31.05.2013 Views

Elena dell'Agnese La mascolinità del cowboy nel cinema western ...

Elena dell'Agnese La mascolinità del cowboy nel cinema western ...

Elena dell'Agnese La mascolinità del cowboy nel cinema western ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

però stato il <strong>cinema</strong>. Il primo film di fiction girato negli Stati Uniti fu The Great Train<br />

Robbery, <strong>del</strong> 1903: pur durando appena pochi minuti, aveva inseguimenti, spari e tutta<br />

l’azione che avrebbe in seguito qualificato ogni <strong>western</strong> che si rispetti. A partire da<br />

allora, il <strong>western</strong> come genere <strong>cinema</strong>tografico si è affermato con forza sempre<br />

maggiore, tanto da abbracciare, fra gli anni venti e gli anni settanta, circa un quarto<br />

<strong>del</strong>l’intera produzione hollywoodiana (Buscombe 1988). Anche nei decenni successivi,<br />

pur caratterizzati da un certo calo <strong>nel</strong> numero <strong>del</strong>le pellicole 14 , il genere ha comunque<br />

mantenuto un notevole appeal in termini qualitativi, grazie ad opere premiate da una<br />

pioggia di riconoscimenti come Balla con i lupi, di Kevin Costner, <strong>del</strong> 1991, Gli<br />

spietati, di Clint Eastwood, <strong>del</strong> 1992, e il più recente Brokeback Mountain, <strong>del</strong> 2005.<br />

Il <strong>cinema</strong> <strong>western</strong> e la geopolitica popolare americana<br />

Come tutti gli altri testi che fanno riferimento all’epopea <strong>del</strong>la frontiera, anche il <strong>cinema</strong><br />

<strong>western</strong> si qualifica un prodotto culturale decisamente connotato dal punto di vista<br />

“nazionale” 15 , e per questo ha giocato, e tuttora ricopre, un ruolo fondamentale <strong>nel</strong>la<br />

produzione discorsiva <strong>del</strong>la geopolitica popolare americana. Parte <strong>del</strong>la sua<br />

straordinaria popolarità, e <strong>del</strong>l’ottima tenuta manifestata <strong>nel</strong> corso <strong>del</strong> tempo, può essere<br />

attribuita proprio alla disposizione dimostrata <strong>nel</strong> sapersi adattare alle istanze culturali e<br />

geopolitiche <strong>del</strong> momento, facendo loro di volta in volta da cassa di risonanza presso il<br />

grande pubblico.<br />

L’uso di fare <strong>del</strong>la frontiera lo spazio mitico in cui ambientare le pulsioni <strong>del</strong>l’America<br />

contemporanea risale forse ai tempi <strong>del</strong>la presidenza di Theodore Roosevelt, il quale<br />

estese il discorso geopolitico <strong>del</strong> “destino manifesto” sino a giustificare la conquista<br />

<strong>del</strong>le Filippine da parte degli Stati Uniti (Weinberg, 1938). Con la diffusione <strong>del</strong><br />

<strong>cinema</strong>, ovviamente, il ricorso all’epopea <strong>del</strong> West come frame interpretativo per<br />

articolare altri frangenti geopolitici si è fatto sempre più complesso e articolato. Per<br />

esempio, i film a basso costo prodotti negli anni immediatamente antecedenti la seconda<br />

guerra mondiale (i cosiddetti B-Western) erano centrati su vicende in cui personaggi<br />

vestiti da <strong>cowboy</strong>, e dunque investiti <strong>del</strong>l’aura <strong>del</strong> Vecchio West, affrontavano i<br />

“cattivi” <strong>del</strong> mondo di allora, costituiti da gangster o persino da agenti nazisti. Si veniva<br />

così a creare una confusione tra realtà e mito tanto potente da suggerire che “l’etica<br />

eroica <strong>del</strong> West potesse essere eternamente valida come strumento per affrontare e<br />

risolvere i problemi di carattere politico o sociale di qualsiasi contesto” (Slotkin, 1998,<br />

p. 276, n.t.).<br />

Una volta instillato con forza questo presupposto, ai <strong>western</strong> classici degli anni<br />

cinquanta si chiese di rinforzare il mito americano <strong>del</strong>la frontiera e <strong>del</strong>la funzione<br />

14 Nello stesso periodo sono stati prodotti moltissimi film, che pur non qualificandosi come <strong>western</strong> per<br />

ambientazione o epoca storica, fanno ampio riferimento ai canoni <strong>del</strong> genere; George Lucas, per esempio,<br />

ha definito la saga fantascientifica di Guerre Stellari come “<strong>cinema</strong> di avventura <strong>nel</strong>la tradizione <strong>del</strong><br />

<strong>western</strong> americano”. Possono essere considerati come “<strong>western</strong> travestiti” anche molti film d’azione di<br />

ambientazione urbana degli anni Ottanta e Novanta, in cui il protagonista maschile (Clint Eastwood,<br />

Bruce Willis, Stallone) agisce (e spara) come una sorta di <strong>cowboy</strong> contemporaneo (Wright 2001).<br />

15 Anche se, il <strong>western</strong> come genere <strong>cinema</strong>tografico ha riscosso, negli stessi anni, un grandissimo<br />

successo, sia in termini di produzione sia in termini di pubblico, ben al di là dei confini nazionali: si pensi<br />

agli “spaghetti <strong>western</strong>” di matrice italiana (Frayling, 1998). Per molti di questi lavori, parlare di<br />

imitazione è comunque riduttivo, in quanto in alcuni casi il genere è stato utilizzato in termini ironici,<br />

oppure parodici, o ancora per produrre lavori di segno assai meno celebrativo di quello tipico dei classici<br />

americani. Oltre che per i contenuti, anche dal punto di vista stilistico, è preferibile parlare di<br />

transculturazione, e di successiva ibridazione, piuttosto che di replica pedissequa <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo originale:<br />

basti pensare all’influenza esercitata dai lavori di Sergio Leone su quelli di autori americani successivi<br />

quali Peckimpah o Eastwood.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!