Settembre 2010 - Universitinforma
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INFORMA 11 ateneo<br />
Siamo in .TESI?<br />
di Vanessa Ferrara<br />
Non vi è alcun dubbio: il<br />
fenomeno droga è una<br />
della piaghe più preoccupanti<br />
della società moderna.<br />
Un fenomeno sociologico, sempre<br />
più diffuso, soprattutto tra<br />
i giovani, i quali, indipendentemente<br />
dall’ambiente sociale<br />
in cui vivono, con profonda debolezza<br />
si rifugiano in questo<br />
tortuoso e complesso mondo,<br />
con la falsa convinzione di poterne<br />
uscirne fuori in qualsiasi<br />
momento; il tutto, senza<br />
neppure considerare gli annessi<br />
effetti tossici: devastanti.<br />
Proprio sull’alterazione psicofisica<br />
innescata dall’assunzione<br />
di sostanze stupefacenti<br />
(concentrandosi sui cannabinoidi),<br />
Pietro Ciraudo ha voluto<br />
argomentare la propria tesi<br />
di medicina legale, conclusiva<br />
della sua carriera universitaria<br />
in Giurisprudenza.<br />
Quando ti sei laureato?<br />
«Il 26 luglio».<br />
Quanto tempo hai impiegato<br />
nell’elaborazione della tesi?<br />
«Circa sei mesi, tra ricerca del<br />
materiale e stesura».<br />
Ti sei aiutato con del materiale<br />
multimediale?<br />
«Con internet ho avuto l’opportunità<br />
di consultare l’Istat e di<br />
conoscere le testimonianze di<br />
coloro che hanno fatto uso di<br />
sostanze stupefacenti. Ma mi<br />
sono aiutato anche attraverso<br />
specifici manuali riguardanti<br />
le droghe esistenti e ottenuto<br />
informazioni anche da parte<br />
delle forze dell’ordine».<br />
Hai scelto tu l’argomento o ti è<br />
stato assegnato?<br />
«È stata una mia idea. Mi affascinava<br />
poter trattare un tema<br />
sempre attuale, approfondendone<br />
gli effetti che provoca<br />
sull’organismo e i rischi ai<br />
quali è possibile incorrere<br />
quando, dopo averne fatto uso,<br />
ci si mette alla guida, non tenendo<br />
conto della possibilità di<br />
provocare incidenti. È un argomento<br />
sempre ampiamente<br />
discusso e capace di mettere a<br />
dura prova i mezzi deterrenti<br />
di volta in volta inseriti dal<br />
punto di vista legislativo (come<br />
il nuovo codice della strada,<br />
in vigore dallo scorso 29<br />
luglio). Quando ho proposto<br />
l’argomento al mio relatore, il<br />
professore Orazio Cascio, ha<br />
accettato senza esitazione».<br />
Come hai strutturato la tesi?<br />
«Tra le varie tipologie di sostanze<br />
stupefacenti, ho preferito<br />
concentrare la mia attenzione<br />
sui cannabinoidi. L’hashish<br />
e la marijuana; sono le droghe<br />
La tesi? Letteratura o scienza, comunque il frutto<br />
di un lavoro di ricerca. Noi gli diamo spazio.<br />
Segnalateci le vostre a info@universitinforma.it<br />
più comunemente usate, soprattutto<br />
le prime volte. Così,<br />
ho iniziato a parlare in generale<br />
di queste sostanze, di cosa<br />
sono, di come vengono assimilate<br />
dal nostro organismo, i loro<br />
effetti, l’abuso, la dipendenza,<br />
l’astinenza. Infine, ho parlato<br />
dei possibili usi clinici della<br />
cannabis e degli aspetti giuridici<br />
che concernono l’uso di<br />
queste sostanze».<br />
Gli effetti prodotti dalla cannabis<br />
sono tutti uguali per<br />
chiunque ne faccia uso?<br />
«Gli effetti variano a seconda<br />
di vari fattori: la qualità della<br />
sostanza, della concentrazione<br />
del principio attivo (il Thc, il<br />
tetra-idro-cannabinolo), del<br />
contesto ambientale e della<br />
condizione psicologica dell’assuntore.<br />
Gli effetti sono molteplici<br />
e, tra questi, un’ulteriore<br />
distinzione viene fatta tra<br />
quelli a breve termine e quelli<br />
a lungo termine».<br />
Puoi accennarne qualcuno?<br />
«Tra gli effetti a breve, ad<br />
esempio, rientrano il deficit<br />
dell’attenzione, della concentrazione<br />
e della memoria a breve<br />
termine; poi anche tachicardia,<br />
aumento dell’appetito e attacchi<br />
di panico. Gli effetti a<br />
lungo termine, invece, includono<br />
instabilità dell’umore,<br />
apatia, disturbi del ritmo sonno-veglia,<br />
ma anche patologie<br />
come ansia e depressione, fobie<br />
e allucinazioni visive».<br />
Nella tesi hai parlato anche di<br />
potenziali usi terapeutici della<br />
cannabis.<br />
«Mi ha colpito la grande quantità<br />
di Paesi (Germania, Olanda,<br />
Gran Bretagna, Canada,<br />
Svizzera) in cui è ammesso ricorrere<br />
a cannabinoidi sintetici<br />
registrati per uso terapeutico.<br />
In Italia, l’uso medico dei<br />
derivati della cannabis è molto<br />
difficoltoso, poiché non esistono<br />
sul mercato italiano prodot-<br />
Drammi, vizi e (poche) virtù<br />
determinati dalle droghe<br />
ti a base di questa sostanza. In<br />
pratica, si tratta di veri e propri<br />
prodotti farmaceutici, approvati<br />
per il trattamento della<br />
nausea e del vomito nelle chemioterapie<br />
e nell’anoressia in<br />
malati di Aids. L’utilizzo terapeutico<br />
di cannabinoidi non ha<br />
certo risparmiato un acceso dibattito,<br />
tra coloro che ne sostengono<br />
l’efficacia curativa e<br />
l’assenza di effetti collaterali, e<br />
coloro che, invece, ritengono<br />
che la marijuana e il Thc siano<br />
non soltanto privi di efficacia,<br />
ma altamente pericolosi. A mio<br />
avviso, c’è un po’ di verità in<br />
entrambe le tesi». Ui