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disastro in quanto elaboratore di un piano autonomo conosciuto come la<br />
«trappola di Volzana». Esistette realmente un disegno strategico con questo<br />
nome? Su tale questione oggi è possibile leggere il memoriale 28 che Badoglio<br />
scrisse nel 1920 per difendersi dalle accuse di Capello e che rimase a lungo<br />
inedito. Capello sosteneva che Badoglio avesse lasciato troppe forze sulla<br />
sinistra dell'Isonzo, che avesse scarsamente presidiato la linea difensiva<br />
Monte Piatto-Plezia-Isonzo e che avesse male schierato le artiglierie servendosene<br />
poi anche peggio.<br />
La trappola di Volzana<br />
Iniziando dunque l'esame dei fatti con la cosiddetta «trappola di Volzana»,<br />
ecco quanto in proposito dichiarava al Senato il generale Alberto Cavaciocchi<br />
nel 1920:<br />
«Sugli intendimenti manifestati dal gen. Badoglio, posso precisare i seguenti<br />
particolari: nel pomeriggio del 12 ottobre, in seguito a chiamata del gen. Montuori, che<br />
reggeva temporaneamente il comando della 2° Armata, il gen. Badoglio e io fummo<br />
convocati nell'ufficio del comandante allo scopo di concordare certi lavori […]. Fu<br />
durante questo colloquio che il gen. Badoglio manifestò a me il suo pensiero, dicendomi<br />
che aveva dato all'artiglieria l'ordine di non sparare fino a che le colonne d'attacco<br />
non si fossero serrate contro le linee di difesa di Costa Raunza; che anzi a tal uopo aveva<br />
ridotto al minimo l'occupazione della linea avanzata Volzana-Ciginj, in modo da lasciar<br />
procedere indisturbato il nemico fino a contatto con la seconda linea. Soltanto allora,<br />
sarebbe intervenuto a fulminarlo con l'artiglieria, mentre a rendere decisiva la rotta<br />
avrebbe eseguito il contrattacco con la fanteria». 29<br />
In ciò consisteva dunque la «trappola di Volzana» che Badoglio negherà<br />
sempre di avere architettato, bollando questo piano nel 1921 addirittura<br />
come pazzesco. Si sarebbe dovuto permettere all'avversario di raggiungere<br />
senza danni la linea di difesa ad oltranza per poi a colpirlo con le artiglierie<br />
e attaccarlo alle spalle dalla Bainsizza. Il generale contestò la veridicità delle<br />
affermazioni di Cavaciocchi il quale, riascoltato dalla Commissione senatoriale,<br />
modificò solo leggermente il tiro sostenendo che quelle manifestate dal<br />
collega erano più che altro intenzioni e che egli non poteva sapere se Badoglio<br />
vi avesse dato pratica attuazione. Il tarlo del dubbio era ormai comunque<br />
insinuato e la «trappola di Volzana» anima ancora oggi i dibattiti degli studiosi.<br />
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