Settembre 2010 - Universitinforma
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ateneo<br />
Quanto ne sai di?<br />
di Luca Di Leonforte<br />
i tifosi dell’Everton<br />
ci dedicano<br />
«Oggi<br />
uno sfottò: “39 italiani<br />
non possono avere torto”.<br />
Un modo per dire che l’Heysel<br />
è colpa di noi del Livepool.<br />
Hanno ragione. Il torto era<br />
nostro. Il torto era mio». Con<br />
queste parole Tony Evans, oggi<br />
scrittore e giornalista sportivo<br />
del Times, allora tifoso del<br />
Liverpool, chiude il suo racconto<br />
pubblicato su La Stampa<br />
riguardo la sera del 29 maggio<br />
1985.<br />
E questa è anche l’opinione comune<br />
di molti studenti catanesi,<br />
o almeno di quelli a conoscenza<br />
dei fatti, che, senza<br />
troppi giri di parole, quando<br />
viene chiesto loro a chi sono<br />
da attribuire le cause della<br />
strage rispondono: «Tutta colpa<br />
degli inglesi». Poco importa<br />
se poi gli stessi studenti<br />
ignorano completamente il<br />
trattamento riservato ai tifosi<br />
dei Reds l’anno prima, quando<br />
nel giorno della finale di Coppa<br />
dei Campioni Roma-Liverpool<br />
giocata a Roma, gli ultrà<br />
giallorossi passarono la giornata<br />
effettuando una vera e<br />
propria caccia all’uomo ai danni<br />
dei britannici. Passa in secondo<br />
piano la decisione della<br />
Uefa di far giocare la finale in<br />
uno stadio da tutti considerato<br />
inadeguato, senza sufficienti<br />
uscite d’emergenza, con<br />
i muri divisori fragili e cadenti.<br />
Non hanno importanza<br />
le scarse misure di sicurezza<br />
adottate dalle autorità belghe:<br />
uomini delle forze dell’ordine<br />
contati sulle dita di una<br />
mano, numero di spettatori<br />
superiore alla capacità dello<br />
stadio, tifosi juventini relegati<br />
nel settore Z, separato solo da<br />
due fragili reti metalliche dai<br />
sostenitori del Liverpool (che<br />
per l’occasione si erano fatti<br />
accompagnare anche da un<br />
buon numero di tifosi del<br />
Chelsea, noti per la loro violenza<br />
tanto da farsi chiamare<br />
headhunters, cacciatori di teste).<br />
Oggi, 25 anni dopo, la cosa<br />
10<br />
Cosa sanno gli studenti di personaggi<br />
e fatti che hanno segnato la storia recente?<br />
Proviamo a chiederlo, per scoprire che...<br />
della strage dell’Heysel e chi,<br />
come Giusy, si lamenta addirittura<br />
perché «Le domande<br />
sono sbagliate, non si può rispondere<br />
se non si ha una certa<br />
cultura». Le modalità della<br />
strage non sono a tutti chiarissimi<br />
e si parla genericamente<br />
del crollo di una tribuna.<br />
Il numero esatto delle vittime,<br />
in pochi lo conoscono.<br />
Per fare un po’ di chiarezza.<br />
Quel giorno si giocava la finale<br />
di Coppa dei Campioni tra<br />
Liverpool e Juventus allo stadio<br />
Heysel di Bruxelles, scelta<br />
criticata da entrambe le società.<br />
Al tifo organizzato delle<br />
due squadre erano state assegnate<br />
due zone opposte dello<br />
stadio, ma una piccola parte<br />
dei tifosi juventini organizzatasi<br />
autonomamente fu accolta<br />
nel settore adiacente agli hooligans.<br />
Prima della partita i<br />
britannici iniziarono il cosiddetto<br />
take an end (prendi una<br />
curva) ai danni dei tifosi italiani<br />
che impauriti si accalcarono<br />
sul muro opposto provocandone<br />
il crollo. Così Tony<br />
Evans ricorda quegli istanti:<br />
«Mi assentai per qualche minuto<br />
per fare la pipì. Al ritor-<br />
UNIVERSIT<br />
no vidi che la rete che separava<br />
i due settori era caduta e<br />
che molti dei nostri erano passati<br />
al settore adiacente… più<br />
sotto e nell’angolo più lontano<br />
stavano morendo 39 persone».<br />
Tutto il resto è superfluo ma<br />
serve a capire la straordinarietà<br />
dell’evento e l’incredulità di<br />
chi viveva da vicino la strage:<br />
giocatori, cronisti, spettatori.<br />
Il governo belga ordinò alle<br />
due squadre di disputare<br />
ugualmente la finale per paura<br />
di ulteriori disordini; la diretta<br />
su Rai 2 si aprì con una<br />
schermata nera e un avvilito<br />
Bruno Pizzul che tenta di attribuirne<br />
la cause a problemi<br />
tecnici, contemporaneamente<br />
sul Tg 1 andarono in onda le<br />
immagini degli incidenti; la<br />
televisione tedesca si rifiutò di<br />
trasmettere l’evento, mentre<br />
quella austriaca non commentò<br />
la partita e fece scorrere la<br />
Heysel, la strage senza perché<br />
importante per molti è dare la<br />
colpa agli inglesi, senza tener<br />
conto che dopo un quarto di<br />
secolo il lunedì mattina le pagine<br />
dei principali quotidiani<br />
raccontano ancora di episodi<br />
di violenza negli stadi. E ancora<br />
si cerca la soluzione: impianti<br />
nuovi, stuart tra gli<br />
spalti, tessera del tifoso.<br />
I fatti di quel 29 maggio 1985<br />
sono conosciuti dalla stragrande<br />
maggioranza degli<br />
universitari catanesi, anche se<br />
non manca chi dichiara di<br />
non aver mai sentito parlare<br />
scritta “Questa che andiamo a<br />
trasmettere non è una trasmissione<br />
sportiva”; Michel<br />
Platini esultò dopo aver segnato<br />
il rigore che decise il<br />
match; durante i criticati festeggiamenti<br />
della partita, i tifosi<br />
juventini, che solo ora iniziavano<br />
a comprendere la vera<br />
portata del disastro, attorniarono<br />
la squadra e rivolgendosi<br />
agli inglesi gridavano “assassini!”.<br />
Tante critiche piombarono sulla<br />
dirigenza e sui giocatori<br />
della Juventus, per quei festeggiamenti<br />
considerati inopportuni.<br />
«Quando cade l’acrobata,<br />
entrano i clown», fu<br />
questa la frase pronunciata da<br />
Platini per giustificare la<br />
squadra.<br />
Quattro anni dopo un’altra<br />
strage vide protagonisti i tifosi<br />
inglesi e del Liverpool. Nel<br />
1989 allo stadio Hillsborough<br />
durante la semifinale di Coppa<br />
d’Inghilterra tra Liverpool e<br />
Nottingham Forest, 96 tifosi<br />
dei Reds morirono per soffocamento.<br />
Da allora in Inghilterra<br />
il fenomeno degli hooligans<br />
e della violenza negli stadi è<br />
stato debellato. Ui