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Credito Aperto 37 - Banca di Credito cooperativo di Piove di Sacco

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in una zona che i nonni avevano ridotto ad orti<br />

coltivabili solo con un pesante lavorio <strong>di</strong> carriole<br />

<strong>di</strong> terra e letame, <strong>di</strong> cui, una volta assunto il ruolo<br />

via, si è perso ad<strong>di</strong>rittura il ricordo del toponimo:<br />

Ca’ Naccari.<br />

Adesso da San Felice al Brenta tutto il litorale<br />

è paese, e se arrivasse un ipotetico nipote non<br />

sarebbe semplice fargli capire com’era il paese fino<br />

alla mia generazione. Sottomarina era sinonimo <strong>di</strong><br />

ambiente naturale, verde e spazi aperti. Ce lo ricordano<br />

i testi degli scrittori, dal grande Orio Vergani<br />

con i ricor<strong>di</strong> infantili della “spiaggia interminabile<br />

e selvaggia” de Il vecchio zio, ai più noti racconti<br />

<strong>di</strong> Giovanni Comisso e Giannantonio Cibotto, fino<br />

ai testi recenti <strong>di</strong> Carlo Mozzi e del nostrano Carlo<br />

Boscolo, con i suoi Prati vicino al mare. All’interno<br />

della spasmo<strong>di</strong>ca crescita urbanistica avvenuta nel<br />

secondo novecento, Sottomarina ha mantenuto<br />

a lungo aree ver<strong>di</strong> rilevanti: penso alle <strong>di</strong>stese <strong>di</strong><br />

dune lungo la spiaggia ed alle foci del Brenta,<br />

alla complessiva<br />

area dei Boschetti,<br />

ad ampie macchie<br />

verso la Laguna e<br />

verso Brondolo,<br />

all’area verde<br />

San Felice. Inutile<br />

nasconderlo: queste<br />

aree sono resistite<br />

perché non erano<br />

proprietà privata,<br />

ma demanio pubblico<br />

o aree militari<br />

alle quali ad<strong>di</strong>rittura<br />

non si poteva accedere.<br />

Poi, in seguito<br />

a concessioni ed<br />

acquisizioni, queste<br />

aree si sono ridotte<br />

e sono state assimilate<br />

sempre più agli<br />

inse<strong>di</strong>amenti residenziali.<br />

Ne rimane qualche sparuto brandello. Un<br />

baluardo è costituito dall’area verde <strong>di</strong> San Felice,<br />

un compen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> oltre 150.000 mq. posto all’estremità<br />

nord del paese, verso la <strong>di</strong>ga foranea, tra la<br />

spiaggia e i Murazzi. Lo definiamo estremo per la<br />

sua posizione, ma anche perché è <strong>di</strong> fatto l’ultima<br />

presenza verde significativa, unica per caratteristiche<br />

storiche, paesaggistiche e territoriali. Un<br />

polmone verde per Sottomarina, un àmbito in cui<br />

si può ancora decidere cosa vuol essere il litorale<br />

nel futuro.<br />

Sull’area si sono riversati interessi <strong>di</strong> vario genere,<br />

nel quadro più complessivo della destinazione<br />

del Forte, dell’ansa <strong>di</strong> San Felice e dell’ambiente<br />

circostante. Qualcuno voleva farne una sorta <strong>di</strong><br />

giar<strong>di</strong>no pubblico/parco <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimenti con trenino<br />

che vi girava all’interno, altri un’area <strong>di</strong> supporto<br />

alla megadarsena in costruzione <strong>di</strong>etro i Murazzi,<br />

altri ancora area <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento residenziale e <strong>di</strong><br />

attività economiche. L’approccio e l’azione del<br />

“Comitato per il Forte San Felice” ha evidenziato<br />

la sua collocazione nell’ambito della più complessiva<br />

area portuale, legando San Felice assieme a Ca’<br />

Roman, proponendone il mantenimento e una fruizione<br />

sostenibile e in rapporto a tutta l’area, con<br />

il Forte e la Batteria, i Murazzi e la Laguna, in collegamento<br />

con un piccolo tratto <strong>di</strong> spiaggia dove<br />

mantenere le dune e l’ambiente tra<strong>di</strong>zionale. Non<br />

sono mancate indagini sulle peculiari caratteristiche<br />

naturalistiche, in particolare con l’emergere <strong>di</strong><br />

una presenza significativa <strong>di</strong> flora tipica del nostro<br />

litorale, altrove scomparsa da tempo (vedasi il contributo<br />

<strong>di</strong> Erminio Boscolo Bibi e Marco Boscolo<br />

Bacheto, in “Chioggia. Rivista <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e ricerche”<br />

Foto d'apertura: delimitazione dell’oasi San Felice con tratto<br />

<strong>di</strong> spiaggia<br />

Sopra: l’area verde San Felice vista dalla bocca <strong>di</strong> porto<br />

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