Accesso aperto all'opera (PDF) - Firenze University Press
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canone e Post-coloniale 71<br />
tangibili della colonizzazione britannica sui discendenti delle popolazioni<br />
indigene nelle colonie di insediamento 18 . in termini pratici questo significa<br />
che non esiste un unico modello di lettura critica del post-coloniale e che<br />
è importante tenere in considerazione le varianti. anche per le altre realtà<br />
post-coloniali è spesso applicabile il concetto che meenakshi muhkerjee<br />
usa per descrivere l’eterogeneità della totalità indiana: «in india è vera una<br />
cosa ma è anche altrettanto vero il suo contrario» 19 . simili concetti di pluralismo<br />
ed eterogeneità sono da applicare ai rapporti che intercorrono tra<br />
le opere canoniche e le loro riletture post-coloniali. come si leggerà di seguito<br />
la specificità delle circostanze nel rapporto tra canone e post-coloniale<br />
genera testi, posizioni critiche e strategie discorsive molto differenti.<br />
il termine ‘canone’ in letteratura indica un insieme di opere e di autori,<br />
generalmente considerati come rappresentativi di una data cultura, di<br />
un genere letterario o di un’area di studi, e come tali autorevoli e fondamentali<br />
per il suo apprendimento – non a caso il temine è mutuato dalla<br />
teologia da cui ne ha ereditato le caratteristiche di ‘autenticità’, per cui le<br />
opere e gli autori considerati ‘canonici’ assurgono a ruolo di modelli da<br />
seguire o da imitare in base ai loro ‘meriti’ estetici e letterari. in campo<br />
post-coloniale ‘canone’ è sinonimo di ‘centro’ e in esso risuonano molte<br />
delle problematiche scaturite dall’opposizione binaria centro/periferia sulla<br />
cui decostruzione si basa l’origine del pensiero critico (post)-coloniale.<br />
Per lungo tempo produrre testi ‘post-coloniali’ ha significato ribattere alle<br />
rappresentazioni del canone, contestarne l’autorevolezza, decostruirne<br />
l’universalità e adeguarne i risultati ad un contesto storico-sociale preciso<br />
e definito. in breve allargarne il perimetro o, più spesso, abolirne i parametri<br />
assoluti per ridurne la portata ideologico-discorsiva. nello stesso<br />
modo in cui le periferie hanno decostruito le pretese di unicità, superiorità,<br />
omogeneità e immutabilità dell’ordine epistemologico del centro, denunciandone<br />
la formazione storico-ideologica, così molte delle riscritture<br />
e riletture del canone ad opera di scrittori e critici post-coloniali (e penso<br />
per esempio a quelle di chinua achebe, george lamming, Jean rhys, ma<br />
anche a quelle più recenti di J.m. coetzee e Peter carey) hanno rivelato<br />
le incongruenze dei testi ‘classici’ nati all’interno dell’esperienza storica<br />
del colonialismo. attraverso la rilettura di testi canonici come Heart of<br />
Darkness, The Tempest (1611), Jane Eyre (1847), Robinson Crusoe (1719) e<br />
Great Expectations, a cui fanno rispettivamente riferimento, questi intellettuali<br />
e autori hanno mostrato le rappresentazioni della realtà occidentale<br />
dal punto di vista del soggetto colonizzato piuttosto che da quello del<br />
colonizzatore, «non semplicemente attraverso l’inversione dell’ordine gerarchico,<br />
ma attraverso la messa in discussione degli assunti filosofici su<br />
cui quell’ordine si basa» 20 . come suggerito inizialmente da Helen tiffin<br />
ed esemplificato approfonditamente da John Thieme, la contestazione del<br />
canone ad opera di scrittori post-coloniali non si è limitata alla critica e<br />
alla riscrittura dei testi in sé, ma ha puntato il dito al contesto storico-ideologico<br />
che li ha prodotti, sconfessandone i principi portanti attraverso