Credito Aperto 37 - Banca di Credito cooperativo di Piove di Sacco

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22 CHIOGGIA Il litorale di Sottomarina nel giro di 50 anni si è trasformato da area marginale e depressa ad ambito privilegiato e determinante per la crescita insediativa ed economica di Chioggia. Per darne un’idea faccio riferimento ad un ricordo personale. I miei nonni sono vissuti del tutto all’interno di un orizzonte paesano molto ristretto, la vecia Marina, AREA vERDE DI SAN FELICE che era costituita dall’area compresa tra i Murazzi/ via San Marco e la Laguna, e tra San Felice e la Cisterna, dove era stato sistemato il ‘nuovo’ mercato orticolo. I miei genitori si sono spostato fuori da quest’area, nella zona che negli anni cinquanta veniva chiamata “spiaggia” e dove ora abito, mentre mio figlio è nato lontano da quest’area, La "resistenza" del polmone estremo di Sottomarina di Pier Giorgio Tiozzo Gobetto
in una zona che i nonni avevano ridotto ad orti coltivabili solo con un pesante lavorio di carriole di terra e letame, di cui, una volta assunto il ruolo via, si è perso addirittura il ricordo del toponimo: Ca’ Naccari. Adesso da San Felice al Brenta tutto il litorale è paese, e se arrivasse un ipotetico nipote non sarebbe semplice fargli capire com’era il paese fino alla mia generazione. Sottomarina era sinonimo di ambiente naturale, verde e spazi aperti. Ce lo ricordano i testi degli scrittori, dal grande Orio Vergani con i ricordi infantili della “spiaggia interminabile e selvaggia” de Il vecchio zio, ai più noti racconti di Giovanni Comisso e Giannantonio Cibotto, fino ai testi recenti di Carlo Mozzi e del nostrano Carlo Boscolo, con i suoi Prati vicino al mare. All’interno della spasmodica crescita urbanistica avvenuta nel secondo novecento, Sottomarina ha mantenuto a lungo aree verdi rilevanti: penso alle distese di dune lungo la spiaggia ed alle foci del Brenta, alla complessiva area dei Boschetti, ad ampie macchie verso la Laguna e verso Brondolo, all’area verde San Felice. Inutile nasconderlo: queste aree sono resistite perché non erano proprietà privata, ma demanio pubblico o aree militari alle quali addirittura non si poteva accedere. Poi, in seguito a concessioni ed acquisizioni, queste aree si sono ridotte e sono state assimilate sempre più agli insediamenti residenziali. Ne rimane qualche sparuto brandello. Un baluardo è costituito dall’area verde di San Felice, un compendio di oltre 150.000 mq. posto all’estremità nord del paese, verso la diga foranea, tra la spiaggia e i Murazzi. Lo definiamo estremo per la sua posizione, ma anche perché è di fatto l’ultima presenza verde significativa, unica per caratteristiche storiche, paesaggistiche e territoriali. Un polmone verde per Sottomarina, un àmbito in cui si può ancora decidere cosa vuol essere il litorale nel futuro. Sull’area si sono riversati interessi di vario genere, nel quadro più complessivo della destinazione del Forte, dell’ansa di San Felice e dell’ambiente circostante. Qualcuno voleva farne una sorta di giardino pubblico/parco di divertimenti con trenino che vi girava all’interno, altri un’area di supporto alla megadarsena in costruzione dietro i Murazzi, altri ancora area di insediamento residenziale e di attività economiche. L’approccio e l’azione del “Comitato per il Forte San Felice” ha evidenziato la sua collocazione nell’ambito della più complessiva area portuale, legando San Felice assieme a Ca’ Roman, proponendone il mantenimento e una fruizione sostenibile e in rapporto a tutta l’area, con il Forte e la Batteria, i Murazzi e la Laguna, in collegamento con un piccolo tratto di spiaggia dove mantenere le dune e l’ambiente tradizionale. Non sono mancate indagini sulle peculiari caratteristiche naturalistiche, in particolare con l’emergere di una presenza significativa di flora tipica del nostro litorale, altrove scomparsa da tempo (vedasi il contributo di Erminio Boscolo Bibi e Marco Boscolo Bacheto, in “Chioggia. Rivista di studi e ricerche” Foto d'apertura: delimitazione dell’oasi San Felice con tratto di spiaggia Sopra: l’area verde San Felice vista dalla bocca di porto 23
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