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Settembre 2010 - Universitinforma

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time out<br />

UNIVERSIT<br />

INTERVISTA / I francesi Nouvelle Vague presentano il 16 settembre a Catania (unica<br />

tappa italiana) il loro terzo disco NV 3. Tra cover di Depeche Mode e Talking Heads<br />

- e un’incursione nel punk dei Sex Pistols - rivive la grande musica degli anni Ottanta<br />

di Riccardo Marra<br />

La New Wave negli Anni<br />

80 fu un momento fondamentale<br />

per il rock:<br />

morto il punk, spirato dopo<br />

un’esistenza breve e bastarda,<br />

band come Cure, Joy Division<br />

e Bauhaus abbandonarono la<br />

rabbia dei ’70s per scrivere<br />

musica colma di oscurità e inquietudine.<br />

Partono dalla New Wave e la<br />

riscrivono i Nouvelle Vague<br />

(la traduzione è presto fatta).<br />

A partire dal 2005 con l’omonimo<br />

album d’esordio, Marc<br />

Collin e Olivier Libaux, i due<br />

musicisti francesi titolari del<br />

progetto, hanno “coverizzato”<br />

alcuni grandi brani del movimento<br />

in versione bossa nova<br />

(ennesima traduzione di onda<br />

nuova), donandogli una nuova<br />

vita soft grazie anche a un’equipe<br />

di delicate cantanti<br />

transalpine. L’ultimo capitolo<br />

della loro saga è NV 3: fra le<br />

cover di Collin e Libaux canzoni<br />

di Depeche Mode, Talking<br />

Heads e Simple Minds.<br />

<strong>Universitinforma</strong> ha incontrato<br />

Marc Collin in partenza per<br />

Catania dove i Nouvelle Vague<br />

faranno la loro unica tappa<br />

italiana il 16 settembre ai<br />

Mercati Generali.<br />

Marc qual è la scelta che sta<br />

dietro alle cover di NV 3?<br />

«Devo dire che la selezione è<br />

dipesa del<br />

tutto dalla<br />

bellezza di<br />

quelle can-<br />

zoni e del lorosongwriting.Abbiamo<br />

scelto<br />

tra le migliori<br />

band<br />

di quella inimitabile<br />

era<br />

musicale<br />

che è stata<br />

la New Wave. Non necessariamente<br />

erano le canzoni che<br />

ascoltavamo di più in questo<br />

periodo».<br />

Rispetto al passato avete mutato<br />

il suono. Sembra che la<br />

bossa nova non sia più la vostra<br />

priorità.<br />

«In effetti la bossa nova era l’idea<br />

principale che stava dietro<br />

al primo album. Poi con Bande<br />

à part abbiamo provato a<br />

cambiare direzione avvicinandoci<br />

ai suoni caraibici e alle<br />

colonne sonore. Per NV 3 invece<br />

la voglia è stata quella di<br />

andare a bussare al sound tradizionale<br />

dell’America con il<br />

country e il bluegrass».<br />

Cosa ti manca di più della<br />

New Wave?<br />

26<br />

NOUVELLE<br />

VAGUE<br />

«Noi, amanti della New Wave<br />

musica votata al futuro»<br />

«No, non rimpiango nulla,<br />

non ci crederai ma non sono<br />

un nostalgico. Posso solo dire<br />

che è stato un momento eccezionale<br />

grazie al grande numero<br />

di band dall’immenso talento<br />

e ai tanti album epocali<br />

che ne sono venuti fuori. Era<br />

musica votata al futuro, ecco<br />

forse era questa la vera particolarità<br />

del movimento a diffe-<br />

renza di oggi che si guarda<br />

solamente al passato».<br />

Musicalmente fu il trionfo delle<br />

tastiere e dell’elettronica.<br />

Una risposta agli Anni 70, la<br />

decade della chitarra elettrica?<br />

«Non credo possa definirsi<br />

una risposta, anzi i sintetizzatori<br />

che arrivarono negli Anni<br />

80 erano uno sviluppo della<br />

decade precedente, solo più

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