato uno stagno rigoglioso, fiorito, ricco di vita.<br />

Lo stagno è sentito dai ragazzi della scuola come un amico da andare a trovare, uno<br />

spazio vivo in cui è la Natura a dettare le regole, e gli spunti per insegnare. Ora, dopo più<br />

di tre anni, lo stagno è davvero maturo e rigoglioso, ci sono forme di vita di quasi ogni<br />

ordine la cui osservazione permette di far apprezzare l’importanza della biodiversità,<br />

della catena ecologica, e contribuisce a far comprendere che l’uomo è parte di una catena<br />

evolutiva e di un enorme ecosistema in equilibrio, del quale deve essere tutore e custode.<br />

Sono presenti nel nostro stagno organismi monocellulari, alghe, muschi, piante<br />

semplici, felci, molluschi d’<strong>acqua</strong> dolce, gasteropodi, anellidi, insetti, macro invertebrati,<br />

anfibi uccelli e rettili (niente di preoccupante, solo lucertole). Inoltre, grazie alla loro<br />

collaborazione, le linnee, le libellule e le rane prestano volentieri le loro uova per le<br />

osservazioni, per cui in laboratorio, al microscopio, possiamo osservare costantemente lo<br />

sviluppo degli embrioni e assistere al miracolo della nascita di questi animali, che vengono<br />

sempre restituiti al loro habitat.<br />

<strong>acqua</strong> <strong>azzurra</strong>, <strong>acqua</strong> chiara | 29

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