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un solo comando alle dipendenza del generale Francesco Villani della 19<br />
Divisione. Villani si trovò così a dirigere un numero eccessivo di uomini<br />
lungo uno schieramento troppo ampio. Sul restante tratto di fronte, lungo<br />
solo 8 chilometri, posizionò 22 battaglioni coordinati da tre diversi comandi<br />
(22, 64 e 35 Divisione). A sfondamento avvenuto Badoglio, nelle osservazioni<br />
che inviò alla Commissione d'Inchiesta sui fatti di Caporetto, si giustificò<br />
sostenendo che era sua intenzione spostare il comando della 22 Divisione<br />
dalla sinistra alla destra dell'Isonzo, così da ristabilire l'equilibrio nella<br />
gestione delle forze in campo. Non lo avrebbe fatto solo a causa dell'imminenza<br />
dell'attacco austro-tedesco. Anche nel settore del IV Corpo d'Armata<br />
comandato da Alberto Cavaciocchi, le sistemazione delle truppe non fu effettuata<br />
al meglio, soprattutto nell’area della 46° Divisione del generale Amadei.<br />
Lungo quel tratto di fronte, lo spazio che si trovava tra la nuova linea di<br />
resistenza ad oltranza decisa da Cadorna (monte Nero - monte Pleca - Selisce<br />
- Isonzo) e la linea avanzata (monte Sleme - monte Mrzli - Isonzo) era<br />
praticamente indifendibile. Le posizioni austriache si trovavano più in alto di<br />
quelle italiane che si snodavano lungo ripidi pendii. Dalle loro trincee sopraelevate,<br />
gli avversari facevano piovere sulle nostre, in segno di scherno,<br />
pietre ed escrementi. La minima perturbazione trasformava le posizioni italiane<br />
in rigagnoli fangosi lungo i quali l'acqua scendeva dalle pendici del<br />
Mrzli o dello Sleme fino al fondo valle dell'Isonzo. Su questo terreno assurdo,<br />
furono «dimenticati» ben 13 battaglioni e nove batterie di obici da 149<br />
oltre a numerose batterie da campagna e someggiate. Sulla nuova linea di<br />
resistenza ad oltranza vennero schierati solo 2 battaglioni che rimasero tali<br />
fino al 22 ottobre, giorno in cui ne furono aggiunti altri quattro. Alle loro<br />
spalle, dietro la linea di resistenza principale, fu collocato un unico battaglione.<br />
Questo raffazzonato impianto difensivo venne messo fuori combattimento<br />
dagli austriaci in poco più di tre ore.<br />
La strada del fondovalle<br />
Il malinteso più tragicomico riguardò però la strada del fondovalle che fiancheggiava<br />
il corso dell'Isonzo. Fino al 22 ottobre la difesa dell'intero fondovalle<br />
era stata affidata al IV Corpo d'Armata di Cavaciocchi. Quel giorno<br />
però, il generale Montuori, che sostituiva Capello ricoverato a Padova, con<br />
l'ordine 6155, modificò la linea di contatto tra il corpo d'armata di Cavaciocchi<br />
e quello di Badoglio proprio lungo l'Isonzo. Tale decisione rappresentò già<br />
di per sé stessa un gravissimo errore, in quanto fu adottata a poche ore da<br />
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