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Le esternalità dell'agricoltura. Una analisi degli effetti ambientali ...

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Come possiamo vedere il modello di regressione ha un indice soddisfacente di<br />

accostamento ai dati, infatti R 2 riesce a spiegare quasi il 70 per cento della<br />

variabilità dei finanziamenti, ciò significa che i movimenti della spesa pubblica<br />

dipendono in modo piuttosto evidente dalle variabili introdotte.<br />

I coefficienti possono influenzare positivamente o negativamente l’andamento<br />

della spesa pubblica, in base a che essi siano rispettivamente maggiori o minori<br />

dello zero. Non basta, tuttavia, controllare il segno algebrico, poiché per poter<br />

avvalorare una qualsiasi influenza è anche necessario che la Statistica t<br />

raggiunga il livello di significatività 23 . Detto questo, vediamo che dalla regressione<br />

l’unica variabile, a parità delle altre, ad avere un effetto significativo sulla<br />

variabile dipendente è la superficie agricola utilizzata (SAU). In altre parole<br />

questo modello mette in rilievo che l’entità dei finanziamenti per il ripristino<br />

idrogeologico aumenta all’aumentare <strong>degli</strong> ettari di superficie agricola utilizzata,<br />

avvalorando l’<strong>analisi</strong> grafica. Nessuno <strong>degli</strong> altri coefficienti considerati sono<br />

invece significativi. Il risultato della regressione può tuttavia essere influenzato<br />

da altri problemi di collinearità, oltre quello della superficie, infatti, potremmo<br />

ipotizzare che anche il numero di aziende e la popolazione presente sul territorio<br />

possono avere un qualche legame. Non dobbiamo comunque pensare che una<br />

delle due <strong>analisi</strong> (grafica e econometrica), sia sbagliata, poiché prendono in<br />

considerazione due punti di vista sostanzialmente differenti: infatti, mentre la<br />

prima analizza ogni variabile singolarmente, il modello econometrico stima<br />

l’andamento delle variabili a parità delle altre.<br />

3.3 PIANO STRALCIO DI BACINO PER L’ASSETTO<br />

IDROGEOLOGICO (PAI)<br />

3.3.1 Quadro di sintesi delle aree a rischio idrogeologico nel<br />

territorio dell’Autorità di bacino regionale<br />

Il piano stralcio di Bacino per l’Assetto idrogeologico (Pai) disposto, fra le altre,<br />

dalle leggi n. 183/89 e n. 267/98, è stato adottato solamente lo scorso 6<br />

settembre 2001. Il Pai indica per ogni comune e per ogni bacino idrografico che<br />

interessa il comune l’esistenza o meno di rischio idrogeologico distinguendo fra<br />

rischio idraulico e il rischio frana e di valanga. In particolare all’interno dei singoli<br />

bacini idrografici vengono individuate:<br />

- le aree maggiormente esposte al rischio idraulico: le quali sono specificate<br />

sulla base di tronchi fluviali omogenei, ad ognuno dei quali è attribuito un<br />

livello di rischio articolato in quattro classi;<br />

- le aree di pericolosità e rischio idrogeologico : le quali sono classificate<br />

attraverso quattro livelli di rischiosità e quattro livelli di pericolosità 24 .<br />

23<br />

La statistica t per essere significativa deve essere maggiore di 1,96, valore che in genere si<br />

approssima all’unità successiva.<br />

24<br />

Per pericolosità intendiamo la probabilità che il dissesto si manifesti entro un tempo predefinito<br />

con la suddetta intensità, da valutarsi unitamente ad altri fattori determinabili in funzione dello<br />

specifico dissesto preso in esame. La pericolosità è classificata in bassa (P1), media(P2), elevata<br />

(P3) e molto elevata (P4).<br />

44

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