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Le esternalità dell'agricoltura. Una analisi degli effetti ambientali ...

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quadrata nel Senigallese e rettangolare altrove; con il passare del tempo però i<br />

proprietari terrieri smisero di investire nella loro costruzione e la maggior parte di<br />

esse furono fabbricate in ciottoli o in fango, supportate da tavole. Nella seconda<br />

metà del Seicento il 70% delle famiglie era ormai assorbito dal sistema<br />

mezzadrile, che intanto si era diffuso anche nelle zone montane e presentava<br />

caratteri sempre più aspri. La famiglia mezzadrile doveva autosostentarsi,<br />

pertanto nel limite del possibile doveva produrre tutto quello di cui necessitava,<br />

per questo motivo si parla di policoltura 6 . L’introduzione di alcune innovazioni<br />

tecniche, portarono inoltre alla diffusione massiccia della vite sul podere, anche<br />

in forme differenti dalla classica, ad esempio si diffuse l’alberata, cioè filari di viti<br />

paralleli e ravvicinati, talvolta maritati ad altre piante, racchiusi fra siepi vive e<br />

spesso non assoggettati al controllo mezzadrile; oppure la folignata, in cui le viti<br />

di solito a coppia, erano maritate ad aceri potati ad imbuto, disposti ad ampia<br />

scacchiera. La struttura dei vigneti continuerà ad evolversi nel corso di tutto il<br />

Seicento, fino ad assumere la disposizione in filari paralleli e distanziati, che darà<br />

al paesaggio mezzadrile il suo assetto definitivo. In genere i filari erano<br />

impiantati sulle colline di massima pendenza, poiché permettevano un’aratura<br />

dall’alto verso il basso senza la presenza del bestiame, anche se lo scorrimento<br />

delle acque provocava nel migliore dei casi un’esportazione massiccia di humus e<br />

nel peggiore, gravi fenomeni di erosione. Al fine di un’analis i completa dobbiamo<br />

però fare un passo indietro e tornare agli anni 1590-‘92, quando delle gravi<br />

carestie misero a dura prova i vivaci mercati cinquecenteschi e le attività<br />

manifatturiere. La carestia complicò anche il ruolo delle autorità locali, che<br />

dovevano far fronte alle necessità alimentari primarie della popolazione e inasprì<br />

sempre più le condizioni dei coloni, che spesso erano costretti a nutrirsi di pane<br />

di ghiande. Nei centri urbani si tornava all’autoconsumo, nelle campagne invece<br />

l’incolto e la pastorizia sottraevano nuovamente spazi alle coltivazioni, le cui rese<br />

subivano una battuta d’arresto. L’introduzione del mais nell’agricoltura<br />

marchigiana fu determinante per uscire da questa condizione di declino, poiché<br />

era un valido succedaneo del grano, ma a differenza di quest’ultimo necessitava<br />

di poco lavoro manuale e aveva maggiori rese; anche i proprietari furono<br />

avvantaggiati dall’alto consumo di granoturco poiché potevano commercializzare<br />

una maggiore quantità di grano. Nelle Marche il mais dapprima, si diffuse sulle<br />

colline Senigallesi, poi nella Vallesina e successivamente anche nelle terre della<br />

Santa Chiesa di Loreto, determinando una ripresa dei mercati, i quali furono tra<br />

l'altro avvantaggiati anche dalla creazione nel 1732 del porto franco di Ancona,<br />

che rese possibile un aumento consistente dei rapporti commerciali col resto<br />

d’Europa, rapporti sempre più basati sullo scambio del mais, che soppianterà<br />

praticamente ogni cereale minore. Tornando alla mezzadria, vediamo come essa<br />

nel Settecento presentasse condizioni sempre più severe: i coloni dovevano<br />

fornire tutta la semente necessaria e corrispondere dei pagamenti in grano per i<br />

buoi e per l’affitto della casa, tanto che spesso erano costretti a nutrirsi<br />

esclusivamente di mais sottoforma di polenta e di pane miscelato a granoturco. I<br />

ricchi erano gli unici che potevano continuare a nutrirsi di grano, poiché anche<br />

6 La policoltura è una caratteristica che è rimasta a lungo nell’agricoltura regionale (pluriattività),<br />

che negli ultimi anni è stata quasi del tutto soppiantata dalla specializzazione indotta dalle politiche<br />

di mercato. Ora c’è una riscoperta di questa antica attitudine <strong>degli</strong> agricoltori che ritroviamo nel<br />

termine multifunzionalità ricorrente nei nuovi orientamenti di politica comunitaria.<br />

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