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Elena dell'Agnese La mascolinità del cowboy nel cinema western ...

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<strong>del</strong>l’Ottocento, la frontiera aveva iniziato ad essere esaltata come una epopea all’interno<br />

di una varietà di forme artistiche o di intrattenimento, come canzoni e ballate, racconti<br />

orali, quadri e stampe, romanzi e dime novels 11 , ma anche esibizioni dal vivo e<br />

rappresentazioni teatrali, che divennero presto popolari non solo all’Ovest, ma anche<br />

presso le platee <strong>del</strong>la costa orientale. Grazie all’accumularsi di un corpus testuale così<br />

ricco e variegato, ma sempre riconducibile alla specificità degli argomenti trattati (la<br />

conquista <strong>del</strong> West e i suoi eroi), si giunse ben presto alla affermazione di una tipologia<br />

di produzione artistica popolare capace di porsi agli occhi <strong>del</strong>la “nazione” come un<br />

veicolo comunicativo specificamente “americano”. In questo modo, gli Stati Uniti come<br />

nascente “comunità comunicativa” si trovarono ad avere da un lato una epica nazionale,<br />

la frontiera, tramite la quale trasformare la propria storia in etnostoria; dall’altro, un<br />

genere privilegiato attraverso cui forgiare la propria immagine nazionale. <strong>La</strong> confusione<br />

fra realtà storica e rilettura fantastica <strong>del</strong>la stessa fu resa possibile, sin dall’inizio, dal<br />

fatto che la spettacolarizzazione <strong>del</strong> West e la sua riproposta in chiave commerciale<br />

avevano luogo in contemporanea agli eventi di cui narravano le vicende, mentre i loro<br />

protagonisti erano ancora attivi sulla scena. Così, William F. Cody, lo scout cacciatore<br />

di bisonti reso celebre dalle dime novels con il soprannome di Buffalo Bill 12 , era anche<br />

il personaggio centrale <strong>del</strong> Wild West Show, spettacolo itinerante da lui stesso<br />

organizzato che in un arco di tempo compreso fra il 1882 e il 1917 avrebbe offerto alle<br />

platee prima <strong>del</strong>l’Ovest, poi <strong>del</strong>l’Est, e poi persino europee, la rappresentazione dei<br />

principali episodi <strong>del</strong>la conquista <strong>del</strong> West e <strong>del</strong>le guerre indiane. Insieme a lui,<br />

recitavano come comprimari alcuni capi indiani, compreso Toro Seduto, che venivano<br />

esposti al pubblico insieme ai pistoleri più veloci, ai più abili cavallerizzi, e a quegli<br />

stessi militari che avevano in precedenza combattuto contro di loro.<br />

Alcune di queste forme di cultura popolare, come gli spettacoli itineranti, erano<br />

destinate a ridurre progressivamente la propria diffusione; altre sono invece andate<br />

aumentando di incidenza e rilievo, sino a divenire produzioni di massa. Così, i canti dei<br />

bivacchi, riprodotti su disco, sono confluiti in un vero e proprio stile musicale (la<br />

country <strong>western</strong> music), mentre i romanzi di ambientazione <strong>western</strong>, che già<br />

costituivano un filone letterario di grande divulgazione, <strong>nel</strong> Novecento hanno raggiunto<br />

quote di vendita strabilianti 13 (Wright, 2001). Il prodotto culturale che più di ogni altro<br />

ha contribuito a fare <strong>del</strong> West il paesaggio mitico <strong>del</strong>l’epopea nazionale americana è<br />

principalmente il significato di “fucina <strong>del</strong>la democrazia”, Roosevelt ne mette in evidenza soprattutto la<br />

forza rigeneratrice, capace di esaltare la superiorità razziale degli anglosassoni (maschi) tramite lo scontro<br />

violento con i popoli inferiori (vedi in proposito Slotkin, 1992 e Dyer, 1980).<br />

11 Le prime dime novels, il cui nome deriva dal fatto che erano poste in vendita a dieci centesimi l’una,<br />

vennero lanciate <strong>nel</strong> 1860 da un certo Erastus Beadle, un editore di New York che voleva produrre<br />

stampa popolare per un pubblico di massa. Il rapido successo <strong>del</strong>l’iniziativa (presa presto a mo<strong>del</strong>lo da<br />

un’altra trentina di editori) portò alla pubblicazione di migliaia di titoli, alquanto stereotipati e formulaici<br />

<strong>nel</strong>le trame, inizialmente ispirati in modo più o meno evidente all’opera <strong>del</strong> romanziere James Fenimore<br />

Cooper e, poi variamente alle gesta di eroi <strong>del</strong> West, come il pistolero “Wild” Bill Hickock, il bandito<br />

Jesse James e il cacciatore di bisonti William Cody (Nash Smith, 1970).<br />

12 <strong>La</strong> notorietà di Cody, inizialmente basata sul passa-parola e sulla reputazione guadagnata come scout,<br />

venne enfatizzata a livello nazionale con la pubblicazione, <strong>nel</strong> 1869, <strong>del</strong>la prima dime novel a lui dedicata.<br />

Negli anni successivi, Cody alternò la sua attività di scout per la cavalleria degli Stati Uniti a quella di<br />

attore in varie produzioni teatrali in cui veniva messa in scena la selvaggia vita <strong>nel</strong>l’Ovest. Nel 1873 mise<br />

su una propria compagnia. Nel 1876, mentre era impegnato sui palcoscenici <strong>del</strong>l’Est, fu richiamato ai suoi<br />

servigi militari <strong>nel</strong>l’ambito <strong>del</strong>le guerre indiane (quando, in un episodio destinato a diventare celeberrimo,<br />

tolse lui stesso lo scalpo ad un indiano morto). Poi tornò, ancora più celebre, sulle scene ad interpretare se<br />

stesso. A parte Jesse James, Cody fu il personaggio cui venne dedicato, in assoluto, il maggior numero di<br />

dime novels <strong>nel</strong>la storia <strong>del</strong> West (Slotkin, 1998).<br />

13 Louis L’Amour, autore di romanzi di <strong>cowboy</strong>, ha venduto circa 225 milioni di copie dei suoi libri,<br />

qualificandosi in tal modo, insieme a Spillane, come uno dei romanzieri americani di maggior successo<br />

commerciale di tutto il ventesimo secolo.

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