ho venduto il mio tempo per fare i regali di natale - Altervista

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14 SOTTOLINEATURE 1. Quando i vostri amici ridevano prima di sapere per cosa ridere mi è venuta in mente la poesia di Pignotti Quelli dell’Apocalisse non sanno più divertirsi, perché ridere prima che ci sia qualcosa da ridere è una condizione drammaticissima di persone che non sono affatto contente, che ridono perché non possono piangere. 2. So che la poesia non è non stop nelle vostre classifiche. 3. Con la poesia ci si può anche divertire. 4. I futuristi facevano poesia in tutti i modi. Componevano addirittura la poesia degli odori. Non ho capito bene come facessero, probabilmente andavano in giro con quelle robe che si usano a Carnevale perché sostenevano che una serie di odori messi insieme poteva essere una poesia. 5. Con la voce possiamo carezzarvi o – quando fate i cattivi – schiaffeggiarvi. 6. Avete mai notato che quando gli insegnanti si arrabbiano – anch’io sono un insegnante – e lanciano quegli urli belluini terribili, che sono indimenticabili, le finestre tremano? 7. Non è importante tanto ciò che è scritto, ma come è fatta la parola scritta. 8. Noi poeti siamo come dei bambini: ci piace moltissimo il computer. Io a casa ho tantissimi microfoni e campionatori per fare le mie poesie e mi diverto come un matto, molto più che a scriverle semplicemente con la penna e il foglio di carta, infatti – dopo un po’ – mi viene la malinconia pure a me e dico: «No, voglio cambiare lavoro», e invece appena mi metto a lavorare con la musica e le parole torno a divertirmi di nuovo.
9. Quando faccio poesia anche per gli occhi, posso usare due metodi; uno si chiama poesia concreta, l’altro poesia visiva. La differenza sta sostanzialmente nel fatto che nel primo caso per creare delle immagini utilizzo soltanto la forma delle lettere, delle parole, del linguaggio; nel secondo caso adotto anche delle immagini vere e proprie come quelle dei collages prese dai giornali. 10. Si può fare poesia su parole note in tutto il mondo. Chi suona la chitarra ha meno difficoltà d’essere conosciuto negli Stati Uniti di quanta non ne abbia chi scrive in italiano. I poeti concreti si erano messi in testa che fosse possibile fare della poesia basandosi su delle parole molto semplici. Nessuno di noi ha come madre lingua l’inglese, ma sanno tutti che life significa vita, quindi funziona. L’idea è quella di fare una poesia che sia valida in tutti i punti del mondo, in cui tanto l’inglese quanto il tedesco, il giapponese possano capirla. Lello Voce al microfono. Vicino alla tenda la prof. d’Inglese Claudia Meschinelli. In basso, dinanzi al carrello su cui si trova il videoproiettore, la prof. d’Artistica Nicoletta Burdisso. Di fianco, a destra, la prof. di Lettere Franca Rinaldi. 15
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