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Le esternalità dell'agricoltura. Una analisi degli effetti ambientali ...

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CAPITOLO 1<br />

L’EVOLUZIONE DEL PAESAGGIO AGRARIO NELLE MARCHE<br />

Il paesaggio naturale smette d’essere tale nel momento in cui l’uomo inizia ad<br />

interagire con esso; sono, infatti, i modi di organizzazione delle società e le<br />

culture dominanti a determinare le forme del paesaggio, il quale non è altro che<br />

la risultante di tanti segni indelebili, che nel tempo si sono stratificati l’uno<br />

sull’altro: i geografi francesi parlano a riguardo di geografia umana. L’impronta<br />

dell’uomo è rilevata in primis dalla sistematica sostituzione delle specie animali e<br />

vegetali originarie con altre di maggiore utilità per la collettività, l’esempio più<br />

ricorrente è quello dei boschi con le colture cerealicole. Gli antesignani del<br />

processo di trasformazione, infatti, furono proprio i pastori che bruciavano vaste<br />

estensioni di bosco per creare i pascoli per le loro greggi e si spostavano<br />

attraverso dei selciati naturali (tratturi), che sarebbero diventati nelle epoche<br />

successive strade. Lo stesso paesaggio marchigiano, se non fosse intervenuto<br />

l’uomo, sarebbe tuttora un’unica foresta, dal litorale fino ai monti Sibillini, mentre<br />

oggi mostra molteplici varietà di coltivazioni. Ma quali sono state quindi le<br />

influenze che hanno determinato il paesaggio agrario contemporaneo? La storia<br />

del nostro territorio ha delle radici molto antiche, infatti, ci sono reperti che<br />

attestano la presenza di villaggi e capanne nel Fabrianese già nel paleolitico. <strong>Le</strong><br />

prime zone rurali risalgono invece al V sec. a.C., all’indomani dell’insediamento<br />

<strong>degli</strong> Etruschi, i quali erano conoscitori dell’aratro e abili agricoltori e<br />

sperimentavano diverse colture promiscue fra cui la piantata, ovvero la vite<br />

maritata al pioppo o all’acero. Si trattava ancora di piccole isole agricole e<br />

pastorali che spuntavano di tanto in tanto fra le foreste e i boschi, lasciati<br />

incontaminati dalle altre popolazioni insediate nelle valli del Misa e dell’Esino.<br />

L’arrivo del popolo romano nel III sec. a.C. significò invece una drastica riduzione<br />

delle zone collinari e montane lasciate ai pascoli pubblici e alle selve, e una<br />

contemporanea espansione della pianura prosciugata, che era ridistribuita fra<br />

vinti e vincitori secondo la lex flaminia 1 : il paesaggio agrario assumeva quindi<br />

quell’aspetto di tante maglie rettangolari che si è conservato fino ai nostri giorni.<br />

All’epoca le trasformazioni avvenivano in tempi molto lunghi, infatti, solamente<br />

nel III sec. d.C. si ebbero altri cambiamenti rilevanti, in particolare nel Piceno,<br />

dove accanto ai poderi coltivati dai coloni nascevano le villae 2 , nelle quali si<br />

ricorreva ad una forza lavoro composta esclusivamente da schiavi e da coloni<br />

soggetti a corvées 3 . Questa nuova struttura del lavoro agricolo, insieme alle<br />

scorrerie dei Visigoti, causarono un forte declino economico e demografico,<br />

determinando di conseguenza il rimboschimento delle pianure, il riformarsi di<br />

paludi e quindi la diffusione della malaria. Nello stesso tempo le città romane<br />

cambiavano veste, cingendosi di mura e prendendo le distanze da quelle<br />

1 “<strong>Le</strong>x de agro Piceno et Gallico viritim dividendo” voluta da C. Flaminio nel 232 a.C., che sanciva la<br />

distribuzione delle terre fra vincitori e vinti all’indomani della battaglia di Sentino.<br />

2 Termine franco che indica la corte, cioè una sorta di azienda agricola divisa in due parti; una<br />

parte veniva fatta coltivare ai servi dal proprietario per il suo fabbisogno; l’altra parte divisa in<br />

poderi era affittata a famiglie di contadini liberi in cambio di prestazioni in denaro o in natura.<br />

3 <strong>Le</strong>tteralmente richiesta od opera. Prestazione di lavoro a tempo e gratuita che i servi della gleba<br />

erano obbligati a compiere nelle proprietà fondiarie del signore accanto ai servi.<br />

3

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