Settembre 2010 - Universitinforma
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INFORMA 13 città<br />
architetti presenti hanno ragionato<br />
con standard di qualità europei<br />
e di sicuro i progetti hanno<br />
colpito il sindaco il cui auspicio è<br />
stato quello di creare un’interfaccia<br />
con l’Ufficio del Piano regolatore.<br />
Tutti i partecipanti al<br />
workshop sono rimasti soddisfatti<br />
- aggiunge Pellegrino - perché<br />
hanno lavorato su cose reali. La<br />
metropolitana a Catania - prosegue<br />
l’architetto - è stata pensata<br />
soltanto come infrastruttura, ma<br />
in realtà è una grande opportunità<br />
per ripensare e progettare il<br />
territorio: perché dove sorge una<br />
stazione della metro cambiano<br />
luoghi, abitudini, economia, tessuto<br />
sociale e nascono nuove<br />
connessioni urbane, specialmente<br />
in molti quartieri di Catania<br />
che sono stati quasi “separati”<br />
tra loro o dalla città dalla linea<br />
ferrata della Fce».<br />
Dunque nasce per cogliere questa<br />
opportunità il workshop e<br />
non certo per progettare le stazioni<br />
della metro. Anzi. L’obiettivo<br />
è ciò che sta intorno alla stazione.<br />
Ed è significativo che tale<br />
idea di progettare la città, in<br />
realtà con un processo che coinvolge<br />
tante menti e tanti giovani,<br />
sia promosso non dalle istituzioni<br />
ma dalla fondazione di un ordine<br />
professionale, che si pone in<br />
maniera innovativa come soggetto<br />
che vuole partecipare a una<br />
trasformazione “pensata” della<br />
città.<br />
Così nascono i sette progetti,<br />
senz’altro affascinanti, che prendono<br />
le mosse dalla situazione<br />
attuale.<br />
BORGO. Il progetto prevede una<br />
nuova connessione tra la zona di<br />
Vulcania-piazza Lincoln e quella<br />
del Borgo-via Etnea, oggi di fatto<br />
separate dalla linea ferrata e<br />
dalle officine della circumetnea:<br />
l’area dei depositi ferroviari sarebbe<br />
riutilizzata con l’idea di insediarvi<br />
servizi, uffici e area a<br />
verde.<br />
MILO. Tra viale Fleming e via<br />
D’Angiò c’è una delle più significative<br />
sconnessioni orografiche<br />
della città. Ritenuto improbabile<br />
poter realizzare un collegamento<br />
diretto con la Cittadella universitaria,<br />
i progettisti si sono concentrati<br />
su due aree: su quella<br />
dei cosiddetti “Orti di Susanna”,<br />
che arriva sino a Cibali, con l’idea<br />
di realizzare un blocco abitativo<br />
che corre come una striscia<br />
lungo i binari della Fce, riconvertiti<br />
a strada a bassa densità di<br />
traffico, lasciando a verde tutta<br />
l’area degli “Orti di Susanna”; e<br />
più a sud sulla caserma Sommaruga,<br />
che dovrà essere dimessa,<br />
dove sono stati previsti diversi tipi<br />
di insediamenti.<br />
CIBALI. I progettisti hanno puntato<br />
sulle potenzialità del quar-<br />
tiere, prevedendo interventi sparsi.<br />
Il più rilevante però è la riconversione<br />
dello stadio Massimino<br />
a centro di servizi per il<br />
quartiere, sportivi ma non solo,<br />
nella prospettiva della realizzazione<br />
di un nuovo stadio per il<br />
calcio fuori città. Il Massimino e<br />
le aree limitrofe si troverebbero<br />
dentro un grande parco che arriva<br />
sino alla stazione “Milo”, passando<br />
appunto dagli “Orti di Susanna”.<br />
SAN NULLO. È la prima stazione<br />
metro a trovarsi sulla circonvallazione.<br />
Il gruppo di lavoro - guidato<br />
dal giapponese Kengo Kuma<br />
e dal palermitano Marco<br />
Spampinato - ha puntato sull’idea<br />
di realizzare attorno alla stazione<br />
metro un polo scambiatore<br />
con attività notturne e diurne: cinema,<br />
una torre di uffici, ma anche<br />
residenze universitarie.<br />
NESIMA. La costruenda stazione<br />
di Nesima, ancora sulla circonvallazione,<br />
può diventare<br />
l’occasione per riconnettere Nesima<br />
con Lineri. Il gruppo di lavoro<br />
guidato dallo spagnolo Jesus<br />
Aparicio Guisado ha elaborato<br />
una proposta ardita: interrare<br />
la circonvallazione sino alla<br />
rotonda di Monte Po, realizzando<br />
un lungo edificio di servizi a<br />
Nord che diventa la testa del<br />
quartiere di Nesima e si riconnette<br />
a Lineri.<br />
FONTANA. Questa stazione della<br />
metro, come quella di Monte Po,<br />
è ancora in progetto. È prevalso<br />
il tema paesaggistico, molto affascinante.<br />
I progettisti hanno lavorato<br />
su un’idea di connessione<br />
che porta il mancato “parco delle<br />
sciare” a nord, stazione metro e<br />
aree limitrofe all’ospedale Garibaldi<br />
a un unico livello e segna<br />
un ritorno al progetto di Pierluigi<br />
Cervellati, nella proposta di<br />
piano regolatore di oltre dieci anni<br />
fa: realizzare a Monte Po un<br />
parco di città, cioè un grandissimo<br />
parco con tanto di lago che<br />
possa attirare l’intera città, non<br />
un parco locale. Un modo per innescare<br />
un processo di recupero<br />
del quartiere.<br />
MONTE PO. La prevista stazione<br />
della metro si aprirebbe sulla<br />
piazza di Monte Po, quariere di<br />
fatto irraggiungibile a piedi,<br />
nonostante sia solo a 300 metri<br />
in linea d’aria dal Garibaldi. L’idea<br />
dei progettisti - capitanati<br />
dal portoghese Manuel Aires Mateus<br />
- è provare a creare uno spazio<br />
pubblico di collegamento pedonale,<br />
partendo dall’esistente<br />
cava di pietrisco e prevedendo un<br />
percorso che si dipana tra spazi<br />
di diversa ampiezza sotto il livello<br />
della circonvallazione - che rimane<br />
soprelevata - e intercetta la<br />
cava sino a ricongiungere Monte<br />
Po con Monte Palma a nord. Ui<br />
Aut. Ministero<br />
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