Accesso aperto all'opera (PDF) - Firenze University Press
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siri nergaard<br />
ufficialmente – e, scorrendo i titoli e gli indici di molti dei volumi pubblicati<br />
sull’argomento negli ultimi anni, tale conclusione trova conforto.<br />
l’assenza stupisce. stupisce perché – a esclusione ovviamente dei canoni<br />
monolingui, composti da testi non tradotti – il passaggio attraverso<br />
la traduzione è indispensabile per la formazione di tutti i canoni che raccolgono<br />
testi scritti in diverse lingue. e tale passaggio non è senza rilievo:<br />
anzi, è un filtro tutt’altro che neutro, in grado di condizionare la ricezione<br />
dell’opera in questione e di conseguenza anche il canone. È inoltre un<br />
filtro in grado di condizionare il processo di inclusione e esclusione dal<br />
canone stesso. cosa viene tradotto, da quale lingua, da quale contesto<br />
culturale, da quale tipo di letteratura e di quale autore, sono tutti fattori<br />
legati alla formazione del canone; non solo cosa, ma anche il modo in cui<br />
i testi vengono tradotti è strettamente connesso ai canoni: la traduzione<br />
ne è influenzata ed è a sua volta fonte di influenza.<br />
la traduzione è un processo importante nella costruzione del canone,<br />
alla stessa maniera di quelli culturali, istituzionali e politici. le traduzioni<br />
non riproducono semplicemente il canone predefinito, anzi, hanno la<br />
capacità di partecipare attivamente nella sua formazione e trasformazione.<br />
le traduzioni rappresentano il mezzo principale per introdurre in una<br />
cultura forme narrative e paradigmi estetici stranieri, e possono anche<br />
avere un ruolo significativo nell’importazione di concetti e teorie letterarie,<br />
che a loro volta possono stimolare il bisogno di rivedere e riformare<br />
i canoni tradizionali.<br />
l’assenza stupisce, dicevo, perché non ci sono dubbi sul fatto che la<br />
relazione tra il canone e la traduzione sia forte: molti canoni esistono ed<br />
evolvono grazie alle traduzioni; le traduzioni sono fondamentali per la<br />
formazione di molti canoni e determinano meccanismi di inclusione ed<br />
esclusione. ma la questione è molto poco tematizzata, per non dire ignorata.<br />
l’assenza della voce «canone» dai due volumi di consultazione citati<br />
è, credo, indicativa di una generale disattenzione da parte degli studiosi<br />
di traduzione riguardo alla questione del canone.<br />
a mio avviso, gli studiosi di letteratura molto raramente mettono il<br />
canone in relazione con la traduzione, e ciò perché è molto diffusa la tendenza<br />
a ignorare la traduzione perfino quando si parla della trasmissione<br />
di una cultura in un’altra cultura: «historians continue to write as if<br />
intercultural transfer had nothing to do with the process of translation,<br />
transformation and anthologization. ideologies of authorship continue to<br />
hide almost everything else that is going on» 3 .<br />
nel dibattito attuale sul canone letterario è opinione generale che il<br />
concetto vada rivisto, che sia in crisi, che sia superato come categoria che<br />
conferisce unità alle identità nazionali e che vada riscritto e riformulato<br />
per comprendere la complessità delle nostre culture globalizzate, interculturali,<br />
frammentate e transitorie. Questa crisi generale del concetto può<br />
sicuramente essere una ragione per cui nei ts si è tendenzialmente scelto<br />
di non affrontare l’argomento. in questo clima di rivisitazione è però meno<br />
comprensibile la mancanza di una problematizzazione della questione